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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Ottobre 2006
 
   
  IN CALO IN TRENTINO, LE INTERRUZIONI VOLONTARIE DI GRAVIDANZA NEL 2005

 
   
  Trento, 24 ottobre 2006 – Le interruzioni volontarie di gravidanza, in Trentino, sono diminuite nel 2005 rispetto al 2004. Lo si ricava dai dati della relazione del ministro della salute contenuti nella relazione inviata nei giorni scorsi al Parlamento. E’ di Remo Andreolli, assessore alle politiche per la salute della Provincia autonoma di Trento l’iniziativa di far conoscere questi dati. “E’ giusto che vengano conosciuti” ha detto oggi nella conferenza stampa convocata presso l’Assessorato di via Gilli, a Trento. “In termini assoluti – ha proseguito Andreolli - nel 2005 abbiamo registrato in Trentino 1. 243 interruzioni volontarie di gravidanza, nel 2004 erano state 1. 316, c’è quindi una diminuzione percentuale del 5,6 per cento. E il tasso di abortività è sceso dal 11,4 per cento al 10,7 per cento. Infine, nel rapporto tra interruzioni di gravidanza e nati vivi il Trentino cala dal 244,9 al 241,6”. “Credo – ha aggiunto Andreolli – che questi dati meritino anche una considerazione politica. Nei mesi scorsi abbiamo assistito ad una campagna nella quale i consultori sono stati additati come luoghi di aborti facili. Si è trattato di un pesante attacco ideologico e politico che è arrivato fino alla richiesta di istituire una commissione. Nel frattempo, peraltro, la Giunta provinciale ha indicato tra gli obiettivi sanitari da perseguire proprio la necessità di potenziare i consultori sul territorio. A conferma del ruolo prezioso che svolgono: erogano infatti prestazioni mediche ma anche assistenza psicologica, indicono corsi legati alla sessualità ma anche di educazione alla nascita, affrontano le questioni legate alle separazioni delle coppie ma anche ai diritti delle famiglie, si occupano di contraccezione ed anche di interruzioni volontarie di gravidanza. I dati più recenti, su quest’ultimo punto, ci dicono che stiamo assistendo ad una contrazione dei casi e i consultori danno quindi conto di una attività capace di fornire risposte. Prima di tutto i consultori educano ad una maternità e ad una paternità cosciente e responsabile”. Commentando poi i dati – proposti nella conferenza stampa da Silvano Piffer. , direttore dell’Osservatorio epidemiologico (disponibili nell’allegato a questo comunicato nel sito internet dell’ufficio stampa della Provincia) l’assessore Remo Andreolli ha ricordato come nei rapporti del Ministero della salute e dell’Istat gli indicatori statistici sono calcolati in riferimento alla regione di intervento. Questo causa una sovrastima del fenomeno nelle realtà che importano più casi di ivg (interruzioni volontarie di gravidanza) di quanti ne esportino. La provincia di Trento è una realtà che importa molti casi di ivg (circa il 35 per cento). Non solo: l’entità della casistica trattata in Trentino è influenzata anche dall’accesso di utenti straniere (arrivato al 30,5 per cento; era il 7,5 per cento nel 1996). Così, considerando le sole residenti, l’entità del tasso di abortività viene ridimensionata e cade sotto la media nazionale: le donne trentine che hanno interrotto la gravidanza, nel 2005, sono state quindi 879. Ultimo dato: dai consultori esce il 35 per cento delle certificazioni di interruzione volontaria di gravidanza. .  
   
 

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