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Notiziario Marketpress di Lunedì 12 Ottobre 2009
 
   
  CONTRACTOR: E´ IN LIBRERIA IL MEMORIALE DI GIANPIERO SPINELLI CHE RIVELA LA REALTA´ SCONOSCIUTA DEI SOLDATI PRIVATI CHE COMBATTONO IN IRAQ.

 
   
  Milano. , 12 ottobre 2009 - Si intitola Conctractor ed è il memoriale di Gianpiero Spinelli, ex paracadutista della Folgore, oggi professionista della sicurezza che lavora da anni nelle zone calde del mondo: Israele, Giordania, America Latina, Brasile e Iraq. Nel suo libro Spinelli racconta per la prima volta la realtà e la vita quotidiana dei soldati privati che operano in Iraq. Edito da Mursia (408 pagine, 18,00 euro), il libro, da oggi in tutte le librerie, è uno straordinario documento che svela senza censure verità mai raccontate, inclusi i retroscena del rapimento di Quattrocchi, Stefio, Cupertino e Agliana, di cui Spinelli era amico e collega. "Quando arrivò la notizia del rapimento per noi fu subito chiara una cosa: dovevamo far capire che i quattro italiani non erano mercenari altrimenti li avrebbero ammazzati tutti. Nelle prime ore dal rapimento avevamo la sensazione che fossero stati abbandonati, che nessuno si volesse occupare di loro. Per questo abbiamo cercato di informare i mass media italiani, sono stato io a fare la telefonata a Porta a Porta per spiegare qual era la situazione. Mentre ero in collegamento ho sentito Vespa dire che un ostaggio era stato ucciso. E´ stato terribile", racconta Spinelli, che spiega: "Contractor non è sinonimo di mercenario come troppo superficialmente molti giornali scrivono senza capire che così facendo giocano con la vita di chi lavora sul campo. " Dal 2003 al 2007 in Iraq sono morti 917 contractor; 12 mila sono stati feriti. Solo nei primi mesi del 2007 i morti sono stati 146 e i feriti 3. 430. I dati sono del Dipartimento di Statistica degli Stati Uniti e rivelano solo una piccola parte della sconosciuta realtà dei contractor, soldati arruolati da aziende private che garantiscono la rete di protezione della galassia di imprese, istituzioni, enti impegnati nella ricostruzione dell´Iraq. Difficile dare un numero preciso dei soldati operativi: si stima che siano circa 30 mila quelli che prestano servizio per imprese private con appalti del governo americano per la sicurezza, altri 182 mila sono impiegati in attività diverse, dalla logistica alla comunicazione. Sono americani, sudafricani, inglesi, rumeni, nepalesi, sudamericani e anche italiani. La maggior parte proviene dalle fila degli eserciti regolari, ex militari come Spinelli. In Iraq moltissimi, circa 120 mila, sono contractor reclutati sul posto e addestrati da professionisti stranieri. "Quando muore un contractor nessuno ne parla. Molti ci considerano mercenari, altri vigilantes, altri ancora poveri sfigati alla ricerca di avventura. Non è così: siamo professionisti ma abbiamo motivazioni ideali, valori. In Italia la disinformazione è totale: per la stampa italiana noi siamo invisibili, eppure siamo noi a difendere tutti i progetti civili, i manager, gli impiegati. Senza il nostro lavoro non si potrebbero ricostruire infrastrutture, aziende, scuole, ospedali", dice Spinelli. Nelle quattrocento pagine del libro Spinelli descrive la vita quotidiana in Iraq, fatta di imboscate, violenze, conflitti a fuoco. "Morire perché il manager di una multinazionale voleva a tutti i costi partire un determinato giorno, fregandose dei bollettini dell´intelligence che segnalavano rischi imminenti; vivere ogni minuto della giornata con l´incubo degli Ied, gli ordigni esplosivi; viaggiare con una granata nel portabevande pronti a farsi saltare pur di non cadere nella mani dei terroristi; imboscate in cui gruppi di terroristi sparano su tutte le macchine in arrivo, convogli scortati ma anche macchine di famiglie con donne e bambini. Questo accade ogni giorno in Iraq ma nessuno ne parla: per questo ho sentito il bisogno di farlo". Dal suo particolare osservatorio Spinelli ricostruisce i momenti più critici della guerra "asimmetrica" a cominciare dalla battaglia per Falluja del marzo 2004 dove proprio l´uccisione di quattro contractor dell´americana Black Water, uno dei tre colossi della sicurezza privata, scatenò un´ondata di violenza. Scrive Spinelli: "Quello fu il giorno in cui si innalzò una nuova bandiera: il Jolly Roger cominciò a sventolare alto su tutti i mezzi dei contractor, era il simbolo di una dichiarazione di guerra decisa sul campo senza nessuna azione diplomatica o convenzione". Se da una parte i conctractor sono diventati i bersagli privilegiati dei terroristi dall´altra sono anche in prima linea nell´addestramento delle nuove truppe irachene e parte integrante del processo di ricostruzione del sistema delle Forze Armate e della polizia locale. "L´iraq ha reso evidente l´uso delle forze di sicurezza private nei teatri di guerra: governi, organizzazioni internazionali e non governative, persino l´Onu, tutti fanno uso di contractor. Noi siamo soldati ombra, politicamente il costo della nostra morte è zero. Nessuno sa niente di noi e a nessuno importa niente di noi. " .  
   
 

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