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Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Ottobre 2009 |
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DIBATTITO SULLA LIBERTÀ D´INFORMAZIONE IN ITALIA (2)
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Bruxelles, 12 ottobre 2009 - Deputati italiani in nome dei rispettivi gruppi: David-maria Sassoli (S&d, It)- Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Commissario, ognuno di noi è influenzato dal contesto in cui vive e capiterà anche a voi di sentirsi dire prima di venire qui a Bruxelles: "ricordati che hai una grande responsabilità, che noi abbiamo una grande responsabilità", quella di far diventare migliore il tuo paese. Noi sappiamo che i nostri paesi saranno migliori se l´Europa sarà più forte, in grado di rispondere con un senso di giustizia alle aspettative dei cittadini. Noi sappiamo che questo è possibile se lo facciamo tutti insieme, naturalmente; se sapremo mettere in comune i beni più preziosi, le nostre Costituzioni, quel bagaglio di valori e di norme giuridiche, di diritti, che sono la vera ricchezza dell´Europa. Tante polemiche colpiscono il mio paese ma voglio rassicurare subito tutti che stiamo parlando di un grande paese democratico, che ha una grande Costituzione. Ieri per noi italiani è stato un giorno molto importante, perché la Corte costituzionale, di fronte agli sbandamenti e alle richieste di impunità, ha riaffermato un principio semplice e antico, quello secondo cui tutti i cittadini sono uguali di fronte alla giustizia. Però noi sappiamo che anche i grandi paesi possono sbandare, possono confondere beni pubblici e interessi privati. Ma noi non possiamo permetterci che gli Stati nazionali si indeboliscano. Il diritto all´informazione libera, senza pressioni né condizionamenti da parte delle autorità di governo, deve essere garantito e questo è un bene pubblico, un bene di tutti, in ogni paese. E questo bene dev´essere difeso senza esitazioni da parte dell´Unione. Dobbiamo adoperarsi per fornire norme comuni, per stabilire limiti oltre i quali l´informazione non è più considerata libera. È urgente che l´Unione intervenga, che sia adottata una direttiva volta a definire indicatori sul pluralismo e sulla difesa di un bene che deve essere disponibile a tutti. Signora Reding, non dimentichi mai che noi siamo un Parlamento e non un museo dove conservare oggetti ammuffiti. La direttiva che noi chiediamo alla Commissione deve essere per tutti gli Stati membri. Non c´è una questione italiana: c´è una questione europea. Dirò di più: vogliano che l´interrogazione che presenteremo a Strasburgo venga modificata. Vogliamo che si tratti della discussione del pluralismo in Italia e in Europa. Francesco Speroni (Efd, It): Signor Presidente, l´Unione europea è uno spazio di libertà e di democrazia: non fa eccezione l´Italia, anche per quanto riguarda l´informazione. Se non bastasse esaminare la pluralità di pubblicazioni presenti nelle edicole, vedere l´ampia offerta di canali televisivi, anche a diffusione locale, si dovrebbero valutare le relazioni di organismi indipendenti come l´Osservatorio di Pavia, secondo il quale l´opposizione, sui telegiornali della televisione statale, ha uno spazio pari al 60 percento e del 49 percento sulle reti Mediaset. Si consideri poi che, su 455 pronunce della Corte per i diritti umani di Strasburgo in merito alla libertà d´informazione, solo sette riguardano l´Italia, rispetto alle 29 della Francia e alle 28 del Regno Unito. Quanto a sostenere che gli organi d´informazione sarebbero condizionati dal fatto che il presidente del Consiglio, esercitando come cittadino un suo diritto costituzionale, ha intentato azioni giudiziarie contro taluni di essi, è di stretta attualità riconoscere come in Italia, dai primi gradi di giudizio fino a quelli finali e inappellabili, la magistratura di certo non sia certo prona rispetto al capo del governo; anzi a volte l´impressione è quella contraria. In Italia la libertà di espressione è garantita: chi sostiene il contrario, abbia il coraggio, non già di proporre generiche proposte di risoluzione di