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Notiziario Marketpress di Mercoledì 21 Ottobre 2009
 
   
  CONFCOOPERATIVE TOSCANA: POSITIVO IL BILANCIO DELLA VENDEMMIA SU 14 CANTINE CON 6.500 ETTARI DI VIGNETI

 
   
  La vendemmia in Toscana, si avvia, in questi ultimi giorni di ottobre, ormai a conclusione, e da Fedagri Toscana, la federazione dell’agroalimentare di Confcooperative che rappresenta molte delle cantine cooperative della nostra regione, si traccia un primo bilancio del raccolto. “Nelle nostre cantine – ci dice Francesco Colpizzi, Presidente Regionale di Fedagri-vino – si è registrata una produzione di vino di circa 398. 000 ettolitri, con un incremento, rispetto allo scorso anno, di circa il 16%. Contando su 14 cantine con oltre 6. 500 ettari di vigneti ubicati in tutti i territori più vocati della nostra regione, oltre i 2/3 del raccolto è destinato alla produzione di vini docg e doc: dal Chianti al Nobile di Montepulciano, dalla Vernaccia di San Gimignano ai vini di Maremma, dal Chianti Classico al Brunello di Montalcino”. “Dopo i due grandi millesimi del 2007 e 2008, anche quest’anno – ha aggiunto Colpizzi - si sono ripetute le premesse per un’altra ottima annata, grazie, non solo ad un andamento climatico particolarmente favorevole, ma anche all’accurata e costante selezione delle uve praticata dai nostri viticoltori, e nelle cantine, alle moderne tecniche di vinificazione impiegate sempre nel rispetto della tradizione: un costante felice connubio che potrà offrire ai consumatori, ancora una volta, vini di qualità sicuramente sopra la media”. Tuttavia, gli effetti della crisi dell’economia si fanno sentire anche sul settore della viticoltura toscana, che rappresenta non solo una pietra angolare di eccellenza del sistema agroalimentare regionale, ma che, negli ultimi anni sempre di più, ha contribuito decisamente a rafforzare l’immagine del made in Italy nel mondo. Il calo delle vendite di vino toscano, infatti, nei primi 9 mesi di quest’anno, rispetto alla media del triennio precedente è complessivamente del 21%, ma sfiora anche il 30% per alcune denominazioni particolarmente importanti. “Il mercato del vino italiano (e quello toscano non fa eccezione ) – ha proseguito Colpizzi – dopo quindici anni di crescita, registra da 18 mesi una decisa contrazione delle vendite, tanto sui mercati internazionali, quanto su quelli domestici. Le cantine toscane hanno una forte vocazione all’internazionalizzazione, come è testimoniato dal fatto che il 57% del fatturato è sviluppato dalle esportazioni (31% in area U. E. – 26% in area extra U. E. ); ma la recessione in tre paesi, Stati Uniti, Regno Unito e Germania, che, da soli, negli ultimi anni assorbivano il 36% della produzione, sta incidendo pesantemente sulle prospettive delle nostre aziende”. “In Italia, poi, alla crisi dell’economia – ha puntualizzato Colpizzi -, si sono aggiunti gli effetti della campagna ‘anti alcol’ che sta colpendo fortemente anche il nostro settore, mentre abbiamo ragionevole certezza nel ritenere che i nefasti fatti di cronaca che caratterizzano il fine settimana, siano legati, non tanto al consumo moderato di vino che, da sempre, fa parte della cultura della tavola italiana, quanto, piuttosto, all’uso di stupefacenti ed all’abuso di superalcolici: un vero e proprio atto di ‘banditismo intellettuale’”. Secondo Confcooperative-fedagri Toscana, la produzione di eccellenza espressa dalla viticoltura toscana, non basta più, da sola, per avere successo nel mercato mondiale, dove, peraltro, nell’ultimo decennio con sempre maggiore intensità, sono aumentati i competitors: Australia, Cile, Argentina: una condizione sicuramente necessaria, ma, da sola, assolutamente, non sufficiente per consolidare le posizioni di primato raggiunte negli ultimi decenni. Oggi altri fattori sono diventati essenziali ed irrinunciabili per tornare ad essere vincenti. “La capacità di produrre qualità con costi ragionevoli per i consumatori – ha concluso Colpizzi – rappresenta un sicuro valore aggiunto, soprattutto quando, come ora, la capacità di spesa delle famiglie si riposiziona verso il basso. Valore aggiunto che le nostre cantine detengono, in virtù delle proprie dimensioni, della capacità di differenziare e selezionare i prodotti, e dei cospicui investimenti realizzati nei vigneti e nel processo di vinificazione. Si rende ora necessario però, creare nuove sinergie tra le imprese ed un rinnovato impegno promozionale all’immagine del vino toscano, attraverso il concreto coinvolgimento della Regione e dei Consorzi di Tutela delle denominazioni toscane”. “E’ fuori dubbio che, soprattutto nei momenti di crisi, ognuno debba fare bene la sua parte – ci dice Gianfranco Tilli, Presidente Regionale di Confcooperative – le imprese, le istituzioni, gli altri soggetti economici. L’aumento di produzione registratosi nelle nostre cantine è la riprova che gli agricoltori hanno fiducia nelle loro cooperative. Ma, prima di tutto, nelle fasi economiche straordinariamente recessive, occorre rispondere con scelte e provvedimenti straordinari. Anche per questo, nei giorni scorsi, abbiamo richiesto alla Presidenza della Regione Toscana, unitariamente alle altre associazioni regionali della cooperazione e dell’agricoltura, l’attivazione delle procedure per il riconoscimento dello Stato di Crisi dell’agricoltura toscana, con una serie articolata di misure che potranno alleggerire le finanze delle aziende, come ad esempio la sospensione del pagamento degli oneri sociali o il rientro differito delle rate dei finanziamenti bancari a lungo termine”. .  
   
 

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