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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Ottobre 2006
 
   
  LO STUDIO APROS-DIADYS DEFINISCE LA PREVALENZA DELLA DISFUNZIONE DIASTOLICA IN ITALIA SOTTO ACCUSA LA PRESSIONE ARTERIOSA NON CONTROLLATA E L´IPERTROFIA CARDIACA.

 
   
  Milano, 25 ottobre 2006 - Cresce con l´aumentare dell´età, interessa frequentemente le donne ed appare direttamente correlata con i valori di pressione arteriosa. Quanto più risulta elevata la pressione, tanto maggiore è la prevalenza della disfunzione. Non solo. Appare maggiormente diffusa tra i pazienti che, pur essendo in trattamento antipertensivo, non aderiscono alla terapia indicata dal medico. Questo, in sintesi, (´identikit del paziente che più rischia la disfunzione diastolica sulla base dei risultati dello studio Apros-diadys, presentato oggi a Milano. La ricerca Apros-diadys (Assessment of Prevalence: Observational Survey of Diastolic Dysfunction) rappresenta la prima grande valutazione clinica interamente condotta nel nostro paese per valutare la prevalenza di questa condizione e per definire il miglior approccio alla patologia, ed è stata patrocinata dalla Società Italiana di Cardiologia (Sic) e dalla Società Italiana dell´Ipertensione (Sila). ´I risultati dello studio, oltre a definire per /a prima volta i contorni epidemiologici di un quadro clinico estremamente complesso, offrono agli specialisti ed al medico di medicina generale una serie di informazioni utilissime per l´inquadramento ed il corretto monitoraggio dell´anziano iperteso" - fa notare Alberto Zanchetti, Professore Emerito dell´Università di Milano e Direttore Scientifico Fondazione Istituto Auxologico Italiano, coordinatore dello studio. L´indagine epidemiologica ha coinvolto più di 2500 pazienti ipertesi con frazione di eiezione superiore al 45 per cento nei soggetti con età superiore ai 65 anni osservati in oltre cento strutture cardiologiche ed internistiche italiane, ed è stata realizzata grazie al contributo di sanofi-aventis. Si tratta del primo studio di questo tipo nel nostro paese ed i risultati confermano come la disfunzione diastolica sia molto frequente tra gli anziani ipertesi. Almeno un iperteso anziano su quattro ha infatti mostrato segni di disfunzione diastolica, la cui frequenza aumentava in presenza di vari fattori di rischio, quali: Età; sindrome metabolica; pressione sistolica; ipertrofia cardiaca; insufficiente controllo terapeutico della pressione. La disfunzione diastolica può essere considerata una condizione caratterizzata da un´alterazione delle proprietà del tessuto miocardico, con insufficiente riempimento del ventricolo sinistro, lento o ritardato rilassamento del ventricolo stesso. "Diverse condizioni patologiche possono favorire /Insorgenza di questo processo patologico - afferma Massimo Volpe, Direttore della Cattedra di Cardiologia della Ii Facoltà di medicina, Università di Roma La Sapienza - O/tre alla cardiopatia ischemica, all´ipertensione e al diabete tra le più comuni cause di disfunzione diastolica ci sono l´età avanzata e l´obesità. Inoltre, altre patologie meno comuni, come la pericardite o alcune forme di cardiomiopatia, vengono oggi considerate in grado di favorire /o sviluppo della disfunzione diasto/ica. Il rischio d/ andare incontro a questa situazione appare direttamente correlato, o/tre che a//´età superiore ai 65 anni, anche alla presenza di specifici fattori di rischio´: In base alle ricerche epidemiologiche disponibili, la disfunzione diastolica sarebbe presente in poco più del 2 per cento della popolazione generale, per giungere fino quasi al 15 per cento nei pazienti affetti da ipertrofia ventricolare sinistra, è presente in oltre il 10 per cento negli infartuati e tra il 5 e 10 per cento dei diabetici e degli ipertesi. Owiamente il rischio di disfunzione diastolica aumenta quando sono presenti nello stesso paziente diversi fattori di rischio cardiovascolari, compresa l´età. Ciò che più conta è che la presenza di disfunzione diastolica appare correlata con un maggior rischio di mortalità. "La disfunzione diasto/ica sembra rappresentare una causa frequente e importante di scompenso cardiaco, definito scompenso diasto/ico, cioè scompenso cardiaco con norma/e funzione sisto/ica (norma/e frazione di elezione) del ventricolo sinistro", afferma Enrico Agabiti Rosei, Professore ordinario di Medicina Interna – Direttore della Clinica Medica e della Scuola di Specializzazione in Medicina Interna della Università di Brescia e del Dipartimento di Medicina degli Spedali Civili di Brescia – e attuale Presidente della Società Italiana dell´Ipertensione Arteriosa. "La comparsa dei sintomi di scompenso cardiaco - sottolinea il professor Agabiti Rosei - come /a sensazione di dispnea, cioè di mancanza di fiato, soprattutto sotto sforzo, ma poi anche a riposo, e il rilievo di gambe gonfie, cioè di edemi declivi, è dovuto a/la congestione polmonare e sistemica, perché il riempimento del ventricolo è compromesso, anche se la sua funzione di pompa a riposo è normale´: Questa forma di scompenso cardiaco è relativamente frequente, soprattutto negli ipertesi anziani, ed è causa di elevata morbilità e mortalità. .  
   
 

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