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Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Ottobre 2009 |
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PLENARIA DI OTTOBRE A BRUXELLES: TRATTATO DI LISBONA DOPO IL VOTO IRLANDESE E LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
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Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Il 7 ottobre l´aula ha discusso con il presidente della Commissione europea Barroso e il Consiglio le conseguenze del ´Si´ irlandese, in particolare la ratifica da parte della Repubblica ceca e la nomina dei tre nuovi posti chiave europei creati dal Trattato. La maggioranza dei parlamentari ha espresso soddisfazione per il risultato del voto in Irlanda, ma non mancano le voci critiche. Irlanda "al cuore dell´Europa unita". Il presidente del Parlamento Jerzy Buzek ha aperto la sessione affermando che "il popolo irlandese ha mandato un segnale chiaro: vogliono restare al cuore dell´Europa unita. Ma non dobbiamo dimenticarci di quelli che hanno votato no - ha continuato - perché ci stanno dicendo qualcosa che abbiamo il dovere di ascoltare". "Una maggioranza travolgente" - secondo il capogruppo popolare Joseph Daul - "ha detto sì non solo al Trattato di Lisbona ma all´Europa come area di sicurezza e di valori condivisi". Di opinione diversa il leader degli euroscettici Nigel Farage (Efd) che ha chiesto "un terzo referendum, poi scegliamo il migliore di tutti e tre. Ma questa volta dovrebbe essere libero e giusto. Intanto noi in Gran Bretagna faremo campagna per andarcene dall´Ue, e andarcene il più presto possibile". La Sinistra unita, per voce del suo leader Lothar Bisky, preferirebbe "referendum obbligatori" in tutti i Paesi Ue e ha messo in guardia sul fatto che "una volta che si fa un referendum, bisogna accettare il risultato". Critico anche Timothy Kirkhope, del nuovo gruppo conservatore Ecr: "il Trattato significa un passo in avanti verso un´Europa-superstato che molti cittadini non vogliono". Occhi puntati su Praga. I due soli Paesi che non hanno completato la ratifica del Trattato di Lisbona sono la Polonia e la Repubblica ceca: i rispettivi Presidenti della Repubblica devono ancora apporre la loro firma. Mentre Varsavia lo farà nei prossimi giorni, Praga aspetta il verdetto della Corte costituzionale. Ma l´Europa chiede al presidente Vaclav Klaus di accelerare il passo. Per Daul il presidente ceco dovrebbe comportarsi "in maniera responsabile", mentre il leader socialdemocratico Martin Schulz ha detto che il Trattato di Lisbona non é fatto per "rendere gli Stati Membri più forti rispetto all´Europa, ma perché l´Europa diventi un leader mondiale e renda più forti gli Stati membri". Anche lui ha chiesto al presidente Klaus di prendere atto del risultato irlandese e firmare il Trattato in tempi brevi. Nomina dei nuovi organi. Dal gruppo liberale arriva la richiesta all´attuale presidenza del Consiglio "di non aspettare l´entrata in vigore per nominare la nuova Commissione": il capogruppo Guy Verhofstadt ha dichiarato che "non possiamo stare qui con le mani in mano aspettando che Klaus firmi". Gli ha risposto il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, dicendosi pronto a iniziare la formazione della nuova Commissione appena c´é la sufficiente "chiarezza giuridica" da parte del Consiglio. Più cauto il premier svedese Fredrik Reinfeldt, che preferirebbe attendere la fine del processo di ratifica. Daniel Cohn-bendit,a nome dei Verdi, ha insistito sulla trasparenza nelle nomine del nuovo Presidente del Consiglio e Alto rappresentante europeo per la politica estera: "l´Europa si merita un vero dibattito pubblico, non vogliano che i nomi siano calati dall´alto all´ultimo momento, dopo una riunione a porte chiuse fra Primi Ministri". . |
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