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Notiziario Marketpress di
Lunedì 23 Ottobre 2006 |
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DECRETO BERSANI, INSIEL: INTERVENTI AD STEFANO DE CAPITANI E CONSIGLIERI REGIONALI
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Trieste, 23 ottobre 2006 - La società, ha affermato l´amministratore delegato Stefano De Capitani, si è mossa nell´ambito del piano industriale 2006-2008 seguendo le linee operative e strategiche in esso contenute e approvate dal Consiglio di amministrazione nel novembre del 2005. Tra queste linee, il miglioramento della qualità dei servizi, l´aumento della produttività, il recupero della qualità dei servizi erogati alla Regione Fvg a costi decrescenti, la crescita dell´azienda al di fuori della regione sui mercati dove tradizionalmente ha operato. La fotografia fatta dalla semestrale 2006 dal Cda riporta il raggiungimento e addirittura un miglioramento di questi obiettivi e l´analisi scientifica della soddisfazione dei clienti ha dato un riscontro altrettanto positivo. Sul livello di soddisfazione dei lavoratori, De Capitani ha detto che sono emerse considerazioni interessanti, perché il quadro complessivo è di un´azienda orgogliosa di ciò che fa. Tutto questo è stato fino al decreto Bersani. Pur avendo l´azienda avviato immediatamente un´analisi legale della norma, i danni sono comunque arrivati, perché il decreto ha fatto mettere in discussione l´acquisizione di nuovi contratti, ma anche il rinnovo di quelli in essere. Alla luce di questi fatti, se si dovesse fare una proiezione sul futuro economico, essa non potrebbe essere improntata all´ottimismo. Cosa serve per far prosperare l´azienda Insiel? Niente di più di quanto già ci sia, ha affermato De Capitani. Il mercato, e questo ce l´abbiamo; un´azienda capace di dare al mercato soluzioni valide e prodotti competitivi, e questo lo stiamo facendo; una guida strategica, stabilità dell´azionista di riferimento, forti motivazioni, e anche qui finora questa volontà è stata espressa. A una precisa domanda di Maurizio Salvador (Udc) sui rapporti tra presidente e Ad, De Capitani ha infine precisato di ritenere di aver sempre operato rigorosamente, in conformità al piano industriale approvato dal Cda, all´interno delle deleghe, ampie, che gli sono state conferite e di non aver lasciato inevase risposte alle domande formulate all´azienda. Ha infine escluso di aver mai ostacolato l´esercizio delle deleghe del presidente. Ho avuto dalla Regione, così il presidente di Insiel Dino Cozzi, deleghe di gestione che non ho potuto esercitare e la Regione non solo non ha fatto nulla per rimuovere questa situazione di illegittimità, ma anzi ha tenuto un comportamento volto a confermarla. Dopo questa dura premessa, Cozzi ha detto che Insiel, con il suo atteggiamento aggressivo sul mercato nei confronti delle aziende private, potrebbe aver contribuito a provocare una reazione sfociata nel decreto Bersani. Avere una società a proprietà pubblica che persegue politiche privatistiche, a suo giudizio è un controsenso che va rimosso. Per Cozzi, il decreto Bersani è l´occasione per far fare un salto di qualità all´industria del Friuli Venezia Giulia. Abbiamo aziende private interessate ad acquisire Insiel per creare un polo informatico da quotare immediatamente in borsa e in grado di competere sul mercato europeo. Un´opportunità per questo sistema regionale, per la Giunta, per Insiel stessa. E alla domanda di quanto potrebbe valere la società, Cozzi ha risposto che a parità di fatturato attuale, da una vendita all´asta di Insiel si potrebbero ricavare dai 50 ai 70 milioni di euro. Dopo queste premesse, non era difficile prevedere un serrato dibattito animato dai consiglieri regionali. Così Sergio Dressi (An) ha accusato l´assessore di aver soltanto elencato una serie di ipotesi, ma di non aver espresso la volontà politica dell´Amministrazione regionale. E il silenzio di Illy sta diventando estremamente negativo. Bersani o non Bersani, per Dressi Insiel dovrebbe tornare alla sua funzione originaria di strumento di crescita e di innovazione per i servizi degli enti pubblici da erogare ai cittadini della nostra regione. Se anche il decreto Bersani, per Maurizio Franz (Ln) ci ha creato un danno di non poco conto, rimane la preoccupazione per la cessione dell´azienda, e se gli acquirenti fossero pochi, anche il suo valore potrebbe essere inferiore. Franz si è comunque detto perplesso della strategia complessiva della Giunta rispetto alle partecipate regionali. Pio De Angelis e Igor Kocijancic, del gruppo del Prc, hanno sposato le legittime preoccupazioni dei lavoratori e hanno confermato la volontà di mantenere pubblica Insiel. La presenza di Illy sarebbe stata effettivamente necessaria. La condizione al 30 giugno 2006 non ci sarà più, ha ammonito Roberto Molinaro (Udc). Ora è cambiata e anche le soluzioni prospettate, se va bene, porteranno alla cessione di un terzo di Insiel. E´ quindi importante capire, per il futuro, se nella società potranno esserci visioni così diverse come quelle palesate da presidente e Ad. Senza contare che i dati forniti da De Capitani sulla soddisfazione clienti sono diversi da quelli in possesso di Molinaro, per il quale Comuni e sanità non sembrano essere proprio così contenti. L´emendamento non è la soluzione. Lo ha sostenuto Alessandro Metz (Verdi) aggiungendo che può mettere in garanzia Insiel oggi, ma non nel futuro. Anche lui si è chiesto chi è oggi l´interlocutore di Insiel, il presidente o l´Ad? Con i contrasti che si sono palesati, il decreto Bersani è la provvidenziale foglia di fico per nascondere una situazione interna difficile. Se Cozzi si contraddice quando parla della mission e poi parla del futuro di Insiel, ha detto Bruna Zorzini (Pdci), De Capitani ci deve spiegare come sta insieme la visione privatistica del guadagno con la proprietà pubblica della società. La politica dovrà dare una risposta a queste cose e il decreto Bersani forse ha solo accelerato i termini del chiarimento. Abbiamo una società che consideriamo positiva, così Paolo Pupulin (Ds), che ha un mix di attività concentrate sul territorio e sui mercati esterni. Se dovessimo tornare, come ha ipotizzato Dressi, alla sua funzione originaria, stiamo attenti a cosa ne sarà del personale che inevitabilmente andrà in esubero. E un po´ di più chiarezza sugli scenari futuri nel caso l´emendamento non passasse è stata infine sollecitata da Paolo Santin (Margh). . |
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