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Notiziario Marketpress di Lunedì 23 Novembre 2009
 
   
  FRANCESCO MESSINA. OPERE SACRE A MILANO, SPAZIO CROCEVIA

 
   
  Milano, 23 novembre 2009 - A Milano le arti contemporanee e il sacro hanno un luogo dove incontrarsi. È Spazio Crocevia, la sede di Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione, una realtà dedicata allo studio e alla valorizzazione della dimensione religiosa nelle espressioni artistiche del nostro tempo. A inaugurare il nuovo centro (via Appiani 1, Mm3 Turati), destinato a ospitare esposizioni e eventi culturali, sarà giovedì 10 dicembre una mostra dedicata alla scultura di Francesco Messina. Tra coloro che hanno fatto grande la scultura italiana del Novecento, Messina è forse oggi il più negletto. “Credimi – gli diceva l´amico Lucio Fontana – non è più il tempo per una scultura come la tua. Viviamo nell’era atomica e domani, o fra qualche anno, il mondo può scomparire. E tu credi ancora alla posterità. Sei proprio matto”. Eppure proprio Francesco Messina, così poco incline alle mode, caparbiamente ancorato a un´arte capace di sfidare il tempo, appare oggi, in un momento in cui la società sembra ritrovare il bisogno di valori più saldi e profondi, scultore di estrema attualità. Fino al 16 gennaio 2010, la mostra Francesco Messina. Opere sacre, a cura di Elena Pontiggia e Giovanni Gazzaneo, presenta oltre quindici sculture e un nucleo importante di disegni, in grado di fare luce sull´ispirazione religiosa dell’artista, rimasta costante per tutta la carriera (basti pensare che alla sua prima Biennale del 1922 presentò un Cristo morto). Una vita artistica svoltasi tra l’altro per la quasi totalità proprio a Milano, dove Messina giunse nel 1932 e dove morì nel 1995 (era nato nel 1900 a Linguaglossa, in Sicilia). L’esposizione dà conto, nel differenziarsi di linguaggi e soggetti, dell’instancabile ricerca di una scintilla della bellezza divina nell´uomo. L´umanesimo religioso di Messina appare declinato così nelle diverse raffigurazioni dei Progenitori (in mostra anche il Pianto di Adamo del 1929), nei bozzetti per il Monumento di Pio Xii e per quello a Santa Caterina da Siena, in quel capolavoro della ritrattistica che è l´immagine del cardinale Schuster, in cui la gracilità fisica si fa controparte di una granitica saldezza morale e spirituale. Come scrive Elena Pontiggia nel testo in catalogo, “L´invenzione iconografica dell´artista non nasce solo da una ricerca stilistica o da un´esigenza formale, ma dal desiderio di esprimere con più concretezza l´umanità del tema sacro. In fondo si potrebbero rivolgere a Messina le parole che lui stesso in una sua poesia indirizzava a Delos: Nei tuoi marmi palpita il cuore”. .  
   
 

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