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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Ottobre 2009
 
   
  CONTRO IL FUMO AL LAVORO SU PIU’ FRONTI” I PROGETTI E LE INIZIATIVE DELLA REGIONE VENETO

 
   
   Verona, 12 ottobre 2009 - Il fumo danneggia gravemente la salute dei Veneti. Ogni anno si stima che circa 4500 veneti muoiano per tumori delle vie respiratorie. Di questi la quasi totalità (circa l’85% dei casi tra i maschi e il 70% dei casi tra le femmine) è causato dal fumo. Questi tumori sono la prima causa di morte per neoplasia tra i maschi e la quarta tra le femmine. Nelle classi di età tra i 40 e i 74 anni la neoplasia del polmone è la prima causa di morte per tumore, con un picco tra i 60 e i 69 anni, quando ben una su quattro delle morti per cancro sono dovute a tumore del polmone. Sono questi alcuni dei dati significativi contenuti in un inedito Report sul fumo nel Veneto, reso noto oggi dall’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri in occasione della presentazione del Progetto No Smoke Be Happy della Fondazione Umberto Veronesi, tenutasi a Verona. Nella nostra Regione, inoltre, metà delle malattie cardiovascolari nei maschi e un terzo nelle femmine sono attribuibili al fumo (il 69% degli aneurismi dell’ aorta tra i maschi e il 53% tra le femmine; il 43% e il 28% rispettivamente, delle malattie ischemiche cardiache e il 42% e il 35% delle malattie cerebro vascolari). Anche tumori meno frequenti e meno conosciuti vedono nel Veneto il fumo alla loro base: un caso su tre tra i maschi e uno su cinque tra le femmine di tumore del pancreas è infatti dovuto alla abitudine al fumo. “Metà di questi fumatori, se persistono nella loro abitudine – ha sottolineato Sandri - sono destinati a morire prematuramente di malattie causate dal fumo. Sono migliaia di morti assolutamente evitabili. Il dato incoraggiante è che nella nostra regione i fumatori che desiderano smettere sono molti: poco più del 50% tra le femmine e di più del 60% tra i maschi. Possiamo e dobbiamo andare incontro a questa domanda di salute e possiamo anche cercare di aumentare la percentuale di fumatori desiderosi di tentare di smettere. L’obiettivo di questo Assessorato è di ridurre da subito la percentuale di fumatori nella popolazione veneta, aumentando la percentuale di ex-fumatori, attualmente del 22%”. Smettere di fumare a 60, 50, 40 e 30 anni fa guadagnare rispettivamente 3, 6,9 e 10 anni di aspettativa di vita: in pratica chi smette a 30 anni ha quasi lo stesso rischio di morire di chi non ha mai fumato. “Per questo – aggiunto Sandri - il controllo del fumo, inteso come riduzione progressiva della percentuale di fumatori in una comunità, diventa essenziale per la salute della popolazione, ed è possibile ridurre da subito tale percentuale aiutando i fumatori che desiderano tentare di smettere con interventi del sistema sanitario attraverso le farmacie, i medici di medicina generale, gli ambulatori specialistici. La Regione Veneto ha operato e opera per rendere effettivo l’aiuto ai fumatori che desiderano smettere”. Per quanto riguarda l’aiuto ai fumatori per smettere (disassuefazione dal fumo) si e’ proceduto negli anni a organizzare la rete con un ambulatorio per ogni Ulss. Si e’ poi passati a formare il personale con la collaborazione dell’ Universita’ degli Studi di Padova. In seguito sono stati stabiliti gli standard minimi per l’accreditamento dei singoli ambulatori. Nel frattempo, con la collaborazione del Centro per la formazione in Medicina Generale si e’ proceduto a formare tutti i Medici di Medicina Generale all’intervento breve sul fumatore. I fondi della disassuefazione sono stati impiegati anche per fare ricerca. In particolare: uno studio- svolto in collaborazione con la Universita’ di Verona- per stimare i costi del fumo sia per la popolazione sia per il sistema sanitario veneto; una ricerca sui giovani fumatori nelle scuole superiori di Vittorio Veneto, in collaborazione con il Servizio Epidemiologico Regionale (Ser) di Castelfranco e con la Lega Tumori per capire i determinanti della iniziazione al fumo; e, sempre in collaborazione con Lega Tumori, un corso sperimentale per smettere di fumare destinato a recidivi, e un ambulatorio per pazienti non motivati a smettere. Il fatto che i farmaci efficaci per aiutare il fumatore a smettere di fumare siano a totale carico dell’assistito è un ostacolo alla terapia e riduce i benefici della assistenza sanitaria. In questo contesto, la Regione sta mettendo in atto un progetto sperimentale di assistenza gratuita a persone colpite da malattie causate o aggravate dal fumo che non riescono a smettere. Si tratta di un progetto sperimentale, che interessa tre Ulss e che dovrebbe arruolare i primi pazienti entro la fine dell’anno. Nelle Ulss 7, 9, 14 (Pieve di Soligo, Treviso e Chioggia) gli ambulatori per smettere opereranno in stretta collaborazione con le Unità Operative ospedaliere che trattano i pazienti. Il trattamento verrà inserito nel contesto del trattamento usuale della malattia. Per promuovere tra i sanitari un atteggiamento attivo nei confronti dei fumatori, quest’ anno sono state promosse due iniziative pilota, di carattere sperimentale, nell’Ulss 21 di Legnago e nell’Azienda Ospedaliera di Padova, di assistenza al personale dipendente fumatore che intende tentare di smettere. Nel 2010 dovrebbe essere resa operativa l’inclusione della disassuefazione dal fumo nel tariffario regionale, in modo che l’attività degli ambulatori possa essere evidenziata e finanziata. Si sta infine valutando la possibilità di costruire una rete basata sugli ambulatori per smettere di fumare, che includa i Dipartimenti di Prevenzione e le U. O ospedaliere interessate per promuovere la prevenzione primaria e secondaria del cancro del polmone, quest’ ultima mediante uno studio sperimentale di diagnosi precoce attraverso tecniche di biologia molecolare in collaborazione con l’ Università di Padova. .  
   
 

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