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Notiziario Marketpress di Giovedì 22 Ottobre 2009
 
   
  CONSIGLIO EUROPEO: VERTICE EUROPEO FRA LISBONA E COPENAGHEN

 
   
  Strasburgo, 22 ottobre 2009 - Il Trattato di Lisbona e il vertice di Copenaghen sul clima hanno dominato il dibattito di preparazione al summit europeo della settimana prossima. Sull´agenda dei Capi di Stato e di Governo anche immigrazione illegale, crisi finanziaria e nuovo servizio europeo per gli affari esteri. "Tutte questioni" - ha detto la rappresentante del Consiglio Cecilia Malsttröm - "che sarà più facile affrontare con il Trattato di Lisbona". I deputati hanno definito il messaggio che il presidente Buzek dovrà portare ai leader europei il prossimo 29-30 ottobre. Sarà un Consiglio europeo particolarmente importante, perché i premier e i capi di Stato sono chiamati a definire le linee guida per l´entrata in vigore del Trattato di Lisbona e la posizione europea al vertice sul clima di Copenaghen. Lisbona: ora passiamo ai problemi veri: "Dopo il successo del ´Si´ in Irlanda e la conclusione del processo di ratifica in Polonia, possiamo dire che tutti gli Stati membri hanno democraticamente approvato il Trattato di Lisbona", esordisce il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Ma i deputati pensano già al dopo:, "Finché il dibattito europeo sarà monopolizzato dalla questione istituzionale, le vere sfide non possono essere affrontate con la prontezza e il senso di responsabilità che meritano", mette in guardia il leader popolare Joseph Daul: E il capogruppo liberale Guy Verhofstadt non perde l´occasione per fare pressing sul presidente ceco, l´unico a non aver ancora firmato il Trattato: "pare che Klaus si sia rassegnato all´idea che non c´è più niente che possa fermare il Trattato". Il conservatore inglese Timothy Kirkhope (Ecr) mette in guardia sulla necessità di ottenere risultati: "Le questioni istituzionali non aiutano a risolvere il problema del clima, e non cambiano niente per i cittadini. Il vertice dovrebbe concentrarsi sulle questioni che interessano davvero la gente". A difendere Klaus ci pensa l´euroscettico Farage (Efd): "Klaus crede nella democrazia nazionale, e difende l´interesse nazionale ceco. Ha ragione ad aver paura. Non tutti hanno aderito al Trattato di Lisbona democraticamente. " La rappresentante del Consiglio Cecilia Malström, ministro delle politiche comunitarie in Svezia, conclude annunciando che la presidenza svedese presenterà una relazione sull´entrata in vigore del Trattato di Lisbona, compreso il funzionamento del servizio per gli affari esteri e il ruolo dell´Alto Rappresentante per la politica estera. Copenaghen: fare pressione sui partner - La parola torna a Barroso: "Sappiamo tutti che più aspettiamo, più il costo dell´azione sarà alto. Dobbiamo trovare soluzioni creative e mostrare che l´Europa è unita nella lotta al cambiamento climatico. Dobbiamo mostrare in primo luogo che siamo sulla buona strada per ridurre le emissioni, e in secondo luogo che siamo pronti ad aiutare chi dimostra di voler collaborare". "Spero che il Consiglio saprà trovare una strategia adatta alla situazione, ovvero alla mancanza di impegni delle nostre controparti. Che pressione sarete in grado di mettere sugli Usa, sulla Cina, su tutti i Paesi emergenti? Sarete moderati e gentili, o eserciterete una pressione vera?" - incalza Joseph Daul. D´accordo il rappresentante dei Socialisti e Democratici Hannes Swoboda: "Copenaghen sarà una delle più importanti decisioni, servono obiettivi vincolanti per tutti. Ma non sarà facile. " La questione sta particolarmente a cuore al gruppo Verde che si è espresso per voce di Rebecca Harms: " Copenaghen è la sfida più grande, dobbiamo prenderla sul serio. I Paesi poveri hanno bisogno di 100 miliardi di euro all´anno per raggiungere i loro obiettivi sul clima a partire dal 2020. In confronto ai vari pacchetti di stimolo per la ripresa economica stanziati dai Governi occidentali, stiamo parlando di noccioline!" Crisi e occupazione: il ´nuovo´ sistema finanziario - I bonus dei manager sono una ´provocazione´ per Swoboda, che li definisce "non il problema principale, ma l´elemento che mostra come molti manager non hanno capito come devono andare le cose nel nuovo sistema finanziario". Critico sulla linea dell´Ue sulla crisi Lothar Bisky, capogruppo della Sinistra Unita, che attacca "le politiche degli Stati membri e della Commissione sulla solidarietà, sui sistemi sociali e pensionistici" E conclude: "Non vedo la strategia che ci porterà fuori da questa situazione". .  
   
 

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