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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 28 Ottobre 2009 |
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RATING, CON IL DOWNGRADE L’IMPATTO C’È SECONDO UNO STUDIO CAREFIN BOCCONI I DOWNGRADE INFLUISCONO NEGATIVAMENTE SUI PREZZI AZIONARI, IN MODO MENO PRONUNCIATO PER GLI EMITTENTI DEL SETTORE FINANZIARIO, MENTRE GLI UPGRADE NON HANNO UN IMPATTO SIGNIFICATIVO
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Milano, 28 ottobre 2009 - Il senso comune prevede che i miglioramenti e i peggioramenti dei rating siano accompagnati rispettivamente da un aumento e da una riduzione dei prezzi azionari. Ma uno studio del Carefin Bocconi (Centre for applied research in finance) su un ampio campione di più di 500 variazioni di rating in Europa indica una reazione fortemente asimmetrica, così confermando una relazione già riscontrata nei dati disponibili per il mercato americano. Secondo lo studio, infatti, i downgrade influiscono negativamente sul valore delle azioni mentre gli upgrade non esercitano un impatto significativo sui prezzi. Lo studio, condotto da Paolo Colla e Stefano Gatti (Università Bocconi) insieme a Federico Calderoni (Banca Agrileasing), analizza la reazione degli investitori all’annuncio di un miglioramento o di un peggioramento del rating delle imprese europee basandosi su un ampio campione di più di 500 variazioni annunciate da Moody’s nel periodo 2002-2007. “Abbiamo trovato che, nel giorno dell’annuncio, il prezzo delle azioni di un emittente con rating abbassato cade di circa l’1% mentre i prezzi delle azioni non reagiscono in presenza dell’annuncio di un rating migliore,” spiega Gatti. Gli investitori non sembrano dunque in grado di prevedere i peggioramenti del rating, ma reagiscono prontamente quando essi vengono annunciati. Secondo lo studio la reazione è più pronunciata quando il rating viene abbassato di più di un gradino (o “notch”). Infatti, dato un calo di un notch (ad esempio da A+ ad A) il prezzo delle azioni dell’emittente cala di circa l’1% nel giorno dell’annuncio. Il calo è dell’1,5% se viene invece annunciato un downgrade di due o più notches (ad esempio da A+ a A-). “Il comportamento asimmetrico degli investitori in azioni è confermato anche considerando diversi mercati azionari nazionali e diversi settori,” spiega Gatti. “In tutti i mercati europei e in tutti i settori analizzati abbiamo sistematicamente riscontrato un impatto negativo sui prezzi azionari degli annunci di downgrade, ma nessuna apprezzabile reazione quando si comunica al mercato un miglioramento del rating”. Vi è infine un interessante risultato relativo ai peggioramenti di rating. La reazione negativa dei prezzi azionari è meno pronunciata per gli emittenti del settore finanziario, per esempio banche e assicurazioni, e per gli emittenti del Regno Unito. “Verosimilmente, questo risultato è dovuto a livelli più alti di diffusione di informazioni da parte delle istituzioni finanziarie e ad un più alto livello di standard informativi sul mercato inglese,” conclude Gatti. . |
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