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Notiziario Marketpress di Mercoledì 25 Ottobre 2006
 
   
  TFR PROVVEDIMENTO IN DIREZIONE OPPOSTA ALLA CRESCITA DELLE PMI- ALBERTO TACCHELLA PRESIDENTE UCIMU: L’ESPROPRIO DEL TFR È UN PERICOLOSO DETERRENTE ALLA CRESCITA DELLE NOSTRE IMPRESE.

 
   
   Cinisello, 25 ottobre 2006 - In relazione alle recenti notizie di stampa che indicano improvvise variazioni nella stesura della legge finanziaria, Alberto Tacchella, presidente Ucimu-sistemi Per Produrre e vicepresidente Federmacchine, associazione e federazione confindustriali rappresentanti l’alta tecnologia produttiva italiana, ha dichiarato: “Gli stop and go che ogni giorno si susseguono nella proposizione della legge finanziaria porteranno gravi difficoltà alle nostre imprese che, per operare sul mercato internazionale, hanno bisogno di certezza e stabilità”. “Il quotidiano cambiamento del metodo di esproprio del Tfr crea, infatti, tensione e disagio all’interno delle aziende, in un momento in cui la lenta ripresa dei mercati impone, invece, un intervento forte e deciso da parte degli organi di governo in affiancamento agli sforzi che le imprese hanno dimostrato e stanno dimostrando. Ora tocca al sistema-paese quanto meno non vanificare i risultati che abbiamo ottenuto finora”. “L’ultima proposta, che obbliga le imprese con più di 50 addetti all’intero versamento della quota di Tfr all’erario, va in direzione opposta alla opportunità di fare internazionalizzazione, attività che gli stessi organi di governo, da sempre, indicano come decisiva per il mantenimento della competitività dell’industria del paese. Questa proposta è un vero e proprio sopruso fatto a quanti hanno operato per sviluppare il proprio business. E, ancor peggio, è un pericoloso deterrente alla crescita delle nostre imprese, un ulteriore ostacolo ai processi di aggregazione e fusione che, come affermiamo da tempo, sono l’unica soluzione per competere sul mercato globale”. “L’industria italiana costruttrice di macchine utensili robot e automazione e, più in generale, quella del bene strumentale sono settori strategici per il sistema economico del paese. Il comparto dei costruttori di beni strumentali, unico - insieme a arredamento e abbigliamento - ad avere il saldo della bilancia commerciale positivo, contribuisce, infatti, in maniera determinante (+11,5 miliardi di euro) e maggiormente rispetto all’altro comparto, al saldo complessivo della bilancia del paese”. “Noi imprenditori del manifatturiero ci chiediamo dunque che cosa si stia aspettando: senza l’apporto dell’industria l’Italia diverrà, un paese di serie b, incapace di essere autonomo. Sembrerebbe, invece, che chi sta al governo attenda soltanto il crollo di quegli ultimi baluardi che possono garantire al paese un posto di primo piano nel contesto economico mondiale”. “In questo senso, tra gli incentivi e le misure volti a favorire lo sviluppo e la crescita delle nostre imprese, vi è anche l’aspetto della logistica e delle infrastrutture che devono, al più presto, essere potenziate”. “In particolare preoccupa molto noi imprenditori che siamo abituati a operare prima di tutto con l’Europa, la proposta di rivedere il ruolo dello hub di Malpensa nel sistema aeroportuale del paese. Malpensa è per noi il primo e principale scalo, in grado di connettere il territorio italiano, e non soltanto la Lombardia, con il resto del mondo”. “Soltanto una visione miope può indurre a rivedere tale scelta giudicata, a ragione, strategica per il posizionamento del paese nel mondo. Ciò che occorre invece è pensare a un sistema di viabilità più efficiente e intenso in grado di collegare al meglio lo scalo con tutto il territorio e il contesto industriale cui è legato”. .  
   
 

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