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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Novembre 2009
 
   
  TRENTO: IMMIGRAZIONE ALLO SPECCHIO NEL RAPPORTO CINFORMI 2009

 
   
  Trento, 23 novembre 2009 - Possiamo “fare a meno degli immigrati”? La risposta è no. E’ stato il professor Maurizio Ambrosini, fra i curatori del Rapporto 2009 sull´immigrazione in Trentino, a rispondere a questa domanda che dava il titolo al suo intervento del 19 novembre. Nonostante la crisi economica internazionale, in Trentino, come nel resto d´Italia, non c´è stato un “ritorno” della comunità autoctona verso i lavori che vengono svolti in gran parte dai cittadini immigrati. E non è nemmeno prevedibile un ritorno al Paese d´origine da parte degli stranieri attualmente presenti in Trentino e più in generale in Italia. Queste sono solo alcune delle tante indicazioni che emergono dal Rapporto realizzato dal Centro informativo per l´immigrazione della Provincia autonoma di Trento, curato da Maurizio Ambrosini, Paolo Boccagni e Serena Piovesan e presentato stamane a Trento, presso la Facoltà di Economia. Lo studio, giunto all’ottava edizione, presenta i risultati di un’attività di ricerca che da anni si propone con rigore scientifico di fare chiarezza sull’evoluzione della stabilizzazione della popolazione immigrata sul territorio trentino e su specifici temi socialmente rilevanti. Intervenendo alla presentazione, l´assessore provinciale alla Solidarietà internazionale e alla Convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, ha sottolineato l´importanza di questo strumento che consente di far emergere sia gli aspetti positivi che le eventuali criticità sulle quali intervenire. "E´ fondamentale – ha affermato l´assessore Giovanazzi Beltrami – conoscere i dati reali, offrire alla comunità il quadro corretto del fenomeno migratorio per fornire validi strumenti conoscitivi al di là di quelle che sono le singole posizioni personali. " Stamane sono intervenuti in qualità di relatori Marco Martiniello (Centre d´Etudes de l´Ethnicité et des Migrations - Università di Liegi), Pietro Pinto (Comitato Scientifico Dossier Statistico Immigrazione Caritas/migrantes), Maurizio Ambrosini (curatore del Rapporto - Università di Milano), Paolo Boccagni (curatore del Rapporto - Università di Trento). Di seguito una sintesi del Rapporto 2009 sull´immigrazione in Trentino. La presenza immigrata in provincia di Trento - Sono 42. 577 i cittadini stranieri residenti in Trentino alla fine dell’anno 2008, il 12% in più rispetto all’anno precedente. L’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente in provincia di Trento è dell’8,2%, a fronte di una media nazionale del 6,5% e di una media del Nord-est del 9,1%. Il bilancio demografico degli stranieri in Trentino nel 2008 si è arricchito, tra l’altro, di circa 850 nuovi nati e si è impoverito per l’acquisizione della cittadinanza italiana di circa 900 stranieri. Nell’insieme il saldo migratorio è ampiamente positivo, anche per effetto dei ricongiungimenti familiari, della mobilità interna e dei nuovi ingressi per lavoro. La popolazione straniera in Trentino è assai più giovane di quella autoctona, con una quota di minorenni che mediamente sfiora il 25% del totale. L’età media della popolazione straniera è di 30 anni, mentre quella della popolazione trentina è di 43. Due stranieri su tre in Trentino provengono dal continente europeo. Le presenze dall’Africa sfiorano la quota del 20%, mentre il peso relativo dell’immigrazione di provenienza asiatica e latinoamericana è pari, rispettivamente, all’8,5% e al 7% circa. Riguardo i paesi di provenienza, al primo posto si trova la Romania con oltre 7mila presenze, seguita dall´Albania con circa 6. 400, Marocco (circa 4. 500), Macedonia (circa 3. 000), Serbia e Montenegro (2. 250) e Ucraina (1. 900 circa). Mentre tra i migranti europei le donne sopravanzano gli uomini, soprattutto per quanto riguarda i paesi “neocomunitari”, nelle altre macroaree di provenienza è piuttosto netta la prevalenza maschile. Un´eccezione è rappresentata dall’America latina, caratterizzata da un’emigrazione a larga predominanza femminile. Più della metà degli stranieri vive nei comprensori di Trento e di Rovereto. I “picchi” delle presenze straniere non riguardano soltanto la Valle dell’Adige e la Vallagarina, ma anche la Valle di Non e l’Alto Garda e Ledro. Le motivazioni del soggiorno - Oltre la metà dei permessi di soggiorno rinnovati o rilasciati dalla Questura di Trento nel corso del 2008 riguarda motivi di lavoro, a fronte di una quota appena più bassa legata a motivi familiari (40% circa). L’incidenza dei permessi per motivi di studio è del 6% e per protezione umanitaria del 3%. Oltre la metà delle 1. 