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Notiziario Marketpress di Martedì 24 Novembre 2009
 
   
  BOLOGNA, VINI: L´EUROPA MODIFICHI LE NORME SULL´ETICHETTATURA

 
   
  Un maggior impegno da parte dell’Europa a tutela dei vini di qualità italiani, in particolare per quanto riguarda le norme sull’etichettatura. E’ quanto chiede, anche a nome delle altre Regioni, l’assessore all’agricoltura dell’Emilia-romagna Tiberio Rabboni che per questo si rivolge al ministro Luca Zaia e al Presidente della Commissione agricoltura europea Paolo De Castro. L’attuale regolamento dell’Unione europea sull’etichettatura dei vini penalizza infatti le produzione vitivinicola di qualità dell’Emilia-romagna e di altre regioni italiane, perché permette a paesi quali l’Australia e gli Stati Uniti di riportare in etichetta il nome del vitigno utilizzato anche se questo fa parte delle Doc e Docg italiane. E’ il caso tra gli altri di alcune produzioni tipiche dell’Emilia-romagna, quali Lambrusco, Sangiovese , Pignoletto e Fortana . Per questo Rabboni il 19 novembre a Roma ha avanzato la proposta, che è stata accolta da tutti gli Assessori regionali all’agricoltura, di impegnare il ministro Zaia e il Presidente della Commissione europea agricoltura De Castro ad intervenire presso la Commissione europea affinché vengano apportate le necessarie modifiche al regolamento europeo. “Siamo di fronte al palese tentativo – spiega Rabboni - di sfruttare sul piano commerciale denominazioni italiane che negli ultimi anni hanno riscosso un crescente successo grazie al lavoro e agli investimenti di tanti produttori. L’indicazione del nome del vitigno sull’etichetta di un vino australiano o statunitense potrebbe ingenerare confusione nei consumatori, convinti di acquistare un prodotto di qualità, frutto di rigorosi disciplinari di produzione e al contrario, destinati a una cocente delusione al momento dell’apertura della bottiglia”. Una precedente, analoga richiesta di modifica del regolamento sull’etichettatura dei vini avanzata da diverse associazioni di categoria italiane è già stata respinta dalla Commissione europea. . .  
   
 

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