taglio meramente politico, ma di avviare la procedura di cui all´articolo 7 del Trattato, che richiede prove e documentazione allo stato dei fatti assolutamente inesistenti. Deputati italiani a titolo individuale: Cristiana Muscardini (Ppe, It) Signor Presidente, solo perché dopo le dichiarazioni dell´onorevole Sassoli - che ha affermato in Aula che sarà cambiato il testo che voteremo a Strasburgo - ritengo inutile discutere un testo che gli stessi proponenti hanno già dichiarato che cambieranno. Mario Mauro (Ppe, It): Signor Presidente, le immagini televisive di quest´Aula vuota saranno il miglior giudice della forzatura e della finzione che è questa discussione. Infatti, nel 2004 si è svolta in quest´Aula una discussione sulla libertà d´informazione in Italia. Abbiamo votato una risoluzione nella quale i proponenti si dichiaravano allarmati per la situazione del mio paese. C´era un governo di centrodestra, c´era un presidente del Consiglio: Silvio Berlusconi. Dopo la vittoria della sinistra nel 2006, come per miracolo il problema è scomparso. Basta drammatiche discussioni al Parlamento europeo, basta allarmi internazionali, basta raccolte di firme, così care alla gauche caviar. D´improvviso però, dopo l´ennesima vittoria elettorale di Berlusconi, torna come per magia il pericolo per la libera circolazione delle idee. La sintesi è che quando governa il centrodestra la stampa corre dei rischi; quando governa il centrosinistra non vi sono problemi. Peccato, però, che la percentuale di cause civili e penali intentate contro giornalisti nel mio paese veda il record assoluto di promotori tra esponenti della sinistra, come Massimo D´alema o Romano Prodi, fino a raggiungere il 68 percento di queste cause. Mi chiedo, insomma, se sia possibile che la libertà di stampa sia stata messa in pericolo da una singola richiesta di giustizia da parte di Berlusconi. Ciò può essere forse spiegato meglio di me da un´intervista dell´onorevole Cohn-bendit, che cito testualmente: "È assurdo paragonare Berlusconi a un dittatore: non ci sono le prigioni per i dissidenti, egli ha il consenso della maggioranza e il centrosinistra ha semplicemente perso". Semplicemente perso. È una gravissima umiliazione per la nostra cara Italia essere costretti da un manipolo di professionisti della disinformazione a una discussione surreale e farsesca; e questa umiliazione costerà cara, perché perderanno ancora una volta il consenso degli italiani che riverseranno – ancor di più di oggi – i propri voti su Berlusconi, anche in considerazione del fatto che lo reputano impegnato a battersi per il benessere dell´Italia. Voi, invece, cari amici, apparite intenti, con determinazione, a distruggere l´immagine del nostro paese. Ma il danno che fate all´Europa è forse maggiore di quello fatto all´Italia: perché quella che proponete ai cittadini è un´Europa caricaturale, dove vi illudete di dispensare patenti di democrazia con l´intento, non di difendere i diritti delle persone, ma di ribaltare la realtà secondo uno stile stalinista oggi caratteristico – stranamente – di esponenti di un gruppo che si dice liberale. Negatelo infatti, se potete – cari amici del partito di Antonio Di Pietro – di essere comunisti. La vostra storia infatti vi segue ed è una storia di chi non ha mai rinunciato a usare come metodo la menzogna per qualificare l´avversario politico come pericoloso. Ma il vero politico per la democrazia è costituito da coloro che non accettano il verdetto di elezioni libere ed evocando fantasmi, tentano di sottrarci il nostro futuro. A quel futuro non rinunciamo: ci batteremo pertanto in questa legislatura per evitare che il progetto europeo, in cui crediamo fortemente, venga snaturato, confondendo libertà di espressione con mistificazione, giustizia con manovre di potere. Sappiate, sedicenti liberali, che non piegherete la nostra voglia di contribuire al bene comune… Signor Presidente, ringrazio di cuore il presidente Schulz. Voglio sottolineare che se c´è una discussione alla quale, non solo non ci sottrarremo, ma alla quale vorremmo partecipare con generosità, è una discussione sulla concentrazione