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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Ottobre 2006
 
   
  DALLA DISFUNZIONE DIASTOLICA ALLA SCOMPENSO CARDIACO PROF. ENRICO AGABITI ROSE/ MEDICINA INTERNA DELLA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA

 
   
  Milano, 25 ottobre 2006 - Lo scompenso cardiaco, nonostante il netto miglioramento delle cure cardiovascolari, è in crescita. Il motivo è facilmente comprensibile: oltre all´aumento della vita media, grazie all´efficacia delle terapie attuali, cresce la soprawivenza dopo malattie come l´infarto del miocardio, con conseguente aumento del numero di pazienti a rischio di scompenso. In Italia, i malati di scompenso cardiaco sono oltre mezzo milione, quasi l´uno per cento della popolazione. Questa patologia ha pesanti ripercussioni anche sul sistema sanitario. Secondo dati recenti, ogni giorno negli ospedali italiani vengono ricoverate oltre 500 persone con questa malattia, per un totale di oltre 180 mila nuovi casi ogni anno. Negli ultimi cinque anni, i ricoveri sono aumentati del 40 per cento. La patologia è estremamente grave, soprattutto se si pensa che circa 40 malati su 100 muoiono entro un anno dal primo ricovero e solo 25 uomini e 38 donne su 100 sopravvivono a 5 anni dalla diagnosi. La disfunzione diastolica sembra essere una causa importante e frequente di scompenso cardiaco. E´ tipica della persona anziana, appare generalmente più diffusa tra le donne e si associa spesso ad ipertensione arteriosa. La sua presenza si correla ad ipertrofia del ventricolo sinistro e a fibrosi, con conseguente progressiva perdita della capacità di rilasciamento del ventricolo stesso. Questa condizione può associarsi ad alterazioni della fase sistolica del cuore durante sforzo con pesanti ripercussioni sull´attività cardiaca e sulla sintomatologia clinica. Il rapporto tra disfunzione diastolica e scompenso diastolico è molto stretto. Infatti, in presenza di alterato rilasciamento e aumentata rigidità del ventricolo sinistro, si determina un aumento di pressione telediastolica ventricolare cui corrisponde un aumento della pressione capillare polmonare e sistemica, con conseguente congestione e fuoriuscita di liquidi nell´interstizio, cui corrisponde la comparsa dei sintomi clinici dello scompenso cardiaco, come dispnea ed edemi periferici. Ecco quindi il rilievo di sensazione angosciosa di "fiato corto" e di gambe gonfie, cioè dei sintomi più evidenti di scompenso cardiaco, in una situazione in cui non è compromessa la funzione di pompa del cuore, bensì il suo riempimento. Questa forma di scompenso cardiaco è relativamente frequente (40-50% di tutti i casi) ed è causa di elevata morbilità e mortalità. .  
   
 

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