|
|
|
 |
  |
 |
|
Notiziario Marketpress di
Martedì 24 Ottobre 2006 |
|
|
  |
|
|
INDAGINE CONGIUNTURALE SULL´ARTIGIANATO PIEMONTESE 2 SEMESTRE 2006
|
|
|
 |
|
|
Torino, 24 ottobre 2006 - E’ stata presentata alla presenza del Vice-presidente ed Assessore alle Attività Produttive, Paolo Peveraro, l’indagine congiunturale sull’artigianato piemontese relativa ai dati del secondo semestre 2006, realizzata dall’Osservatorio regionale. I risultati operativi e le previsioni delle imprese artigiane piemontesi rimangono all’insegna delle criticità, nonostante siano confermati dei timidi segnali di ripresa, che appaiono persino più marcati rispetto all’ultima rilevazione. Si può parlare di un attenuamento della fase critica, non di un recupero dei livelli di fiducia e delle performance su valori positivi, l’attesa inversione di tendenza non si è dunque ancora interamente palesata. Il segnale più confortante, forse, è rappresentato dal dato che vede gli indicatori congiunturali in risalita per la seconda indagine consecutiva. I giudizi forniti dagli artigiani sull’economia regionale confermano questo quadro: il saldo Il saldo relativo ai giudizi sull’economia è rappresentato dalla differenza aritmetica tra percentuale di giudizi (o previsioni) positivi e percentuale di giudizi (o previsioni) negativi. È infatti in lieve risalita rispetto alla passata rilevazione (-22 rispetto a –37 di 6 mesi fa), ma ancora fermo su valori negativi. Anche le previsioni per il secondo semestre sono in risalita: il saldo crescita/diminuzione passa da –15 a –3, e riflette una ripresa nella fiducia sulle prospettive dell’economia piemontese trasversale a tutti i settori d’attività. Il dato emergente da questa rilevazione, dunque, è quello di un moderato ma diffuso atteggiamento di speranza, che riporta i risultati operativi e il clima di fiducia agli inizi del ciclo negativo (inizio 2002). Questo clima trova fondamento nei risultati dell’andamento produttivo del semestre passato dichiarato dagli artigiani piemontesi: migliorano leggermente i saldi relativi alla domanda e al fatturato, e torna positivo il saldo tra imprese che hanno incrementato e diminuito l’occupazione (+0. 9). Unico dato preoccupante è invece la diminuzione nella propensione agli investimenti effettuati degli artigiani piemontesi. L’indagine inoltre mette in luce come le difficoltà siano maggiori nell’artigianato di servizi (soprattutto nelle imprese di riparazioni, in quelle di trasporti e in quelle di servizi alla persona) e minori tra le imprese manifatturiere e delle costruzioni. Tra le province i dati di Cuneo sono i meno negativi insieme – ma più moderatamente - ad Asti e Novara, mentre quelli di Biella sono i più critici. All’interno di questo quadro generale la provincia di Torino non brilla in modo particolare: migliora il clima di fiducia ma le proprie performance rimangono su valori della media regionale. Sottolinea il Vice-presidente Peveraro: “L’indagine dell’Osservatorio conferma che la ripresa c’è e si consolida. L’amministrazione regionale dovrà sostenere questa ripresa in modo selettivo, attraverso i vari strumenti previsti dalla normativa, per far sì che in tutti i comparti ed in tutte le aree regionali si rafforzi e confermi tutti gli elementi positivi che emergono, ad iniziare dall’incremento dell’occupazione. Per la prima volta dopo anni, i segnali di ripresa economica generale sembrano riverberarsi in un’inversione di tendenza anche per l’artigianato piemontese; questa diagnosi si basa su indizi più solidi di quelli intravisti nel recente passato, quando i deboli segnali di miglioramento alimentavano attese di rilancio regolarmente smentite nel semestre successivo. Questa rilevazione, viceversa, appare coerente con il quadro che altre indagini congiunturali (produzione industriale, economia regionale) hanno delineato per la prima parte dell’anno in corso, all’insegna dei segnali diffusi di ripresa, seppure nel quadro di criticità tutt’altro che superate” Gli ostacoli allo sviluppo - Coerentemente con il quadro descritto, il problema maggiormente percepito dagli artigiani piemontesi è il mercato debole (28. 3% dei rispondenti). Gli altri ostacoli più frequentemente citati sono correlati alle difficoltà dell’attuale situazione internazionale: rispetto agli anni passati, è maggiormente percepito il problema del costo delle materie prime e dei carburanti (24. 4%), con percentuali di rispondenti che raddoppiano rispetto allo scorso anno. Anche il problema della concorrenza sleale del lavoro nero appare più chiaramente percepito rispetto agli anni passati, diventando infatti il terzo problema segnalato tra le imprese dell’artigianato piemontese, e in particolare Torino, Alessandria e Cuneo, realtà provinciali dove sono insediati sistemi produttivi particolarmente esposti alla competizione dei paesi entranti o alle scelte di delocalizzazione operate da alcune imprese capofila. Dotazioni tecnologiche - L’analisi della dotazione Ict (Information and Comunication Technologies) conferma il procedere a rilento del processo di adeguamento tecnologico degli artigiani. Rispetto agli anni passati, restano pressoché immutate le percentuali di coloro che posseggono un Pc, una connessione Internet (38,7%) od un proprio sito web (11,3%). In sostanza, la diffusione delle Ict in ambito small business fatica a decollare: molti operatori, probabilmente, reputano ancora opzionale il ricorso ai moderni strumenti di comunicazione, promozione, gestione delle informazioni, ovvero faticano a trovare le modalità di un loro inserimento nel proprio peculiare ambiente aziendale. In allegato una sintesi della ricerca. Conoscenza e reti sociali: le risorse strategiche dell’impresa artigiana - La presentazione dei dati dell’indagine congiunturale sull’artigianato è stata preceduta dalla relazione sulla ricerca “Conoscenza e reti sociali: le risorse strategiche dell’impresa artigiana” illustrata da Salvatore Cominu. Alla presentazione sono intervenuti Clara Merlo, dell’Osservatorio regionale dell’artigianato, Silvano Berna, segretario del Comitato Unitario Confederazioni Artigiane Piemontesi e Marco Cavaletto, direttore regionale dell’Artigianato e Commercio. . |
|
|
|
|
|
<<BACK |
|
|
|
|
|
|
|