Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Mercoledì 18 Novembre 2009
 
   
  RAPPORTO NAZIONALE 2009 SULLE “CONDIZIONI ED IL PENSIERO DEGLI ANZIANI: UNA SOCIETÀ DIVERSA”

 
   
  Roma, 18 novembre 2009 - È stato presentato a Roma l’11 novembre 2009 presso la Camera dei Deputati, alla presenza del Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, il “Rapporto Nazionale 2009 sulle Condizioni ed il Pensiero degli Anziani: una società diversa”. Il Rapporto evidenzia gli aspetti demografici del fenomeno invecchiamento in Italia e nel mondo, ma soprattutto analizza gli aspetti legati al rapporto tra anziani e condizioni di salute, assistenza dentro e fuori la famiglia, invecchiamento e attività lavorativa. Il Rapporto nasce da una collaborazione fra Federsanità Anci, Ageing Society-osservatorio Terza Età e Irccs Inrca - Agenzia Nazionale per l’Invecchiamento, si tratta di uno strumento aggiornato a 360 gradi sulle condizioni della popolazione anziana, un’analisi scientifica di dati ma anche una visione ragionata dei problemi e delle strategie per risolverli. Vengono presi in considerazione tutti gli aspetti della vita di una fascia di popolazione che in Italia diventa sempre più importante per il numero e il peso che ha sui servizi sanitari e sociali. Ma non solo, poiché l’allungamento della vita unito al miglioramento della qualità della stessa produce effetti nuovi anche sul lavoro, sui consumi, sulle condizioni abitative, sul turismo, ecc. Del Paese. L’aspettativa di vita è uno degli indicatori più diffusi per valutare lo stato sociale, ambientale e sanitario in cui vive una popolazione e quindi lo stato di sviluppo complessivo e di benessere di un sistema paese. Negli ultimi 50 anni, la speranza di vita nei paesi sviluppati è cresciuta ad un ritmo sorprendente, tanto che alcuni scienziati hanno parlato di “broken limits to life-expectancy”, sostenendo che non sia più ipotizzabile l’esistenza di limiti fisiologici all’invecchiamento umano. L’incremento della aspettativa di vita, tuttavia, non può considerarsi di per sé come un fatto positivo, se assieme agli anni di vita aumenta anche il periodo vissuto in condizioni di malattia o disabilità. Pertanto, allo scopo di valutare gli effettivi benefici del processo di invecchiamento demografico si fa riferimento all’aspettativa di vita in buona salute (Hly – Healthy Life Years), un indicatore che misura la vita residua libera da disabilità e malattie. La vera sfida dei prossimi anni è ridurre al massimo il divario tra i due indicatori, adottando strategie e politiche in grado di incidere sulla qualità dell’invecchiamento; le strategie di prevenzione finalizzate a ridurre i comportamenti e stili di vita insalubri presso la popolazione (ad esempio il fumo, l’alimentazione scorretta, la sedentarietà), così come le campagne di educazione sanitaria, tendono, secondo questa logica, ad incrementare il potenziale dell’invecchiamento Aspetti demografici del fenomeno invecchiamento Nel mondo - Se si confronta la composizione per fasce d’età nel 2008 con le previsioni al 2030, si rileverà una riduzione relativa delle nascite e un aumento della percentuale degli anziani in rapporto alla popolazione globale. Secondo le stime, gli over 60 passeranno dai circa 765,4 milioni attuali a oltre 1 miliardo e 400 milioni nel 2030, più che raddoppiando in meno di un quarto di secolo. Inoltre, è possibile rilevare, comparando il 2008 col 2030, come aumenterà l’incidenza relativa delle fasce d’età a partire dai 40-44 anni e come questa incidenza diventerà più consistente dopo i 55 anni, sfiorando un +2% tra i 60 e i 64 anni. Inoltre, per lo stesso lasso di tempo si prevede, in particolare, una crescita della percentuale relativa degli ultra 80enni (+1,2%). In Europa - L’invecchiamento demografico dell’Unione Europea è un fenomeno epocale. È previsto un aumento della popolazione dell’ Ue27 da 495 milioni del 1° gennaio 2008 a 521 milioni nel 2035 e, successivamente un graduale calo a 506 milioni nel 2060. Si prevede che Il numero annuo di nascite scenderà nel periodo 2008-2060, mentre allo stesso tempo il numero annuale di decessi si prevede in aumento. La popolazione anziana nell’Ue 27 sarà in continua crescita, con la quota di popolazione di età compresa tra 65 e oltre che passerà dal 17,1% del 2008 al 30,0% del 2060, e quelli di età compresa tra 80 e oltre dal 4,4% al 12,1% nel corso dello stesso periodo. La popolazione dell´Ue27 diverrà la più anziana in tutto il periodo considerato, in particolare a causa della persistente bassa fertilità e ad un numero sempre maggiore di over 65. Questo processo di invecchiamento si verifica in tutti gli Stati membri. In Italia - Il 20% della popolazione è rappresentata da individui con più di 65 anni, ma in ben 12 capoluoghi di regione, tale percentuale è ampiamente superata fino a raggiungere punte che vanno dal 26% di Venezia al 28% di Trieste. Altro elemento significativo è rappresentato dalla percentuale della componente femminile nel contesto degli over 65. Il dato nazionale distingue i generi in 41,8% di maschi e 58,2% di femmine con un delta di 16,4% di donne in più rispetto alla componente maschile. I cambiamenti demografici che la società italiana sta attraversando lasciano intravedere un quadro nuovo della condizione anziana per l’immediato futuro. Negli ultimi due decenni l’invecchiamento della popolazione ha registrato una accelerazione senza precedenti: in soli 17 anni (1991-2008) l´indice di vecchiaia è incrementato con la stessa intensità del trentennio 1961-1991 (rispettivamente +50,3% Vs. +53,4%). L’aumento dell’aspettativa di vita, la riduzione della mortalità e la bassa natalità stanno lentamente ma progressivamente rivoluzionando i legami sociali e familiari. Pensiamo, per esempio, all’allungamento della catena familiare verticale (genitori, nonni, bisnonni) che vede coinvolte spesso tre o più generazioni diverse all´interno di una stessa famiglia ed alla contemporanea diminuzione dei rapporti orizzontali (fratelli, cugini). Il welfare italiano necessita dunque di urgenti interventi per adeguarsi ai bisogni di queste nuove generazioni di anziani. Uno dei più importanti nodi da affrontare riguarda le misure per la conciliazione tra responsabilità famigliari e professionali. .  
   
 

<<BACK