dei media in Europa, per poter parlare anche del ruolo di Murdock, ad esempio. E soprattutto, ovviamente, perché questa discussione non venga utilizzata ad arte per colpire un singolo paese. Ovviamente devo sottolineare che ho risposto volentieri a Martin Schulz, perché lo considero la creazione politica più importante di Silvio Berlusconi. Sonia Alfano (Alde, It): Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei anzitutto rivolgermi alla Commissaria, la quale ha affermato che non è compito di questo Parlamento risolvere alcune questioni. Io ricordo invece che è compito di questo Parlamento far rispettare il Trattato e le costituzioni degli Stati membri. È di qualche mese una dichiarazione del ministro della Giustizia italiano, il quale ha detto che avrebbe – di lì a poco tempo – provveduto a chiudere alcuni canali di Youtube e la rete. Ricordo che solo in Cina accadono queste cose. L´articolo 21 della Costituzione italiana sancisce che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Come già ribadito da altri colleghi, l´Italia è l´unico paese in cui il capo del governo detiene il monopolio delle Tv pubbliche e adesso anche di quelle private e in cui sta passando, purtroppo, una legge che impedirà di fatto ai giornalisti di pubblicare persino le cronache giudiziarie. Questo perché probabilmente gli italiani verrebbero a conoscenza altrimenti delle responsabilità dello stesso Berlusconi nelle stragi del ´92, stragi mafiose nelle quali morirono Falcone e Borsellino. Signor Presidente, la invito a far rispettare l´ordine in questo Parlamento, perché non siamo al mercato. Potito Salatto (Ppe, It): Signor Presidente, già tre volte ho sollevato il cartello, lei non mi ha dato la parola, cosa che invece ha fatto con l´onorevole Schultz. Rivolgo allora adesso la domanda all´interlocutore e a tutti coloro che hanno preso la parola, a prescindere dalla parte politica cui appartengano: si sono informati se i governi di centrosinistra abbiano mai emanato una legge che potesse evitare la concentrazione dei mass-media nelle mani del presidente Berlusconi? Oreste Rossi (Efd, It): Signor Presidente, onorevoli colleghi, questa mattina ho sentito dire veramente di tutto contro il Presidente del Consiglio italiano, meno il fatto che, grazie alle sue attività imprenditoriali, dà da lavorare a decine di migliaia di persone. Scusatemi se è poco in un momento come questo. Chi sostiene che in Italia non c´è libertà e pluralità d´informazione mente sapendo di mentire. Io vi invito, colleghi – non solo italiani, ma anche gli altri – ad prendere in esame gli articoli pubblicati, in un qualunque mese del 2009, sui tre principali quotidiani nazionali: Il Corriere, La Stampa, La Repubblica. Potrete così rendervi conto che, fra il 60 e il 70 percento, a seconda dei mesi, di tali articoli è contrario sia al governo di maggioranza che ai ministri che la compongono. La percentuale di articoli negativi rispetto al governo e, nella fattispecie, al ministro Maroni, nel mese successivo all´approvazione del pacchetto "sicurezza" è salita all´80 percento. Per quanto riguarda le televisioni, vi invito a guardare i programmi di Floris, Santoro e Fazio: solo dopo potrete così esprimervi con un voto su questa risoluzione. Gianni Vattimo (Alde, It): Signora Presidente, cercherò di essere breve. L´italia è davvero un campione di libertà, anzi di libertinaggio – per così dire – come si evince dalla lettura dei giornali, che Berlusconi cerca di far tacere, che querela perché rivelano, tra l´altro, le sue storie private, attraverso cui sceglie anche i candidati politici. Le sue signore che vanno a trovarlo vengono compensate o con denaro o con promesse di candidatura. Questa è la situazione: Berlusconi comanda i media italiani. È vero, non ci sono leggi contro la libertà di stampa – non ancora. Berlusconi si appresta a introdurle. Solo ieri abbiamo abolito il lodo Alfano, che era legge inventata da Berlusconi per proteggersi dai tribunali e da tutti i processi che ha in corso. Ci troviamo quindi di fronte a questa situazione. È lecito chiedere all´Europa di occuparsi di questo problema? Certo, perché