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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Novembre 2009
 
   
  LA DISCRIMINAZIONE NON CALA IN EUROPA IL 16% DEI CITTADINI EUROPEI SOSTIENE DI ESSERNE VITTIMA

 
   
  Bruxelles, 11 novembre 2009 - Secondo un nuovo sondaggio d’opinione pubblicato il 90 novembre dalla Commissione europea, 1 persona su 6 in Europa dichiara di essere stata vittima di discriminazioni durante l’anno scorso. Il 64% dei cittadini europei è inoltre preoccupato perché la recessione contribuirà a maggiori discriminazioni dovute all’età sul mercato del lavoro. Questi recenti risultati dell’Eurobarometro precedono il vertice europeo di quest’anno sull’uguaglianza (Stoccolma, 16 - 17 novembre p. V. ). “La discriminazione è un problema in tutta Europa; il modo in cui la gente lo percepisce è sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno" ha detto Vladimír Špidla, commissario per le pari opportunità. “Un aspetto preoccupante è la percezione che, a causa della recessione, la discriminazione dovuta all’età stia aumentando. ” E ha aggiunto: “Questi risultati dimostrano che nonostante innegabili progressi, c’è ancora parecchio da fare nel campo dell’educazione ai diritti sulla parità di trattamento, soprattutto a livello nazionale, e affinché parità non sia solo una parola vuota, ma una realtà”. La discriminazione come esperienza personale da parte dei dichiaranti non è sostanzialmente cambiata: anche nell’indagine effettuata l’anno scorso, l’età era la ragione più diffusa (6% dei dichiaranti). Complessivamente, nel 2009 il 16% dei cittadini europei riferisce di aver subito discriminazioni (di razza, religione, età, disabilità od orientamento sessuale): si tratta dello stesso livello del 2008. Si assiste però a un forte aumento della discriminazione percepita in base all’età e alla disabilità. Il 58% dei cittadini europei ritiene che nel proprio paese la discriminazione in base all’età sia molto estesa (rispetto al 42% nel 2008); il 53% denuncia la discriminazione dovuta a disabilità (rispetto al 45% nel 2008). Emerge anche una chiara correlazione con l’attuale situazione economica: il 64% degli interrogati prevede che la recessione dia luogo sul mercato di lavoro a una più pronunciata discriminazione a cause dell’età. Ciò è forse un riflesso dell’aumento della disoccupazione giovanile in molti paesi della Ue, in seguito alla recessione, oltre che della crescente consapevolezza di queste forme di discriminazione. In genere, 1 cittadino europeo su 3 si dichiara consapevole dei propri diritti se divenisse vittima di discriminazioni o molestie. Ma tale proporzione nasconde forti differenze tra i vari paesi. La consapevolezza è aumentata, dopo l’ultima indagine del 2008 nel Regno Unito (+8 punti), in Francia (+7), in Irlanda e Svezia (ciascuna, +6) ma è diminuita in Polonia (-12) e in Portogallo (-11). Accrescere la consapevolezza del pubblico è un processo a lunga scadenza che richiede sforzi comuni a livello europeo e nazionale anche da parte di attori importanti come gli organismi nazionali preposti alla parità. La Commissione europea si è impegnata in questo campo lanciando la campagna di informazione paneuropea “Per la diversità - Contro le discriminazioni”, finanziando, in seno al programma Progress, progetti nazionali di sensibilizzazione e, prima ancora, con il “2007: Anno europeo delle pari opportunità”. Rispetto alla necessità di denunciare casi di discriminazione, la maggior parte dei cittadini contatterebbe innanzitutto la polizia (55%), mentre il 35% contatterebbe il competente organismo a favore della parità e il 27% un sindacato. La fiducia nei diversi organismi che trattano questioni legate alle discriminazioni varia fortemente da un paese all’altro. È incoraggiante constatare che i dati ottenuti attraverso l’indagine faccia intravedere i meccanismi sociali capaci di risolvere la discriminazione. Dalla relazione emerge che l’attività sociale, l’istruzione e la sensibilizzazione contribuiscono a una più ampia accettazione delle diversità. Anche attività e politiche che affrontino questa problematica contribuiranno senza dubbio a limitare ulteriormente la discriminazione e a promuovere la diversità. Contesto Il 16-17 novembre 2009, la Presidenza svedese della Ue e la Commissione europea organizzano a Stoccolma il terzo vertice europeo a favore della parità (3rd Eu Equality Summit). Questa manifestazione che si tiene annualmente vuole che le questioni legate alla discriminazione e alla diversità assumano l’importanza che meritano nell’agenda degli impegni della Ue e dei governi nazionali, e che le conoscenze e le esperienze siano condivise al fine di sviluppare modi efficaci per neutralizzare ogni forma di discriminazione. Questo è la terza di una serie di indagini dell’Eurobarometro specialmente dedicate alla discriminazione in Europa e mira a sondare il modo in cui sono mutate la percezione e le opinioni negli ultimi anni. Quest’ultima indagine è stata effettuata tra il 29 maggio e il 15 giugno 2009, su un campione di 26 756 persone, intervistato in 30 paesi europei (27 Stati membri della Ue e i tre paesi candidati). Questa volta, sono state aggiunte nuove domande sull’impatto della recessione e sul livello percepito della discriminazione. L’indagine inoltre ha anche riguardato, per la prima volta, i 3 paesi candidati: Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia e Turchia. Le indagini precedenti erano state effettuate nel 2006 e nel 2008. . .  
   
 

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