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Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Novembre 2009
 
   
  PESCA: FEDERCOOPESCA TEME SISTEMA A QUOTE PER IL PESCE SPADA

 
   
  “Si stanno gettando le basi affinché anche la pesca del pesce spada segua le stesse sorti di quella del tonno rosso”. Così Gilberto Ferrari – direttore della Federcoopesca-confcooperative- da Recife, in Brasile dove l’Iccat, la Commissione internazionale per salvaguardia dei grandi pelagici, discuterà, oggi, della gestione della pesca del pesce spada. Dopo le restrizione imposte nel 2008, con una sospensione dell’attività di pesca per due mesi, per la prossima campagna si punta ad un sistema di regole sempre più stringenti, punto di partenza per la messa in opera di un piano di gestione completo e a lungo termine, come richiesto formalmente dall´Ue per la fine del 2010. La vicenda dello spada si inserisce in un ottica più ampia che delinea sempre più un futuro dove i pescatori, come gli agricoltori, saranno alle prese con quote massime di cattura o diritti di pesca trasferibili. E’ quanto vorrebbe veder concretizzato, infatti, l’Unione europea, in un ottica di riforma della Politica comune della pesca. “Il rischio – sottolinea Gilberto Ferrari, direttore Federcoopesca-confcooperative- è che si possa riproporre nel settore ittico quello che è avvenuto in Italia con le quote latte. Il sistema che Bruxelles vorrebbe prendesse piede si adatta alle caratteristiche della pesca nel nord europeo, con una forte connotazione industriale. Per la pesca del Mediterraneo, caratterizzata da un´ampia percentuale di imprese artigianali, sarebbe un problema enorme”. Con il nuovo sistema che Bruxelles vorrebbe proporre ci sarebbero, infatti, oltre ai periodi di fermo obbligatorio per tutelare le risorse, anche quantitativi massimi di catture, come già avviene per il tonno rosso e come potrebbe avvenire per il pesce spada. “Con una quota esigua- conclude Ferrari-, che spetterebbe alle singole imbarcazioni della piccola pesca, chi sarà disposto ad affrontare i costi elevati che una battuta di pesca comporta, quando non si potrà pescare più di un certo quantitativo?”. Ma i rischi non sono solo per la categoria - spiegano alla Federcoopesca-, ma anche per i consumatori, che non potranno contare su una offerta costante e variegata. .  
   
 

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