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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Ottobre 2006
 
   
  FRATTURE VERTEBRALI DA OSTEOPOROSI: UN PROBLEMA SOMMERSO. TRATTATO MENO DI 1 CASO SU 3. IL RIMEDIO RIVOLUZIONARIO ARRIVA DA UN PALLONCINO

 
   
  Milano, 23 ottobre 2006 - Oggi una nuova tecnica di intervento mininvasiva, la cifoplastica con palloncino, consente di eliminare il dolore e le difficoltà motorie, recuperando quanto più possibile l’altezza originaria del corpo vertebrale fratturato. Un peso sollevato distrattamente, un movimento brusco, talvolta solo l’essersi chinati troppo, rifacendo il letto al mattino: tutti gesti a prima vista innocui e invece suscettibili di provocare, nei soggetti predisposti, il cedimento e il collasso del corpo vertebrale. Fratture dolorose, che determinano cambiamenti nell’aspetto e nella postura, persistente mal di schiena, limitata mobilità e un generale decadimento fisico nei soggetti colpiti, il più delle volte ignari persino della causa del proprio male. Per le categorie a rischio - i pazienti affetti da osteoporosi o da altre condizioni in grado di indebolire l’osso, come le malattie del sangue, le neoplasie con metastasi alla spina dorsale o le prolungate terapie steroidee - l’invito a non sottovalutare i primi sintomi dolorosi e il conforto di una nuova tecnica oggi disponibile, capace di ridurre dolore e deformità della colonna: la cifoplastica con palloncino. Le fratture vertebrali - Una frattura da compressione del corpo vertebrale (Vcf) si determina quando quest’ultimo si rompe, crollando su sé stesso. La conseguenza che ne deriva è un persistente dolore e una sempre più accentuata deformità toracica e lombare, chiamata "cifosi". Nonostante ciò, chi ne è colpito stenta spesso a rendersene conto, confondendo i sintomi con un banale mal di schiena. Una diagnosi precoce, entro i primi mesi dall’evento traumatico, consentirebbe allo specialista un intervento rapido ed efficace, all’origine del problema. «Il paziente che si rivolge a noi spesso presenta da mesi i sintomi di una frattura del corpo vertebrale, pregiudicando un trattamento tempestivo, quale quello garantito dalla cifoplastica con palloncino, tecnica meno invasiva di altre in uso e in grado di alleviare le manifestazioni dolorose e correggere in gran parte la deformità», spiega il prof. Leo Massari, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Locomotore dell’Università di Ferrara e Direttore dell’U. O. Di Clinica Ortopedica e Traumatologica dell’Azienda Ospedaliera-universitaria di Ferrara. «Ecco perché è utile far capire alle categorie a rischio che tali sintomi non vanno trascurati. Una frattura da compressione del corpo vertebrale non trattata correttamente aumenta di 5 volte il rischio di ulteriori fratture, con tutto ciò che questo comporta in termini di qualità della vita del paziente e costi socio-sanitari». Solitamente, in caso di dolori alla schiena dovuti a frattura vertebrale, il paziente è sottoposto ad un trattamento conservativo che contempla la prescrizione di un busto semirigido, l’immobilizzazione prolungata e l’assunzione di farmaci antinfiammatori e antidolorifici. Una soluzione simile, tuttavia, può non essere sempre sufficiente a risolvere il problema, perché il dolore può persistere anche diversi mesi e, soprattutto, il paziente non recupera la postura corretta. La cifoplastica con palloncino, intrinsecamente sicura per caratteristiche e dinamiche d’azione, consente di alleviare immediatamente il dolore, assicurando, inoltre, un buon recupero dell’altezza della vertebra. Le cause - Una delle più frequenti cause di frattura del corpo vertebrale è l’osteoporosi, malattia che colpisce lo scheletro, causando una riduzione della massa ossea, con conseguente aumento della fragilità e del rischio di fratture. Inesorabile e “silenziosa”, la malattia è in rapida diffusione, a causa dell’invecchiamento della popolazione mondiale. Secondo stime recenti[1], si prevede che in Europa il 40% delle donne (8 su 20) e il 15% degli uomini di mezza età (3 su 20) soffriranno, nel corso della loro vita, di una o più fratture osteoporotiche. Un numero impressionante, come la frequenza con cui, nel continente Europeo, si incorre in frattura da osteoporosi: ogni 30 secondi. «Nel nostro paese le persone affette da osteoporosi sono oltre 5 milioni, con 250. 