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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Ottobre 2006
 
   
  SINERGIA DIDATTICA TRA IL MUSEO NICOLIS DI VILLAFRANCA DI VERONA E I CONVEGNI DI STORIA DELLA CARROZZERIA ITALIANA

 
   
  Villafranca, 23 ottobre 2006 - Il Museo Nicolis di Villafranca di Verona, forte di un’ampia esperienza di comunicazione didattica fatta nella propria sede istituzionale, ha accettato di collaborare alle iniziative di un gruppo di cultori della Storia dell’Automobile, partecipando con una propria vettura – che sarà esposta a scopo didattico – a una delle Conversazioni di Storia della Carrozzeria Italiana che fanno parte di un primo ciclo costituito da nove moduli coordinati. La sesta sessione, che si terrà alle ore 20:00 di mercoledì 25 ottobre 2006 nella Sala Regina di Villa d’Este a Cernobbio, ha come relatore Lorenzo Ramaciotti, direttore generale Pininfarina Studi e Ricerche nel periodo 1988-2005, e avrà per tema: L’avvento della «Linea Italiana» negli Anni Quaranta-cinquanta La «scuola» Pinin Farina. La vettura scelta per rappresentare con una presenza concreta i caratteri dello stile Pinin Farina del periodo (in quegli anni il logotipo coincideva con il nome del fondatore ed era ancora formato da due parole distinte) è una Ferrari 250 Gt coupé progettata dal designer Francesco Salomone il cui prototipo fu approntato nel maggio 1958, verniciato nello stesso grigio chiaro metallizzato dell’e­semplare esposto. Il modello è il risultato di una ricerca voluta da Enzo Ferrari (e iniziata con la serie «250 Gt Boano») per giungere alla definizione di una vettura di serie, unificata nel disegno e nelle finizioni, sottratta cioè all’individualismo dei clienti e dei carrozzieri minori. Ne furono prodotti 353 esemplari, un numero molto elevato per quel periodo, considerato che la clientela poteva disporre in alternativa di un cabriolet di disegno coordinato. Quello esposto è un esemplare divenuto relativamente raro, giacché l’aspetto non corsaiolo della vettura ha indotto alcuni sconsiderati a distruggere le carrozzerie autentiche di questo tipo per sostituirle con imitazioni di versioni sportive. Un osservatore sensibile non può non cogliere la straordinaria sobrietà di forme tanto ben modellate da non richiedere alcun profilo ornamentale. Se l’intera produzione mondiale si è snellita e si è resa più libera dall’ornamentazione trompe l’oeil, ciò si deve all’in­fluenza del gusto italiano di quel periodo. Un gusto di cui la Carrozzeria Pininfarina è stata sempre antesignana. .  
   
 

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