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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Novembre 2009
 
   
  “SHHH…RUMORI D’ARTISTA” UNA ORIGINALE MOSTRA ALLA FONDAZIONE PIAGGIO MUSEO PIAGGIO “GIOVANNI ALBERTO AGNELLI” PONTEDERA (PI).

 
   
   Milano, 30 novembre 2009 - Si inaugura venerdì 4 dicembre alle ore 17. 30 presso il Museo Piaggio “Giovanni Alberto Agnelli”, nei locali della Fondazione Piaggio a Pontedera (Pi), la mostra Shhh…rumori d’artista a cura di Tommaso Fanfani ed Elena Colombini, con opere di Gloria Campriani, Lorenzo Filomeni, Tannaz Hosseini Lahiji e Luca Palatesi. La Rassegna è organizzata dalla Fondazione Piaggio in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Pontedera, l’allestimento e la grafica sono a cura di Beppe Pistelli. La mostra si inserisce all’interno del progetto: “Una rete regionale delle culture della contemporaneità. Multicultura ed arte” promosso dalla Regione Toscana. Il vernissage della mostra è preceduto dalla tavola rotonda sul tema della Multicultura e Arte a cui prenderanno parte il Presidente della Fondazione Piaggio Tommaso Fanfani, il Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, l’Assessore alla Cultura del Comune di Pontedera Stefano Tognarelli, l’Assessore alla Cultura della Provincia di Pisa Silvia Pagnin e gli autori dei testi critici pubblicati nel catalogo della mostra: Ilario Luperini, Massimo Innocenti, Francesco Mutti, Siliano Simoncini e Alba Roca Plans. La mostra ed il concept critico. La collettiva accoglie le suggestive opere di artisti che, nonostante la giovane età, hanno saputo imporsi nel mondo dell’arte attraverso la scelta di linguaggi innovativi ed originali, atti a rispondere alle nuove esigenze scaturite negli ultimi anni dal pubblico contemporaneo. L’incontro tra culture diverse ha costituito e continua a costituire il carattere prevalente dell’arte contemporanea nel nuovo millennio, le poetiche sono contaminate anche attraverso la velocità di circolazione dei vari codici visivi tra i diversi continenti. Oggi più che mai, nomadismo culturale ed eclettismo stilistico caratterizzano la ricerca artistica nei vari campi: linguaggi vicini e lontani, astratti e naturalistici, internazionali e autoctoni, sperimentali e tradizionali, colti o popolari che convivono nelle più diverse forme e poetiche artistiche. La tendenza al rapido consumo, carattere dominante della civiltà del nostro tempo, non risparmia neppure la produzione e la ricerca artistica. La velocità della diffusione, che sottopone le tendenze ad una rapida obsolescenza e, l’esigenza del mercato di esibire creazioni sempre nuove generano un andamento vorticoso dell’arte dei nostri giorni. Ciò provoca operazioni di radicale e continuo revisionismo a dispetto di quanto la storia dell’arte ha codificato nel Novecento e nel passato. Shhh…rumori d’artista, la mostra che si presenta alla Fondazione Piaggio, lo dimostra con assoluta chiarezza. I quattro artisti che costituiscono questa collettiva mostrano caratteri di evidente originalità, benché siano chiare le diverse ascendenze culturali. D’altra parte, non va dimenticato che durante il secolo Ventesimo Avanguardie e Neoavanguardie hanno fortemente contribuito al formarsi di un ricchissimo patrimonio di opere, di idee, di dibattiti, di scritti da consultare e da cui attingere. E’ naturale che quel ricco patrimonio entri a far parte integrante delle ricerche delle nuove generazioni. Il tema della complessità sembra essere al centro degli interessi speculativi e creativi di Gloria Campriani. La fibra tessile rappresenta il centro, il motore della sua multiforme ricerca. Originariamente unica struttura portante dell’opera, nei lavori più recenti diviene grumo di materia, spesso accostata, fusa, impastata con materiali estrapolati dal mondo naturale. L’uso di colori acrilici che investono le