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Notiziario Marketpress di
Lunedì 12 Ottobre 2009 |
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DONNE LUCANE E RIBELLISMO NEL FASCISMO, SEMINARIO CRPO
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Potenza, 12 ottobre 2009 - Si è svolto l’ 8 ottobre, a Potenza, nella sala A del Palazzo del Consiglio regionale, il secondo e ultimo degli incontri seminariali di storia “Itinerari della diversità di genere in Basilicata tra ‘800 e ‘900”, dal titolo “Donne In Piazza - Le donne lucane nel ribellismo sociale durante il fascismo”, organizzato dalla Commissione Regionale per la Parità e le Pari Opportunità in collaborazione con lo Zonta International Club di Potenza. Presenti al seminario, Antonietta Botta e Dina Russiello, rispettivamente presidente della Crpo e dello Zonta, relatore Michele Strazza, socio della Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea. “Le donne lucane – ha detto la presidente Botta - vengono spinte ad un protagonismo inconsapevole negli anni del fascismo perché, di fronte ad uno spietato impoverimento delle famiglie contadine, si ribellano e promuovono rivolte violente. Successivamente, con il continuo confronto diventano sempre più consapevoli della discriminazione che le colpisce e, nello stesso tempo, della forza del voto che diventa un diritto anche per loro nel 1945 e, solo un anno dopo, conquistano la prerogativa dell’elettorato passivo. Ed è a dir poco paradossale che nel 2009, dopo più di mezzo secolo, si debba far ricorso a sentenze del Tar per ottenere la presenza di donne nelle giunte e nelle amministrazioni. La politica – ha continuato Botta - i partiti dovrebbero sentirsi umiliati ed esautorati del loro ruolo pregnante quando, con i loro comportamenti inconsulti, inducono al ricorso alle sentenze dei tribunali per far valere un diritto inalienabile delle donne. Sarebbe auspicabile, invece, una scelta convinta e consapevole del valore di tante donne e non una imposizione per legge che offende la politica ed offende le donne stesse”. La presidente dello Zonta, club di servizio che opera in Basilicata da tre anni e che prende il nome da una parola pellerossa, della Nazione dei Sioux per la precisione, che vuol dire “Solidarietà”, Dina Russiello, ha spiegato come “lo Zonta è interessato alle problematiche che riguardano la donna nei vari aspetti del sociale ed a tutte le espressioni dell’ essere ‘donna’ nella piena affermazione dei diritti e delle prerogative. E’ importante – ha sottolineato Russiello – far rilevare l’affermazione attraverso la lotta, talvolta davvero dura, della donna in Basilicata attraverso i vari passaggi della storia, anche quelli più difficili, quali appunto il fascismo, epoca in cui, più che in altri periodi, la donna era essenzialmente vista e considerata come legata alla casa a ed al ruolo di moglie e madre. Ed è altresì di rilievo – ha aggiunto – rimarcare come le donne lucane hanno saputo dar luogo alla fase storica importante del ribellismo contro i tanti soprusi sociali, in primis ‘la gabella’, ribellismo che è continuato nel secondo dopoguerra con la trasposizione continua nella realtà di un ruolo silenzioso che assume sempre più i connotati del sociale con i moti, i tumulti che portano all’inizio dell’espressione di voto e ad altre conquiste che danno alla donna un protagonismo più consono alla proprie capacità, anche se ancora tanto resta da fare per giungere ad una parità reale”. Michele Strazza si è soffermato “sul concetto che della donna aveva il fascismo. Espressione – ha detto - di una concezione più generale del dominio patriarcale il fascismo ‘politicizzò’ la differenza tra uomini e donne a vantaggio dei primi, sviluppandola ‘in un sistema particolarmente repressivo, completo e nuovo, inteso a definire i diritti delle donne come cittadine e a controllarne la sessualità, il lavoro salariato e la partecipazione sociale’. Con una visione conservatrice, il fascismo si mosse nei confronti dei problemi dell’emancipazione femminile e della politica demografica con una impostazione che non si sbaglia a definire ‘autoritaria ed antifemminista’. Autoritaria in quanto era lo Stato il vero ‘dominus’ della vita dei propri cittadini, da quella sociale a quella familiare, e, pertanto, la donna non era libera di decidere sulla procreazione. Antifemminista perché le esigenze femminili erano subordinate a quelle maschili in tutti i settori del vivere civile, dalla sfera pubblica a quella privata. L’atteggiamento del fascismo nei confronti della donna – ha aggiunto Strazza - fu caratterizzato da un duplice aspetto. Da un lato il regime continuò a relegarle ad un ruolo secondario rispetto all’uomo, dall’altro, però, le coinvolse in tutta una serie di attività, ‘arruolandole’ nelle proprie organizzazioni. Si sviluppava, in tal modo, il desiderio di un maggiore impegno soprattutto da parte delle giovani e delle borghesi. L’obiettivo di fondo era quello di inserire la donna all’interno del sistema, per finalità prettamente pubbliche, ma senza turbare l’equilibrio sociale basato sulla predominanza dell’autorità maschile”. “Le donne del popolo – ha messo in rilievo lo storico - si resero protagoniste in Basilicata del fenomeno dei tumulti popolari che imperversarono per tutto il ventennio fascista. Le ragioni fondamentali delle proteste furono essenzialmente di natura economica e sociale, salvo qualche eccezione, e l’aspetto municipale e locale fu una costante ben presente in tutti i tumulti. Mancarono, invece, del tutto motivazioni squisitamente politiche. Del resto, prima del fascismo la partecipazione delle donne in politica era stata ridottissima, limitandosi ad una ristretta militanza nelle leghe e nei circoli socialisti dei primi del Novecento. Nella Lucania fascista le donne non restarono sull’uscio di casa a guardare, né si limitarono ad appoggiare le rivolte dei propri uomini, facendosi esse stesse promotrici di alcuni tumulti che assunsero, spesso, forme anche violente. Le donne, dunque, sempre più protagoniste anche in quegli anni bui, sempre più sensibili e consapevoli di essere il termometro della misera economia familiare. Ed anche, quando il fascismo cadrà – ha concluso Strazza - e l’Italia andrà verso la democrazia, saranno ancora loro, le donne lucane, ad avere un posto di primo piano nelle future lotte per la terra quando, al fianco dei propri uomini e dei propri figli, sapranno scrivere una pagina memorabile della lunga storia della lotta per la conquista delle libertà”. . |
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