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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Ottobre 2006
 
   
  COSA ACCADE IN CASO DI DISFUNZIONE DIASTOLICA

 
   
  Milano, 25 ottobre 2006 - La funzione diastolica è legata alle proprietà elastiche passive del ventricolo sinistro e quindi alla capacità di rilassamento del miocardio. Si possono verificare alterazioni dovute all´aumento della massa del ventricolo e della quantità di collagene presente, con conseguente diminuzione della capacità di contenimento del ventricolo stesso. Quando ciò accade si modificano sia il tempo di riempimento sia la pressione diastolica. La situazione nel tempo può portare ad una riduzione della gittata cardiaca, pur se la frazione di eiezione rimane normale, con conseguente minore resistenza allo sforzo e comparsa di dispnea da sforzo, sintomo dall´insufficienza cardiaca. La disfunzione diastolica viene considerata una condizione caratterizzata da un´alterazione delle proprietà del tessuto miocardico, con eccessiva distensibilità (Ctrl) diastolica del ventricolo sinistro, insufficiente riempimento di questa cavità cardiaca, lento o ritardato rilassamento del ventricolo stesso. Dalla disfunzione diastolica allo scompenso - La disfunzione diastolica è tipica della persona anziana. Appare più diffusa tra le donne e si associa spesso ad ipertensione. Inoltre, la sua presenza si correla ad ipertrofia del ventricolo sinistro ed a fibrosi, cioè a progressiva perdita della capacità muscolare del ventricolo stesso. Questa condizione può comparire da sola o, come accade frequentemente, associarsi ad alterazioni della fase sistolica del cuore. Infatti, pur se il termine scompenso viene spesso utilizzato per descrivere genericamente i pazienti con insufficienza cardiaca, oggi si pensa che esistano due tipi di scompenso, anche se a volte le forme si sovrappongono: scompenso sistolico: è legato alla ridotta capacità del cuore di pompare il sangue. Il sangue stesso in arrivo al cuore dai polmoni ristagna, creando un eccesso di liquido nell´albero respiratorio e quindi la congestione polmonare scompenso diastolico: si verifica quando il ventricolo sinistro del cuore ha problemi a rilasciarsi. Progressivamente, la semplice disfunzione diastolica porta il cuore ad essere sempre più rigido e quindi non in grado di "svuotarsi" completamente. In questi casi si produce un accumulo di liquidi, in particolare agli arti inferiori, che si può legare a congestione polmonare e a scompenso del ventricolo destro Cos´è lo scompenso cardiaco - Si tratta di una condizione che si verifica quando il cuore perde la sua normale capacità di pompare sangue a sufficienza per mantenere le funzioni vitali dell´organismo e quindi funziona progressivamente con minore efficienza. Lo scompenso cardiaco non si manifesta in genere in modo improvviso ma tende a svilupparsi lentamente e progressivamente. Normalmente occorrono anni perché il quadro provochi sintomi definiti. Purtroppo, però, la progressione della malattia porta inevitabilmente verso un aggravamento dell´insufficienza funzionale cronica del cuore che, nonostante l´impiego di farmaci e terapie sempre più efficaci, conduce a morte. In genere lo scompenso cardiaco non si sviluppa repentinamente, ma viene piuttosto considerato una sorta di "conseguenza" di numerose patologie che direttamente o indirettamente danneggiano il sistema cardiovascolare. Ecco, in sintesi, le principali cause di scompenso: 1. Aterosclerosi - Definita classicamente come (ispessimento delle pareti arteriose (in particolare dovuto all´accumulo a livello dell´endotelio, un componente del rivestimento interno arterioso, di lipidi, ma anche di piastrine), causa la drastica riduzione del calibro di tutte le arterie, specie quelle del cuore, le coronarie, e quindi la diminuzione del flusso di sangue al muscolo cardiaco: il miocardio. Ciò danneggia la normale capacità di pompa muscolare e, contemporaneamente, obbliga il tessuto cardiaco sano a lavorare più del normale per sopperire al deficit instauratosi. 