200 richieste di ricongiungimento familiare è stata effettuata nel 2008 da tre gruppi nazionali soltanto: Albania, Moldova, Marocco. Il maggior numero di carte di soggiorno è stato invece rilasciato a cittadini immigrati di nazionalità di più antico insediamento, ovvero l´albanese e la marocchina, la macedone e la serbo-montenegrina. La cittadinanza economica - Si stima che nel 2008 siano circa 18mila i cittadini stranieri occupati, quasi 2. 000 in più rispetto al 2007, che equivale ad un incremento del 12,4%, un valore particolarmente significativo in un anno già segnato dalla recessione. Il tasso di occupazione risulta pari al 64,4%, mentre quello di disoccupazione, superiore a quello della popolazione italiana, è del 9,1%, con un incremento rispetto all’anno precedente dello 0,2%. Gli immigrati maschi sono occupati soprattutto nel settore delle costruzioni, nell’industria di trasformazione e nei trasporti. Le donne invece si concentrano nel settore dei servizi alla persona, della sanità, dei servizi alle imprese (pulizie) e dell’industria alberghiera. L’80% dei lavoratori stranieri è classificato come operaio, l’8% svolge un lavoro autonomo e un altro 6,7% lavora come impiegato o quadro. Dal raffronto tra le assunzioni di immigrati e quelle complessive emerge che il numero dei lavoratori stranieri sul complesso degli assunti non solo non è diminuito, ma ha conosciuto un lieve incremento (+0,5%) rispetto al 2007. Ciò vuol dire che la sostituzione degli italiani nei posti di lavoro passati agli immigrati nell’ultimo decennio non è avvenuta, almeno finora. In agricoltura, in particolare, tre assunti su quattro sono stranieri, con un leggero incremento rispetto allo scorso anno (+1,0%). Nei servizi privati la quota degli immigrati cresce leggermente e si avvia a rappresentare un quarto del totale. L’industria è l’unico settore in cui si registra un modesto calo (-0,3%), ma i cittadini stranieri continuano a fornire più di un terzo degli assunti. I primi dati del 2009 ci mostrano però un arretramento dei valori relativi alla partecipazione degli immigrati e una certa difficoltà da parte loro a rientrare nel mercato del lavoro regolare, con un aumento della quota di persone prive di occupazione. Il lavoro autonomo: tra rifugio e ricerca di promozione - Lo sbocco principale delle aspirazioni di miglioramento sociale dei migranti è rappresentato dal passaggio al lavoro autonomo. Al 31 luglio 2009 i titolari d’impresa sono poco più di 2. 200, di cui 1. 772 cittadini non comunitari e 471 comunitari. Si confermano inoltre le principali specializzazioni per nazionalità: marocchini concentrati nel commercio, romeni, albanesi, serbi, macedoni, tunisini nelle costruzioni, cinesi nel commercio e in minor misura nella ristorazione, pakistani ancora nel commercio. Alunni stranieri nelle scuole trentine - In circa un decennio, gli studenti stranieri sono passati dalle 1. 355 unità dell’anno scolastico 1998/1999 alle 7. 876 presenze dell’anno scolastico 2008/2009, andando a rappresentare ormai il 9,8% del totale della popolazione scolastica. L’incremento annuale è del 7,9%, ovvero 575 iscritti in più rispetto all’anno scolastico precedente. Gli alunni stranieri sono concentrati in particolare nelle scuole elementari, seguite dalle medie e dalle materne. All’ultimo posto vi sono gli istituti superiori. Negli istituti professionali, gli studenti con cittadinanza non italiana hanno rappresentato il 15,2% del totale, negli istituti tecnici il 7,3%, nei licei e nelle scuole magistrali soltanto il 4,8%. Condizioni abitative e accesso al mercato immobiliare - La pressione più forte sul mercato abitativo investe un numero di territori relativamente circoscritto (anche se fortemente popolato): Trento e Rovereto con i rispettivi comprensori e poi Alta Valsugana e Alto Garda e Ledro. Su questi quattro comprensori si registra, per quanto riguarda i cittadini non comunitari, poco meno del 90% delle domande di edilizia pubblica ammesse a graduatoria nel corso del 2008. Il grosso delle domande rilevate nel 2008 è riconducibile a richieste di contributo integrativo su alloggio privato (83% delle domande idonee; valore che, per quanto riguarda i cittadini comunitari, scende al 71%). I matrimoni misti - I matrimoni misti celebrati nel corso del 2008 – con almeno uno dei coniugi residente in provincia – sono stati circa 300. Si tratta del 16,6% delle unioni matrimoniali celebrate in provincia. La maggior parte dei matrimoni “misti” – oltre tre casi su quattro – si traduce in unioni coniugali tra un uomo italiano e una donna straniera. Per quanto riguarda, infine, i gruppi nazionali più coinvolti, tra le spose straniere c’è una prevalenza relativa di romene, brasiliane e moldave. Nelle fila degli sposi stranieri, invece, le collettività maggiormente rappresentate sono quelle degli immigrati albanesi, marocchini e tunisini. .  
   
 

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