000 fratture da fragilità ogni anno», afferma la prof. Ssa Maria Luisa Brandi, Presidente della Siommms - Società Italiana dell´Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro e della Fondazione F. I. R. M. O. (Fondazione Italiana per la Ricerca sulle Malattie dell’Osso). In considerazione dell’invecchiamento costante della popolazione, c’è da aspettarsi che il numero di italiani colpiti da fratture del corpo vertebrale aumenterà inesorabilmente. Per questo è importante sapere che esiste un modo valido e sicuro, rispetto ad altre tecniche in circolazione, per agire all’origine del problema, garantendo risultati tangibili, nel rispetto di alti profili di sicurezza per il paziente». Le Vcf possono anche essere la conseguenza di un evento traumatico, ad esempio una caduta o un incidente, di malattie del sangue (come il mieloma multiplo o la leucemia), di un tumore con metastasi alla spina dorsale (può avvenire in presenza di tumori solidi del seno, polmone, vescica, rene, prostata) oppure di terapie steroidee a lungo termine, quali quelle impiegate nella cura di alcune patologie dermatologiche o allergologiche, nel trattamento dell’artrite reumatoide o nei pazienti post-trapiantati. La cifoplastica nel dettaglio - La cifoplastica con palloncino è una tecnica chirurgica messa a punto per risolvere gli inconvenienti determinati da una frattura da compressione del corpo vertebrale - dolore, difficoltà motorie, cifosi e cambiamenti della postura – assicurando ai pazienti una migliore qualità della vita. L’intervento dura in media meno di un’ora ed è eseguito in anestesia locale o generale, in base al quadro clinico del paziente trattato. La caratteristica peculiare di questa metodica sta proprio nel piccolo palloncino inserito per via percutanea nella vertebra fratturata, sotto continuo controllo fluoroscopico da parte dello specialista. Una volta gonfiato, infatti, il palloncino è in grado di riportare il corpo vertebrale collassato quanto più possibile vicino all’altezza originale. Solo quando la vertebra è stata sollevata al meglio, si procede con l’inserimento del cemento osseo, la cui distribuzione uniforme è garantita dall’accesso bilaterale alla vertebra, tipico di questa tecnica. Dopo l’intervento, il paziente rimane in osservazione per qualche ora, fino ad un massimo di 24 ore. I benefici - I vantaggi correlati a questa metodica chirurgica sono innumerevoli, come dimostrano già numerose evidenze scientifiche. Innanzi tutto, in base agli studi comparativi attualmente disponibili, si registra una riduzione del rischio di fratture successive pari al 65%, rispetto al semplice trattamento conservativo. Una delle caratteristiche della nuova tecnica, infatti, è che essa presenta non solo un’efficacia terapeutica ma anche un’azione preventiva, poiché una Vcf non trattata, oltre ai disagi che comporta, predispone anche al rischio di nuovi cedimenti vertebrali. Il paziente prova subito meno dolore e la condizione della sua colonna vertebrale risulta più vicina alla condizione fisiologica precedente alla frattura. L’accesso bilaterale, rispetto a quello monolaterale, è più sicuro perché non rischia di coinvolgere aree particolarmente delicate, come il canale midollare della vertebra; anche le dosi di cemento predefinite assicurano un più alto profilo di sicurezza, poiché impediscono all’operatore di sbagliarsi nell’inserimento delle quantità necessarie. La natura del cemento osseo usato, più denso di quello utilizzato in altre tecniche, comporta meno rischi di fuoriuscita in aree sensibili, dentro e fuori la vertebra. Il controllo continuo per mezzo del monitor dell’apparecchio fluoroscopico posto dinanzi al medico, consente infine di tenere costantemente la situazione sotto controllo. Il risparmio sui costi socio-sanitari - Eliminando il dolore provato dal paziente e, soprattutto, prevenendo nuove fratture, la cifoplastica consente di ridurre considerevolmente il ricorso ai farmaci antidolorifici e antinfiammatori nonché gli accessi al Ssn, per effettuare ulteriori visite o esami diagnostici. .  
   
 

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