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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Novembre 2009 |
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UE: SERVE "UNA SOLIDARIETÀ VERA" PER UN ACCORDO SUL CLIMA
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Bruxelles, 10 novembre 2009 . "Quello che i Governi europei stanno proponendo non basta ", dice Jo Leinen, il socialdemocratico tedesco alla testa della commissione Ambiente, a un mese dal vertice Onu di dicembre sul clima. E´ appena tornato da Washington, dove ha incontrato i rappresentanti del Congresso. E il mese prossimo capitanerà la delegazione del Parlamento a Copenaghen. Fra una riunione e l´altra, a trovato il tempo di spiegarci a che punto siamo e quali sono i principali ostacoli all´accordo mondiale sul clima. Onorevole Leinen, siete appena tornati da Washington dove avete incontrato i membri del Congresso. Che segnali avete avuto, gli Usa ce la sono pronti a fare la loro parte nella lotta ai cambiamenti climatici? L´amministrazione Obama è molto avanti, ma gli Stati Uniti sono rimasti indietro su questa sfida. Abbiamo capito che non ce la faranno ad approvare la legge sulla protezione del clima prima di Copenaghen. Quindi, quali impegni potranno assumere a Copenaghen e nel breve termine, resta un punto interrogativo. Sono sicuro che sul medio e lungo termine la mentalità cambierà, a livello politico e anche industriale. Gli Stati Uniti, quando si applicano su una cosa, vogliono essere i primi del mondo, e daranno del filo da torcere alle tecnologie europee. Ma non è ancora il momento, e questo è un problema per il vertice di dicembre. Obiettivi vincolanti, finanziamenti ai Paesi poveri, trasferimento di tecnologie. Ci sono tante questioni sul tavolo a Copenaghen. Quali potranno bloccare i negoziati? Le questioni davvero critiche sono due. La prima è la definizione di obiettivi specifici e vincolanti di riduzione delle emissioni da parte dei Paesi sviluppati. I Paesi in via di sviluppo vogliono vedere un impegno concreto da parte dei Paesi industrializzati che, per 200 anni, hanno inquinato a loro piacimento. La seconda questione è chi paga e quanto per l´adattamento e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici nei Paesi poveri. L´europa, il Giappone e gli Usa devono mettere sul tavolo una proposta interessante per i Paesi in via di sviluppo, se vogliono che questi firmino un accordo. La settimana scorsa i leader europei hanno lanciato un´ "offerta condizionale", che è molto meno ambiziosa rispetto alle posizioni del Parlamento. L´ue riuscirà a mantenere la leadership mondiale nei negoziati? Per il momento l´Ue è il solo attore mondiale a proporre obiettivi di riduzione di Co2 vincolanti e un sistema di aiuti ai Paesi poveri. Ma quello che emerge dal Consiglio europeo non è sufficiente, è una posizione troppo debole e troppo timida. Bisogna essere più coraggiosi da qui a Copenaghen. Per salvare il pianeta, serve un vero patto di solidarietà fra Paesi ricchi e paesi poveri. . . |
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