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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 30 Settembre 2009 |
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IL PITTORE TRIESTINO ROBERTO TIGELLI A BRUXELLES 30 SETTEMBRE · 25 OTTOBRE 2009
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Bruxelles, 30 settembre 2009 - S’inaugura mercoledì 30 settembre 2009 alle ore 18. 00, nel prestigioso e centralissimo spazio espositivo Galleria, 172, Chaussee d’Etterbeek, B-1040 una significativa mostra del pittore triestino Roberto Tigelli, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni, ideatrice e curatrice dell’iniziativa. La rassegna, che si svolge sotto il patrocinio dell’Associazione Giuliani nel Mondo, propone una quarantina di tecniche miste, realizzate mediante un mix di olio, acrilico, gessetti, matite e collage su tela dal 2001 a oggi. I lavori di Tigelli saranno presentati anche all’Ufficio di Collegamento della Regione Friuli Venezia Giulia di Bruxelles. La ricerca artistica di Tigelli - scrive Accerboni - s’identifica in un itinerario contemporaneo, che approfondisce il rapporto dialettico tra l’intimo sentire e le pulsioni suscitate dal mondo naturale attraverso l’uso molto sapiente delle tecniche pittoriche e delle velature, apprese all’Istituto Statale d’Arte E. E U. Nordio di Trieste sotto la guida di Dino Predonzani e di Miela Reina, che aveva saputo mediare il gusto Secession, l´espressionismo e l´informale con una ricca libertà espressiva aperta a ogni sperimentazione. Di origine mitteleuropea, Tigelli - che vive e opera tra Trieste e Milano e il cui cognome originario è Tichtl de Tutzingen (dalla città bavarese di Tutzing) - va a bottega appena tredicenne dallo zio Umberto Goos, che si era formato all´Accademia della Belle Arti di Vienna, e viene così a contatto con il lessico secessionista e con l´avanguardia espressionista di Kokoschka. Approfondisce successivamente le tecniche pittoriche all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove apprende la raffinata sensibilità materica e compositiva di Bruno Saetti e le suggestioni poetiche, astratto-figurali, di Carmelo Zotti. Ha la fortuna di vivere a Venezia, quando la città è da poco divenuta uno dei centri propulsori di un rinnovato sperimentalismo, grazie alla presenza di De Pisis e di Marini, del Fronte Nuovo delle Arti, prima espressione dell´avanguardia italiana del dopoguerra, cui parteciparono i veneziani Vedova e Pizzinato. E grazie anche alla riapertura della Biennale, che coopterà a Venezia artisti e intellettuali di tutto il mondo, e al trasferimento in laguna dagli Stati Uniti della collezione di Peggy Guggenheim, fulcro di importanti rapporti con l´avanguardia d´oltreoceano, da Gorky, a Pollock, a Tobey. E, alle influenze mitteleuropee e dell’avanguardia internazionale, si accostano naturalmente, nella pittura di Tigelli, le vivide impressioni luministiche del Tiepolo e della Scuola veneta. Alla padronanza delle tecniche del mestiere di pittore, peculiarità oggi non molto comune, egli accompagna altresì un’originale e libera fantasia creativa e un’intensa sensibilità cromatica, che gli consentono felici e originali assemblaggi con collage di immagini figurative, che le frequenti e abili velature intridono di luce. Dopo un’iniziale rappresentazione organica, simbolista e surreale della natura, ispirata anche dal problema ecologico (1973 - ’86), l’artista ha abbandonato l’olio per elaborare tecniche miste realizzate, oltre che con il pennello, anche con le spugne, la garza, la sabbia e altri mezzi, dipingendo spesso con le mani. Ed ecco la serie delle Porte e delle Dune (1987 - 1993/4), dopo le quali e fino a oggi assistiamo a un´ulteriore evoluzione verso la libertà del gesto pittorico e a un´ancor più accentuata sensibilità luministica, che sfocia - conclude Accerboni - nelle Acque e nei Sentieri d’inclinazione neoromantica, in cui, con gesto largo e irruente, ma equilibrato nell’ambito della dinamica pittorica, l’artista raccorda, una volta di più, la realtà al sogno. . |
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