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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Ottobre 2006
 
   
  DA MARTEDÌ 7 A DOMENICA 19 NOVEMBRE IN SCENA AL TEATRO GRASSI FRANCO BRANCIAROLI, REGISTA E ATTORE, CON “FINALE DI PARTITA” DI SAMUEL BECKETT

 
   
   Milano, 23 ottobre 2006 - In scena la dimensione tragicomica dell’esistenza. Da martedì 7 novembre, al Teatro Grassi, Franco Branciaroli, nella duplice veste di regista e attore, porta in scena “Finale di Partita”. Branciaroli sceglie il centenario della nascita di Beckett per rappresentare questo capolavoro, considerato il maggior lavoro teatrale dello scrittore irlandese. Quando Beckett lo scrisse fu difficile per lui trovare qualcuno disposto a metterlo in scena, in quanto risultava essere troppo lontano dal gusto medio delle persone. Perfino alcuni attori rifiutarono la parte perché sarebbero dovuti comparire in scena dentro a bidoni della spazzatura. Solo dopo molto tempo pubblico e critica si sarebbero accorti della grandezza di questo lavoro. L’allestimento dello spettacolo ha lo scopo di mettere in scena la dimensione tragicomica dell’esistenza, che vede gli uomini in bilico tra l’incapacità di comunicare e la condanna a continuare a produrre parole e rumore, come se il silenzio rappresentasse la fine della vita. I personaggi dello spettacolo vivono in situazioni di infermità: motoria, linguistica e visiva per il protagonista e addirittura pre - agonica per i genitori, che sono ridotti a monconi e vivono in bidoni della spazzatura (i quali rappresentano il passato). Ad accompagnare e rendere più efficace la regia di Branciaroli, le scene e i costumi di Margherita Palli e le luci di Gigi Saccomandi, volti gli uni a dare consistenza materiale al vuoto esistenziale beckettiano, le altre a rendere sensibile la consistenza assolutamente antinaturale di ogni residua esistenza. Branciaroli dà un taglio nuovo al testo beckettiano introducendo sorprese, tocchi e accenti originali come la scelta di dare risalto all’ispirazione clownesca dei personaggi. Scrive Branciaroli nelle sue note di regia: “Il messaggio di Beckett sull’uomo è tragicamente vero, la sfida che mi sono proposto è farlo arrivare cercando di togliere peso alle parole. Non per togliere peso al tragico: anzi, per renderlo più efficace”. Come diceva lo stesso Beckett : “Non c’è nulla di più comico dell’infelicità”. Www. Piccoloteatro. Org .  
   
 

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