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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Novembre 2009 |
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AL TEATRO LEONARDO DA VINCI ANTOLOGICA GROCK
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Milano, 2 novembre 2009 - Quelli di Grock inaugura la stagione 2009/2010 proponendo spettacoli che raccontano la storia e la poetica della Compagnia e festeggia così la gestione diretta del Teatro Leonardo da Vinci. Sono spettacoli in puro stile Grock: ironia, fisicità, poesia, movimento e liricità. Cinema Cinema (3/5 nov), omaggio del teatro alla settima arte, Ze sciò masgoòn (7/9 nov), amaro epilogo di un’amicizia consumata sulle assi di un palcoscenico, e infine Caos (12/14 nov), spettacolo cult ed esplosione di energia, della forza espressiva del corpo e del movimento. Cinema Cinema è uno spettacolo dedicato all’immagine e al sogno, un omaggio alla settima arte e non solo ai grandi film, ai grandi registi, ai grandi attori, ma a tutto il mondo che gravita attorno al cinema e alle importanti influenze che esso ha esercitato nell’arte, nella moda, nel costume, nella vita di tutti i giorni. Quelli di Grock racconta il proprio cinema: per un attimo l’immagine proiettata diventa un odore, un sapore, un’illuminazione colorata, un ammiccare con gli occhi, una voce. La distanza tra lo schermo e gli occhi pare ridursi e tutto lo spettacolo ha il tono di una conversazione a tratti frivola, a tratti ironica, a tratti surreale. La scena si trasforma più volte, diventa schermo, set di produzione, sala di montaggio in un circo impazzito di luci e movimento per riscoprire il lato umano, contraddittorio dell’uomo-attore immutabile sia sul palcoscenico che sul set. E l’apparizione di “Gelsomina” da La strada porta dritti al gran finale felliniano. Ze Sciò Masgoòn. Appaiono in scena, nel mezzo di un palcoscenico spoglio, delimitato da una fuga di quinte sghembe, due strani individui in frac. Bianchi e incanutiti, quasi fossero usciti da un ripostiglio polveroso, s’incontrano o forse si ritrovano per riprendere il filo di una vecchia amicizia. Con la consuetudine e l’intesa che è propria dei legami più profondi, suggerendosi e scambiandosi gesti e battute, rispecchiandosi l’uno nell’altro, si riscoprono attori. In bilico tra comicità e tragedia, malinconia ed euforia, le loro azioni scorrono fluide, sostenute e quasi incalzate dalle più disparate suggestioni musicali e lo “show” assume i contorni di un sogno, del loro sogno. Inevitabilmente le battute e i gesti di questa “strana coppia” scivolano dalla dimensione del teatro in quella della vita reale e la disillusione, la stanchezza di due vecchi attori comici assumono significati esistenziali prima ancora che professionali. Le scenografie si disintegrano, oscilla minacciandoli un lampadario, tutto cade a pezzi e i due si confessano: “noi siamo vecchi, siamo pieni d’acciacchi, siamo smarriti… abbiamo mentito in tutte le lingue, abbiamo fatto di tutto senza fare niente…”. Sembrano ormai decisi a gettare la spugna, avendo esaurito tutto quello che il repertorio offre, ma con un ultimo colpo di coda, sulla stanchezza prevale l’orgoglio e la voglia di testimoniare il senso d’indignazione e il risentimento attraverso il proprio lavoro. L’amicizia, l’arte e il linguaggio della scena possono resistere anche ai tempi più oscuri. Nel teatro come nella vita, malgrado tutto, bisogna andare avanti …the show must go on. Caos. Costruito attingendo alle tecniche del teatro-danza, patrimonio consolidato nello stile di Quelli di Grock, Caos si sviluppa intrecciando parole elementari, pensieri e concetti pratici con i gesti della quotidianità. I corpi degli attori-danzatori, mostrati in diretta o ripresi da una telecamera a circuito chiuso, partono da una gestualità banale che progressivamente si trasforma in espressione complessa ed esaustiva. Le coreografie invadono lo spazio e senza sosta i sei attori, quattro uomini e due donne, liberano un’energia esplosiva e travolgente. Caos può essere definito uno sguardo sul vuoto del vivere quotidiano, ma non uno sguardo drammatico o pensoso, bensì mordace, tagliente, ironico, deformante, illuminante. In Caos non c’è posto per l’angoscia, lo smarrimento, il fastidio: al contrario, tutto avviene all’insegna dell’euforia, di uno sfogo fisico e verbale che diventa sempre più incontenibile e contagioso, fino ad un irresistibile e “torrenziale” finale. Www. Quellidigrock. It . |
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