in Italia non ce la facciamo. Noi chiediamo all´Europa un´ingerenza umanitaria sul problema della libertà di stampa in Italia. Questo vogliamo che voi facciate e crediamo che sia importante anche per l´Europa se non vogliamo che ben presto il virus si diffonda anche qui. Mario Borghezio (Efd, It): Signora Presidente, non è esaltante questa giornata del Parlamento europeo, sprecata per una discussione inutile, quando tutti sappiamo che in Europa non c´è paese in cui ci sia più libertà di espressione e di stampa che nel nostro. Ma quando in Italia governava la sinistra e un partito come il mio, pur rappresentato alla Camera, in Senato e al Parlamento europeo, godeva di uno spazio dello 0,1% nei telegiornali, Sassoli – ci lavoravi tu in quei telegiornali – non ti stracciavi le vesti, non manifestavi per la strada e meno che mai ti dimettevi dai sontuosi stipendi della Rai. Voi difensori della libertà di stampa contro la censura! Abbiamo sentito i belgi: ma il Vlaams Belang, in Belgio, gode di questa libertà di stampa, di quest´ampia informazione o è censurato come lo eravamo noi? In Italia censuravano persino il buon Pannella e stavano tutti zitti. Anche voi della sinistra. Ha dovuto fare gli scioperi della fame: bei difensori della libertà! Il sindacato soviet dei giornalisti. Che libertà consente alla minoranza la Federazione della stampa italiana? Devono tacere, non hanno spazio. Bei difensori della libertà! Scusate: queste manifestazioni – voi che siete così coraggiosi – andate a farle incatenandovi a Pechino, a Cuba, a Teheran, dove si muore per la libertà di stampa! Vergognatevi, conigli! Andate a Teheran, andate a Teheran, conigli, conigli, conigli, conigli! Evviva la libertà, evviva il nostro paese, libero, democratico. Carlo Casini (Ppe, It): Signora Presidente, vorrei razionalizzare un sentimento apparentemente ambiguo che provo dopo questa prima fase della discussione, perché mi riconosco pienamente nelle forti parole pronunciate dal mio presidente Dohle, ma mi sono riconosciuto anche nelle parole del collega Sassoli, che apparentemente dovrebbe essere un mio avversario politico. Mi spiego meglio: sono schizofrenico io nel provare questa ambivalenza di sentimenti o sto cercando indebitamente di mediare tra il fatto che in Italia siedo all´opposizione, mentre qui mi trovo accanto al Popolo della libertà, nel Partito popolare? Credo di poter rispondere sottolineando un contrasto evidente fra la grandezza e l´importanza dell´argomento della libertà d´informazione, argomento importantissimo. Se Montesquieu fosse vissuto oggi, non avrebbe parlato soltanto dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, ma anche di altri, ponendo al primo posto il quarto potere: la stampa, che rappresenta un problema di libertà, di lotta alla schiavitù mentale, un problema di democrazia. D´altra parte, la goccia che ha fatto traboccare il vaso dopo mesi e mesi di un imbarbarimento di tutta la stampa italiana - consentitemi di dirlo - di destra e di sinistra - è caduta la qualità della stampa italiana, da mesi, perché la politica è veramente caduta in basso - ebbene dopo questo periodo, la goccia: l´azione giudiziaria di Berlusconi. Beh, consentitemi di dare ragione all´onorevole Mario Mauro, dal momento che ho fatto il magistrato penale per quattro anni alla Corte di cassazione, nella Quinta sezione penale, dove si giudicava il reato per diffamazione a mezzo stampa - ne ho viste tante di querele per diffamazione a mezzo stampa, e nessuno ha protestato. È un diritto del cittadino difendersi anche nel contesto di queste situazioni. Mi auguro pertanto che, cercando davvero di conciliare i pareri apparentemente opposti, si arrivi a un nuovo e più alto modo di affrontare il problema sotto il profilo europeo e non soltanto italiano. Gianluca Susta (S&d, It); Fiorello Provera (Efd, It); Salvatore Iacolino (Ppe, It); Rita Borsellino (S&d, It); Debora Serracchiani (S&d, It); Clemente Mastella (Ppe, It); Alfredo Pallone (Ppe, It); Elisabetta Gardini (Ppe, It); Licia Ronzulli (Ppe, It); Sergio Silvestris (Ppe, It). . . |
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