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Notiziario Marketpress di
Lunedì 23 Ottobre 2006 |
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NELLA PROVINCIA BOLOGNESE PER COMBATTERE IL DOLORE MALATTIA POCO CONOSCIUTA E CHE TENDE A CRONICIZZARE: SI STIMA CHE CIRCA L’11 PER CENTO DELLA POPOLAZIONE IN QUALCHE MOMENTO DELLA VITA SOFFRA DI DOLORE, EPISODICO O COSTANTE
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Bologna 23 ottobre 2006 - Capire e trattare il dolore è una necessità per tutti i medici, soprattutto per quelli di famiglia che hanno a che fare con centinaia di pazienti anziani che ne soffrono, saltuariamente o cronicamente. Si tratta, infatti, di una vera e propria patologia che va affrontata e curata nel migliore dei modi. E´ riduttivo relegare il dolore a semplice conseguenza di qualcos’altro. Di questo si è parlato nella mattinata di sabato 21 ottobre presso il Novotel di Castenaso (Bo). L’iniziativa, dal titolo, appunto, "Capire e trattare il dolore", è stata organizzata da Pfizer Italia ed era rivolta ai Medici di Medicina Generale con l´obiettivo di accrescere la conoscenza del complesso panorama del dolore e delle sue comorbilità, con particolare riferimento al dolore neuropatico. Tema del corso il dolore provocato da lesioni del sistema nervoso centrale (cervello, midollo spinale) o periferico (nervi) che colpisce il 6% degli italiani e che, essendo la diagnosi spesso difficile, è poco identificato e può diventare cronico. Ne può derivare riduzione, perdita della sensibilità, formicolio, sensazione persistente di “corrente elettrica”, fitte, bruciori, dolore continuo per tutta la giornata, deficit funzionali. Le cause più frequenti del dolore neuropatico sono l’herpes zoster, il diabete, le lesioni traumatiche o tumorali di nervi periferici, l’Aids e la sclerosi multipla. “Il dolore normalmente esprime una condizione di sofferenza temporanea dell´organismo e viene giustamente considerato un campanello d´allarme di un possibile o reale danno, spiega il dottor Giancarlo Caruso - Responsabile di Terapia del Dolore - Ospedale Bellaria di Bologna. Il dolore neuropatico rappresenta una particolare tipologia di dolore, in cui un danno spesso irreversibile colpisce proprio il sistema di percezione del dolore: il "campanello" in questi casi risulta come bloccato e suona in continuazione provocando una notevole sofferenza al paziente”. Si tratta di una realtà ancora in molti casi sottostimata se non addirittura ignorata – continua il dottor Caruso - e ciò porta inesorabilmente allo sviluppo di un dolore cronico e ricorrente che diviene esso stesso malattia rappresentando un problema sanitario specifico con severe ripercussioni sulla qualità della vita del paziente. Nel corso degli ultimi anni, la migliore conoscenza dei meccanismi fisiopatologici del dolore ha condotto ad una maggiore capacità di comprendere e quindi di trattare questa condizione così complessa e multidimensionale” In Italia si stima che circa l’11 per cento della popolazione in qualche momento della vita soffra di dolore neuropatico, episodico o costante. Si parla di almeno sei milioni di persone, oltre due milioni dei quali ne soffrono in maniera cronica. Il diabete, l’herpes zoster (“fuoco di Sant’antonio”), l’ictus cerebrale, la lombosciatalgia, la nevralgia del trigemino, postumi di interventi chirurgici o di traumi che abbiano leso i nervi periferici generano una sintomatologia fastidiosa e dolorosa che, alle volte, impedisce persino le normali attività. Traumi subiti in giovane età possono causare dolore che dura per tutta la vita. Le alterazioni dei nervi periferici sono individuate con l’esame clinico, in primo luogo (accurata anamnesi, ascolto del paziente, ecc. ) e gli esami strumentali (es. L’elettromiografia, ecc. ). L’iniziativa si propone di fornire le basi per una corretta valutazione e diagnosi del dolore e di illustrare lo stato dell’arte sugli strumenti terapeutici a disposizione – conclude il dottor Stefano Rubini - Medico di Medicina Generale di Bologna -. E’ indispensabile l’impegno di tutti – pazienti, medici, autorità sanitarie e comunicatori – affinché si parli sempre più della sua esistenza e delle sue caratteristiche per offrire ad un numero sempre maggiore di malati e di medici la possibilità di riconoscerlo e alleviarlo”. . |
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