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Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Ottobre 2009
 
   
  PARLAMENTO EUROPEO: INTERVISTA AL PRESIDENTE BUZEK "SIAMO TUTTI UGUALI E UGUALMENTE RESPONSABILI PER L´EUROPA"

 
   
  Bruxelles, 19 ottobre 2009 - Il presidente del Parlamento europeo non ha dubbi: sono tempi impegnativi per l´Europa. Ex-premier polacco, ingegnere e professore universitario, è a lui che tocca traghettare il Parlamento verso i nuovi poteri che acquisirà con il Trattato di Lisbona. In questa intervista esclusiva ci parla dei lavori in corso, della solidarietà fra nuova e vecchia Europa, e del perché il futuro dell´Europa è l´energia. Onorevole Buzek, lei è il primo presidente di un Parlamento che avrà molto più potere grazie al Trattato di Lisbona. Come si sta preparando alle grandi riforme? Il Parlamento intero si sta preparando: le commissioni, le delegazioni, l´ufficio di presidenza e i capi-gruppo. Prima di tutto rafforzeremo le relazioni con i parlamenti nazionali, che parteciperanno all´approvazione delle leggi europee: il Trattato dà loro otto settimane di tempo per esaminare i progetti di legge e reagire. In seguito, la co-decisione: con il Trattato praticamente tutta la legislazione europea verrà adottata dal Parlamento e dal Consiglio in condizioni di parità. Significa che la fase della "conciliazione" fra le due istituzioni assumerà grande importanza, perché riguarderà una quantità enorme di atti legislativi. Il Parlamento acquisirà nuovi poteri sul bilancio, sulla politica di coesione, sul commercio e l´agricoltura, che sono le aree di maggiore rilevanza per i cittadini. Infine, il ruolo della diplomazia europea crescerà molto. E dunque il Parlamento deve elevare la sua politica internazionale a un grado più alto. I nostri contatti con i Parlamenti dei Paesi terzi, soprattutto l´assemblea euro-mediterranea, i Paesi latino-americani e gli ex-Paesi sovietici, sono di straordinaria importanza. E poi dobbiamo curare i rapporti con il Congresso americano e con le altre potenze mondiali: Cina, India, Brasile, Giappone, Russia. Qual´è il suo messaggio agli elettori? Tutti i cittadini europei dovrebbero sapere dai deputati della loro regione o del loro collegio elettorale che il Parlamento europeo è responsabile dei due terzi delle leggi in vigore nel loro Paese. Stiamo facendo sforzi enormi per comunicare con i cittadini. Apriremo presto le cosiddette "Case dell´Europa" in ogni Paese. Saranno il punto di contatto fra il Parlamento, la Commissione e i cittadini. E serviranno anche ai deputati come luogo d´ incontro con i parlamentari nazionali. Il primo presidente del Parlamento a essere stato Primo Ministro in passato: crede che l´esperienza di governo le servirà per il suo nuovo ruolo? Il lavoro di presidente del Parlamento somiglia a quello di premier per la quantità di riunioni, le valutazioni politiche e il processo decisionale. Ma le mie decisioni oggi riguardano il solo Parlamento, quindi sono di meno rispetto a quando ero premier. Ma in termini di contatti e impegni, ho sicuramente più lavoro di prima! Il presidente del Parlamento può esercitare una forte influenza politica: anche se spesso le riunioni ufficiali non portano a nessuna decisione vincolante, io posso convincere i politici delle posizioni prese dal Parlamento. In questo senso, i miei contatti di quando ero premier sono senza dubbio utili: l´ultimo esempio è l´incontro con il presidente ceco Vaclav Klaus -non certo un interlocutore facile - la settimana scorsa. E´ stato descritto dai media come "il primo presidente che viene dall´altro lato della Cortina di ferro". Quest´etichetta ha ancora senso 20 anni dopo la caduta del Muro? Quando l´Europa è emersa dalla seconda guerra mondiale, è stata immediatamente divisa in due dalla Cortina di ferro. E´ un dato di fatto che i Paesi dell´ovest, pur essendo stati su fronti diversi durante la guerra, si sono poi ritrovati sullo stesso fronte, per costruire un futuro comune. La breccia è stata l´accordo del 1950-51, e poi i Trattati di Roma nel ´57. Da quel momento, sono stati seduti allo stesso tavolo. Ma il vero cambiamento qualitativo è avvenuto con la caduta del Muro, perché fino ad allora le due metà dell´Europa si erano sviluppate in modo completamente diverso. E si sono leccate le ferite della Guerra in modo diverso. E´ per questo che l´apertura della Cortina di ferro ha un´enorme importanza simbolica. In una certa maniera, io rappresento i Paesi che stavano dall´altra parte. Questo è quello che provo, questa è una delle ragioni per cui sono stato votato e quello che sento dire dagli altri. Ma rappresento anche l´intera Unione europea, e questo significa che siamo tutti uguali e ugualmente responsabili per l´Europa. Ci sono ancora differenze nel livello di sviluppo, nella storia dei nostri Paesi, ma non sono più il fattore dominante. Il fattore dominante oggi è la nostra comunità. Sono cosciente dell´enorme responsabilità che ho su di me, non si può sbagliare. Dobbiamo scrivere la storia europea insieme. Nel suo discorso inaugurale, ha parlato di una "comunità europea dell´energia". Che cosa può fare il Parlamento in questa direzione? L´europa risponde ai bisogni dei suoi cittadini. E´ per questo che abbiamo la politica agricola comune, la politica regionale, la zona Schengen e il mercato interno. Il problema energetico non era così urgente 10, 12 anni fa. Ma ora lo è, e costituisce la patata bollente dell´Ue. In più c´è la sfida del cambiamento climatico. Quindi è tempo di creare una politica energetica comune, come nel passato abbiamo creato altre politiche comuni. Il riferimento alla "solidarietà energetica" introdotto nel Trattato di Lisbona è di massima importanza. Dobbiamo differenziare la fornitura di gas per garantire la sicurezza, e negoziare a nome dell´Europa con i Paesi terzi. Dobbiamo sviluppare le energie verdi su vasta scala per far fronte all´emergenza clima. E la difesa dell´ambiente ci obbliga a mettere in comune le risorse a disposizione per sviluppare tecnologie pulite per lo sfruttamento dei combustibili fossili. Come deputato e come scienziato è sempre stato in prima linea per garantire fondi europei per la ricerca. Perché è importante difendere l´investimento pubblico, e come sostenerlo nella difficile situazione economica attuale? Sviluppando energie verdi e combustibili a emissioni zero, creeremo nuovi rami della scienza. L´innovazione è la chiave della competitività per l´Europa: è un´area strategica per l´economia dell´Ue. I fondi non saranno persi, se la scienza e le università saranno in grado di trasformare i risultati delle loro ricerche in tecnologie valide per il mercato. E´ una ruota automotrice, perché l´innovazione può sempre generare profitto. .  
   
 

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