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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Ottobre 2009
 
   
  UNA PROCEDURA DI ASILO UNICA E PIÙ EQUA PER UNO STATUS UNIFORME IN TUTTA L´UE

 
   
  Bruxelles, 22 ottobre 2009 – Ieri la Commissione europea ha adottato le proposte di modifica di due degli strumenti legislativi vigenti nell’ambito del sistema comune europeo di asilo: la direttiva sulla qualifica e lo status delle persone bisognose di protezione internazionale e la direttiva sulle procedure di asilo. L’obiettivo è quello di completare il sistema di protezione internazionale dei richiedenti asilo. Queste modifiche fanno seguito alle proposte presentate dalla Commissione nel dicembre 2008 e nel 2009 per attuare il programma dell’Aia e il piano strategico sull’asilo: la direttiva sulle condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo, il regolamento Dublino, il regolamento Eurodac, il regolamento sull’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo e il programma comune di reinsediamento Ue. Le misure previste offrono una maggiore protezione alle vittime di persecuzioni, come richiesto dal Consiglio europeo nel patto sull’immigrazione e l’asilo. Le proposte dovrebbero armonizzare gli strumenti di cui l’Ue dispone in questo settore e allo stesso tempo semplificare e consolidare le norme di protezione sostanziali e procedurali in tutta l’Unione, prevenendo così le frodi e migliorando l’efficienza della procedura di asilo. Il vicepresidente della Commissione europea Jacques Barrot, responsabile del portafoglio giustizia, libertà e sicurezza, ha dichiarato: “Oggi la Commissione porta a compimento il sistema comune europeo di asilo. Negli ultimi anni abbiamo realizzato notevoli progressi grazie all’attuazione di norme comuni, ma le differenze tra gli Stati membri sono ancora notevoli. Le nostre proposte costituiscono un importante passo avanti verso norme di protezione di livello più elevato, condizioni più eque e un sistema più coerente ed efficace”. Direttiva sulla qualifica e lo status delle persone bisognose di protezione internazionale La proposta ha, in particolare, questi obiettivi: - chiarire alcuni concetti giuridici utilizzati per definire i motivi che giustificano la protezione, quali “soggetti che offrono protezione”, “protezione all’interno del Paese d’origine” o “appartenenza ad un determinato gruppo sociale”. Ad esempio, nell’esaminare una domanda si terrà maggiormente conto delle questioni di genere. Grazie a questi chiarimenti le autorità nazionali saranno in grado di utilizzare i criteri in maniera più efficace e potranno distinguere più rapidamente le persone bisognose di protezione internazionale dalle altre; - eliminare le differenze nel livello dei diritti concessi ai rifugiati e ai beneficiari di protezione sussidiaria, che non possono più ritenersi giustificate. Le modifiche riguardano la durata dei permessi di soggiorno, l’accesso all’assistenza sociale e sanitaria e al mercato del lavoro; - rafforzare l’accesso effettivo ai diritti già riconosciuti dalla direttiva, tenendo conto dei problemi specifici di integrazione dei beneficiari di protezione internazionale. Questi ultimi non possono ad esempio chiedere alle autorità del proprio Paese il rilascio di documenti che dimostrino il conseguimento di titoli di studio o di qualifiche professionali; di conseguenza, la proposta cerca di aiutarli a superare queste difficoltà di ordine pratico, agevolando il riconoscimento delle loro qualifiche, l’accesso alla formazione professionale e agli strumenti di integrazione. Direttiva sulle procedure di asilo La proposta ha, in particolare, questi obiettivi: predisporre una procedura unica che semplifichi e razionalizzi le procedure di asilo, riducendo così l’onere amministrativo a carico degli Stati membri; facilitare l’accesso alle procedure di esame mettendo a disposizione di coloro che desiderano presentare domanda di protezione internazionale informazioni rilevanti e consulenza fin dall’inizio della loro permanenza sul territorio. Le guardie di frontiera, le forze di polizia e le altre autorità che per prime entrano in contatto con le persone che chiedono protezione avranno un’idea più precisa di come procedere nei loro confronti; rendere più efficace la procedura di esame delle domande. Una delle misure più importanti è l’introduzione di un termine generale di sei mesi per ultimare le procedure di primo grado. Affinché gli Stati membri si adeguino a tale termine, la proposta concede loro un periodo di transizione di tre anni. Inoltre, la proposta semplifica e chiarisce nozioni e meccanismi procedurali, tra i quali la nozione di “Paese di origine sicuro”, l’obbligo dei richiedenti asilo di collaborare con le autorità nazionali o le procedure accelerate. Le modifiche servono ad assicurare un accesso più rapido alla protezione per chi ne ha veramente bisogno; migliorare la qualità delle decisioni in materia di asilo. La proposta rafforza le garanzie procedurali, in particolare per le persone vulnerabili, quali le vittime di tortura o i minori non accompagnati. Il personale che entra in contatto con i richiedenti asilo dovrà disporre delle competenze necessarie; assicurare l’accesso dei richiedenti asilo ad un mezzo di impugnazione efficace in linea con gli obblighi imposti agli Stati membri dal diritto comunitario e internazionale. La proposta precisa che i giudici devono riesaminare in fatto e in diritto le decisioni rese in primo grado, e stabilisce norme chiare riguardo all’effetto sospensivo dei ricorsi. Le modifiche assicurano coerenza con gli sviluppi della giurisprudenza riguardanti il diritto alla difesa, il principio dell´eguaglianza delle armi e il diritto ad una tutela giurisdizionale effettiva. .  
   
 

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