2. Infarto pregresso - L´infarto del miocardio awiene quando si verifica un´ostruzione a livello di una coronaria (l´arteria che porta il sangue al cuore) o di un suo ramo. L´ostruzione blocca così il flusso arterioso, l´apporto di ossigeno e nutrienti al cuore, provocando i ben noti danni al muscolo cardiaco che lasciano una parte di tessuto funzionalmente inefficiente. Ecco perché le restanti zone del miocardio sano devono lavorare e pompare più del normale 3. Ipertensione arteriosa - L´instaurarsi di ipertensione arteriosa essenziale non controllata, sia della pressione sistolica sia della diastolica, aumenta in modo rilevante il rischio di sviluppare scompenso cardiaco in una persona normale. Infatti, livelli di pressione elevati impongono al cuore uno sforzo maggiore del normale per pompare sangue e farlo circolare normalmente in tutto l´organismo. In risposta a questo maggiore lavoro il ventricolo sinistro (deputato al lavoro di pompaggio del sangue nella circolazione periferica), si ispessisce andando incontro a ipertrofia ventricolare sinistra. Col progredire del tempo il ventricolo sinistro ipertrofico diviene soggetto a un aumentato rischio di ischemia, di aritmie e di infarto. 4. Diabete Mellito - Il diabete mellito è sicuramente la condizione metabolica più a rischio di sviluppare serie complicanze micro e macro vascolari; ne consegue che aumenta nettamente il rischio di sviluppare l´insufficienza cardiaca. I pazienti affetti da diabete, inoltre, tendono ad essere in sovrappeso, ad avere ipertensione e ipercolesterolemia, tutti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e che contribuiscono al sovraccarico di lavoro del cuore. 5. Malattie delle valvole cardiache - Diverse malattie come il reumatismo articolare acuto, le infezioni virali o i difetti congeniti possono causare problemi alle valvole cardiache. Infatti, se le valvole cardiache non si aprono o si chiudono completamente durante ogni battito cardiaco, il cuore deve lavorare più del normale per sopperire a questo deficit. E col tempo la sua azione tende ad essere sempre meno efficace. 6. Malattie specifiche del muscolo cardiaco - L´abuso di alcool e di sostanze stupefacenti, alcuni agenti virali ma anche batterici possono provocare danni seri e permanenti al muscolo cardiaco in grado di rendere sempre meno efficiente la sua funzione di pompa 7. Gravi patologie polmonari - Quando i polmoni non forniscono ossigeno a sufficienza al cuore, ad esempio per una grave forma di enfisema o per un tumore diffuso all´albero respiratorio, questo deve pompare molto più sangue del normale per sopperire alle normali richieste di ossigeno dell´organismo. Nel tempo questo meccanismo peggiora la funzionalità e la forza di contrazione del miocardio Cosa succede all´organismo - Lo scompenso cardiaco è una condizione che si verifica sempre quando il miocardio è danneggiato. In questi casi si instaura una serie di alterazioni nella circolazione arteriosa e venosa, che vanno ad affaticare sempre più le prestazioni cardiache, danneggiando in modo irreversibile il miocardio e, di conseguenza, peggiorando le condizioni cliniche del paziente. All´inizio il cuore danneggiato non è in grado di pompare sangue con sufficiente efficacia per mantenere la circolazione arteriosa a livelli normali in tutto l´organismo. La quantità di sangue pompata dal cuore al resto dell´organismo risulta pertanto ridotta, mentre ne viene alterato anche il ritorno dall´organismo àl cuore attraverso le vene. Con il crescere della pressione venosa, il liquido tende a uscire dai vasi sanguigni e crea il cosiddetto edema sia nei polmoni (edema polmonare) sia negli arti inferiori (edema declive, classicamente caratterizzato dal visibile ingrossamento delle caviglie). Di seguito i principali sintomi dello scompenso: Edema: accumulo di liquido nell´addome, nei polmoni, nei piedi e nelle gambe. Dispnea/ insufficienza respiratoria: dovuta ad un eccesso di liquido nei polmoni. Le difficoltà respiratorie possono manifestarsi a riposo o durante l´esercizio fisico e, nei casi gravi, possono impedire o interrompere il sonno. La spiacevole sensazione viene generalmente awertita come una tipica "fame d´aria" Tosse secca persistente: il respiro si fa stridente o affannoso. Stanchezza: definita dagli addetti ai lavori "astenia", è una sensazione generalizzata di spossatezza, mancanza di forze, dovuta al fatto. Che i muscoli e gli altri tessuti ricevono poco ossigeno e nutrimento dal sangue. Il ridotto afflusso di sangue può provocare anche seri danni ad altri organi, come i reni. Mancanza di appetito: è presente una sensazione di sazietà precoce o di nausea, poiché anche l´apparato digerente riceve meno sangue dalle arterie e i processi digestivi sono rallentati. Confusione/ difficoltà di pensiero: si manifestano perdite di memoria, sensazioni di disorientamento, dovute a variazione dei livelli di alcune sostanze nel sangue, tra