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Notiziario Marketpress di Lunedì 05 Ottobre 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: ALBERTINI, ´UN BRAVO MEDIATORE´ ALLA TESTA DELLA COMMISSIONE ESTERI

 
   
   Strasburgo, 5 settembre 2009 - L´ex sindaco di Milano Gabriele Albertini è stato nominato presidente della commissione Affari esteri del Parlamento europeo. Ma chi è la persona dietro al prestigioso incarico, quali sono i suoi punti forti e i suoi interessi? Un uomo ´capace di ascoltare e costruire consenso´, un politico che preferisce ´i fatti alle parole´ e a cui non manca il senso dell´autoironia. Questo e altro ci hanno raccontato di lui i suoi collaboratori e colleghi. ´Sempre una parola per tutti´ - Prima di occuparsi di Esteri, Albertini era membro attivo della commissione Trasporti. Il coordinatore del suo gruppo, l´on. Georg Jazembowski, lo descrive come una persona "dalla mentalità aperta, eloquente e con molta esperienza". Per il deputato tedesco ora in pensione, lavorare con lui era "un piacere, perché è efficiente, sa quello che dice ed é sempre interessante per uno scambio di opinioni. E poi, anche se è un italiano vero, è sempre puntuale! Cosa non tipica degli italiani. Lui è un italiano europeo". "Il suo talento più impressionante è la capacità di ascoltare e capire la persona davanti a lui" - aggiunge Luca Toschi, assistente di Albertini al Parlamento dal 2006. "Essendo stato sindaco di una grande città per 9 anni, è abituato a spaziare a 360 gradi, ma senza mai perdere di vista l´obiettivo finale. E poi è una persona cosciente dei suoi limiti, che non nasconde mai quanto sono importanti per lui i suoi collaboratori". E ricorda: "Durante la seduta in cui è stato eletto presidente della commissione Esteri, ha concluso citando Sant´ambrogio che, quando fu nominato vescovo, disse ´iniziai per insegnare quello che io stesso dovevo imparare´. Questo dà un´idea della sua umiltà". "Combina una vasta cultura umanistica - famose le sue lunghe citazioni in latino - con una freschezza e una curiosità che non hanno steccati ideologici" - dice Andrea Vento, Direttore delle relazioni internazionali al Comune di Milano ai tempi di Albertini - "E´ autorevole senza essere autoritario, non ha mai bisogno di alzare la voce. Molte persone al Comune lo rimpiangono, inclusi gli uscieri: ha sempre una parola per tutti. E poi ha un grande senso dell´ironia, lavorare con lui è un vero piacere. " Un bravo mediatore - Jarzembowski e Toschi non hanno dubbi: il suo più grande successo da parlamentare è stata l´approvazione della legge sui diritti dei passeggeri dei bus: "Ha mostrato grande capacità di negoziare. Ha parlato con tutti, dalle grandi compagnie di bus alle piccole organizzazioni che rappresentano i passeggeri handicappati. - ricorda Toschi - "Ha accolto idee che venivano dai socialisti e dai verdi, e ha saputo convincerli della sua linea". E, racconta Jarzemobowski, "alla fine ha trovato una soluzione che è stata accettata alla quasi unanimità. E´ un bravo mediatore". L´ex-deputato tedesco, che conosce bene il Parlamento, spiega perché Albertini è la persona giusta alla testa degli Affari esteri: "è una commissione dove ci sono posizioni politiche contrastanti su molte tematiche, ed è una commissione grande. Lui sarà in grado di mediare fra i gruppi e trovare il consenso sulle grandi linee. Sarà un ottimo presidente. " ´Gonfio come un tacchino´ - E´ più conosciuto per i progetti infrastrutturali e architettonici realizzati a Milano, come i termovalorizzatori o il restauro della Scala. Ma il Dott. Vento assicura che le relazioni internazionali gli sono sempre state a cuore: "Si era auto-definito ´un amministratore di condominio´, ma il suo era un ´condominio globale´. I suoi modelli erano Raymond Barre, ex-sindaco di Lione, e Rudolph Giuliani, figure autorevoli ma liberali, come in Italia non ne esistono. " E a testimonianza che le relazioni internazionali per lui contano eccome, Vento ricorda quello che Albertini stesso ha definito ´the magic moment´: "Era il 15 maggio 1998, al G7 di Birmingham. Albertini incontra Helmut Kohl e Bill Clinton, ´due giganti non solo politicamente, ma anche fisicamente´. Il sindaco era in mezzo, e non è che lui sia proprio altissimo. I due cominciano ´un singolar tenzone fra giganti´ sperticandosi nelle lodi della città di Milano". "Era un momento delicato, al Parlamento tedesco era in corso un antipatico dibattito sull´opportunità che l´Italia entrasse nella zona euro. Ma il Cancelliere Kohl si schierò a favore, dichiarando pubblicamente che Milano e il nord erano fra le economie più dinamiche d´Europa. " "Albertini, con il suo tipico senso dell´humour, disse che in quel momento si sentì ´gonfio come un tacchino!´" .  
   
 

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