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Notiziario Marketpress di Lunedì 16 Novembre 2009
 
   
  AL TEATRO ARSENALE LA CANTATRICE CALVA DI EUGÈNE IONESCO

 
   
  Milano, 16 novembre 2009 - La Cantatrice Calva, capolavoro di Eugène Ionesco, andò in scena per la prima volta nel maggio 1950 con scarso successo. Nel 1957 fu ripreso. Da allora la pièce è stata rappresentata senza interruzione in tutto il mondo, diventando uno dei testi più noti del teatro del Novecento ed è ormai un vero classico della modernità, un punto fermo con cui è necessario confrontarsi. «Il teatro di Ionesco – spiega la regista Marina Spreafico – è stato definito “teatro dell’assurdo” con un’etichetta che ha avuto enorme fortuna. Personalmente non ho mai trovato in Ionesco nulla di assurdo, se assurdo significa “contrario alla logica del pensiero, inconseguente fino a essere incomprensibile, inattuabile, incredibile. ”. Al contrario, il teatro di Ionesco è perfettamente logico e conseguente. L’apparente insensatezza delle sue commedie e situazioni è solo la maschera dietro la quale si cela una lucida e luminosa analisi della vita umana e dell’appena trascorso mondo del secondo ‘900». Lo spettacolo è ambientato nel retro di una casa, un giardinetto che confina con i giardinetti dei vicini. Siamo sotto un plumbeo cielo inglese, è inverno, tutto è bianco e ghiacciato. I costumi non sono finiti, come i personaggi di Ionesco, e l’intera commedia che sembra quasi un abbozzo fissato (non a caso è una delle prime opere dell’autore). «Uno dei motivi che mi hanno spinto a realizzare quest’opera – continua la regista – è una semplice domanda: perché è così famosa? perché il suo titolo è diventato un modo di dire? Come tutte le persone di teatro ho un solo modo di rispondere a una domanda: agire in palcoscenico, la risposta è lì. Forse con la mia regia, ne ho sottolineato la classicità, l’eterno meccanismo dei caratteri umani, il ritmo che, per me, è la summa e il fondamento del vivente». Con questo spettacolo la regista ha affrontato per la terza volta Ionesco, dopo Che inenarrabile casino! (1996) e Il gioco dell’epidemia (2002). E sempre per la terza volta la pièce viene ripresa al Teatro Arsenale dove, nelle scorse stagioni, ha avuto uno straordinario successo di pubblico. La cantatrice calva sarà preceduta dal numero di un bizzarro presentatore, Alberto Guerra. .  
   
 

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