cui il sodio. Aumentata frequenza cardiaca: il cuore batte più velocemente fino ad arrivare alla comparsa di vere e proprie palpitazioni al fine di compensare la perdita della capacità di pompa muscolare. Classificazione dello scompenso cardiaco - In assenza di un test clinico specifico dell´insufficienza cardiaca, la classificazione della New York Heart Association (Nyha) sulla gravità dell´insufficienza cardiaca viene utilizzata in tutto il mondo per aiutare i medici a valutare la capacità funzionale dei pazienti. La classificazione è strettamente correlata alla prognosi. Classe 1 Nessun sintomo legato alla normale attività. Classe 2 La normale attività fisica produce affaticamento e battito cardiaco irregolare (palpitazioni) che causano una leggera limitazione degli sforzi di intensità ordinaria. A riposo i pazienti non presentano disturbi. Classe 3 Stanchezza, palpitazioni awertite anche per sforzi limitati e inferiori per intensità e durata alla normale attività. A riposo i pazienti non hanno disturbi. Classe 4 I pazienti hanno disturbi anche a riposo e non possono svolgere nessuna delle normali attività La terapia della disfunzione diastolica e dello scompenso - La disfunzione diastolica va prevenuta e controllata fondamentalmente con farmaci in grado di stabilizzare i livelli pressori. Lo studio Apros-diadys dimostra, infatti, che il rischio di disfunzione diastolica è maggiore nei soggetti in cui i valori di pressione arteriosa non sono adeguatamente controllati. Per quanto riguarda lo scompenso cardiaco diastolico non si può ancora parlare di un protocollo di trattamento definito. L´obiettivo delle cure in questa forma è soprattutto il controllo dei sintomi, che si può ottenere riducendo la pressione di riempimento dei ventricoli facendo però attenzione a non ridurre troppo la "spinta" del cuore. Per quanto riguarda Io scompenso cardiaco, ecco gli approcci attualmente disponibili. Terapia farmacologia - I farmaci maggiormente utilizzati per la cura dello scompenso cardiaco sono: Ace-inibitori (farmaci per il trattamento dell´ipertensione) aiutano a dilatare le arterie, abbassano la pressione del sangue e migliorano la funzionalità del muscolo cardiaco. In questo modo aumentano la soprawivenza, riducono i sintomi e i ricoveri ospedalieri. Betabloccanti (anch´essi utilizzati per l´ipertensione) riducono la frequenza cardiaca e migliorano la funzionalità del muscolo. Vanno utilizzati a dosaggi molto bassi: aumentano la sopravvivenza e riducono i sintomi e i ricoveri ospedalieri. Antialdosteronici riducono la fibrosi cardiaca; aumentano la sopravvivenza, riducono il tasso di morte improwisa, riducono i ricoveri ospedalieri. Sartani (Arb, Angiotensin receptor blockers) hanno un profilo farmacologico comparabile agli Ace-inibitori e vengono utilizzati quale alternativa, nel caso di intolleranza a questi ultimi. Anch´essi aumentano la soprawivenza e riducono i ricoveri ospedalieri. Alcuni dati recenti indicano un ulteriore miglioramento di questi parametri in caso di associazione tra sartani e Ace-inibitori. Diuretici prevengono l´edema polmonare, riducono gli edemi periferici, facilitano il respiro, ma non migliorano né la funzionalità del cuore né la sopravvivenza e quindi sono utilizzati soprattutto per alleviare i sintomi. Digitale antico rimedio utilizzato attualmente soprattutto per controllare la fibrillazione atriale; è efficace per ridurre i sintomi, ma non aumenta la sopravvivenza. Crt - La Terapia di Risincronizzazione Cardiaca (Crt) è un trattamento che sfrutta un dispositivo che trasmette stimoli elettrici ad entrambi i lati del cuore, risincronizzando e allo stesso tempo migliorando la sua azione di pompa. Un pacemaker convenzionale stimola esclusivamente il lato destro del cuore, avendo effetti esclusivamente sul battito cardiaco. Uno studio recente ha dimostrato che la Crt diminuisce significativamente, in pazienti con scompenso cardiaco in fase avanzata e con alcune caratteristiche particolari, il rischio di morte per tutte le cause e i ricoveri ospedalieri, se aggiunta al trattamento con i farmaci che controllano la malattia. La Crt ha anche dimostrato, in combinazione con un defibrillatore impiantabile, di ridurre significativamente la mortalità. Chirurgia - La rivascolarizzazione e altri interventi chirurgici (ad esempio sulla valvola mitralica) possono, intervenendo sulle cause dello scompenso, migliorare la sintomatologia. .  
   
 

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