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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Novembre 2009 |
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MAFIA IN TOSCANA, NUOVI PERICOLI CON LA CRISI MASSIMA ATTENZIONE SUGLI INVESTIMENTI DEL DENARO SPORCO
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Firenze, 2 novembre 2009 - Anche se la Toscana non è mai stata terra di mafia, è da almeno 30 anni che in Toscana si segnalano presenze e interessi della criminalità organizzata e tutto questo potrebbe fare un salto di qualità in una situazione di crisi che vede tante imprese e famiglie in difficoltà. È questo il pericolo sottolineato nelle conclusioni di “La criminalità organizzata in Toscana. Storia, caratteristiche ed evoluzione”, ricerca che, curata dal professor Enzo Ciconte e prodotta da Regione Toscana e Avviso Pubblico, è stata presentata il 31 ottobre nell´ambito di Dire &Fare, presente per il governo regionale il vicepresidente Federico Gelli. «Una ricerca importante perché mostra chiaramente ciò che non sempre è stato considerato con la giusta attenzione, ovvero che da molti anni le varie mafie hanno visto nella Toscana un´opportunità per fare buoni investimenti e riciclare denaro sporco – ha sottolineato Gelli – C´è molto di cui essere preoccupati, anche perché, grazie alle difficoltà economiche, è più facile che arrivino nei nostri territori capitali mafiosi. E questo con le stesse dinamiche con cui imprese in odore di mafia sono riuscite a infiltrarsi nei lavori pubblici con offerte più vantaggiose di tante imprese oneste». La ricerca, tra l´altro, riporta atti della Direzione nazionale antimafia in cui si denunciano il «tentativo di alterazione del mercato locale delle imprese edili» e gli investimenti nel settore immobiliare e turistico-alberghiero. «Un fenomeno non ancora concluso, ma anzi in piena espansione» sottolinea la ricerca, che richiama anche la possibilità per i gruppi criminali organizzati di «confondere le proprie iniziative, e in particolare quelle propriament e e direttamente a sfondo economico-patrimoniale, con quelle di operatori economici che si muovono nell´ambito della legalità». Sottolineata anche la “recrudescenza” di forme di estorsione da parte di gruppi di casalesi. Ma l´allarme più forte è legato proprio alla disponibilità di capitali delle organizzazioni criminali. «Il punto più delicato è esattamente questo – si legge – perché in una situazione di crisi economica chi ha un´enorme disponibilità di contanti è l´organizzazione mafiosa che non esiterà a prestare soldi con l´obiettivo di impadronirsi delle proprietà. Questo è il pericolo mortale che corre l´economia del Centro e del Nord. Non è solo un pericolo o un´ipotesi astratta». «In ogni caso – sottolinea ancora Gelli – la nostra regione dimostra di possedere anche validi anticorpi. In primo luogo, la diffusa cul tura della legalità, decisiva perché è chiaro che la mafia comincia a mettere radici quando il complesso delle regole comincia a cedere. E poi la tenuta di istituzioni locali che solo in sporadici casi sono state permeabili agli interessi della criminalità organizzata. Come Regione Toscana stiamo facendo la nostra parte. La nostra legge sugli appalti, con le sue regole di trasparenza e i suoi controlli, ci aiuterà molto, così come la nuova legge sull´usura alla quale stiamo lavorando da mesi. Ed è su questa strada che bisogna andare avanti». . |
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