fibre, consentono all’artista di sviluppare trame di grande fascino: la gamma cromatica varia da sgargianti modulazioni di colori (Luce travolgente) a scabre sfumature tonali (Insenature). Gli assetti compositivi sono assai articolati: cangiano da controllate geometrie (Il cane o Confronti) a fantasmagoriche e sconvolgenti invenzioni (Energia). Le superfici fluiscono da accostamenti e intrecci piani in cui è la sensazione tattile della materia a dominare, fino ad intensi e vibranti bassorilievi, vere e proprie sculture di fibra; superfici spesso tormentate, frementi e mosse da spessori diversi. Lorenzo Filomeni manifesta analogo carattere di scultore su supporto pittorico nelle sue Ruggini. La ruggine è elemento evidente di degrado, ultimo residuo di vita, decomposizione di oggetti artificialmente costruiti. Scarto da accantonare, rifiuto. Sorge subito una domanda: “Siamo di fronte ad un’ulteriore, stanca, manifestazione della mitologia, della retorica del rifiuto, del recupero estetico dell’oggetto già fatto che tanto ha caratterizzato la ricerca, ma anche la ripetitività, l’imitazione fino alla noia, del fare artistico a noi contemporaneo?”. Sembrerebbe di no. Il lavoro di Lorenzo Filomeni è pervaso da un sottile filo di poesia che riscatta immediatamente ogni scoria di elucubrazione intellettualistica. C’è consapevolezza della storia e delle stratificazioni culturali, insieme ad un autentico desiderio di scoprire, di scavare, di calarsi dentro i caratteri del materiale senza condizionamenti, preconcetti o pregiudizi, di coglierne il trascolorare, il diverso spessore. L’originalità del lavoro di Filomeni sta nell’aver messo in lirico rapporto l’intensa, uniforme stesura pittorica del supporto caratterizzata da colori acrilici dalla vigorosa cromia, con le ruggini di diverso spessore e colore, di varia dimensione e di articolato equilibrio compositivo. La ruggine diviene materia del comporre, stimolo alla creatività, Burri e Fontana – come è già stato osservato - sono presenti, ma lontani. L’opera di Filomeni è concrezione profonda di vissuti diversi e, insieme, slancio creativo; memoria e proiezione verso il futuro; frammento di realtà e ritmo interiore. Le fotografie di Luca Palatresi vanno a collocarsi in una dimensione che varia dall’accentuato realismo della serie Adam, all’icastico surrealismo di Food &Fashion. Forti contrasti luministici, bagliori di luce astratta, irreale, incombente, animano sia plastici dettagli del bianco e nero sia le immagini di rigogliosa e serrata atmosfera ambientale, quali Alice in Wonderland, My Old Man, The Lady who Deceived Death. Attraverso modalità rappresentative ora statiche e fredde, ora di forte impatto espressionistico, Luca Palatresi sembra voler trattare la realtà con imparzialità e rigore oggettivo, con un atteggiamento duro e cinico invece, rivela un’intensa partecipazione, una forte carica emozionale con cui investe i soggetti rappresentati. L’assoluta padronanza del mezzo tecnico guida l’autore in azzardate elaborazioni di elevata efficacia e raffinatezza, come in Woman in white. L’artista non sembra preoccuparsi della coerenza di stile e dell’unitarietà del linguaggio. Egli esplora possibilità diverse con molteplici e difformi modulazioni e piega lo strumento di ripresa e le successive elaborazioni ai diversi momenti della sua eclettica ispirazione. Le foto di Luca Palatresi rivelano realtà esterne e interne trasfigurate, esasperate, colme di ambiguità e di contrasti. Anche la pittura di Tannaz, giovane artista iraniana, sembra limitare l’intervento della ragione per dare voce alle pulsioni più autentiche dell’interiorità umana. La realtà viene filtrata attraverso l’immaginazione dell’artista e fusa con i suoi ricordi, impressioni e sensazioni. Il mondo che ne scaturisce è frutto delle visioni, dei desideri, delle suggestioni della pittrice. E lo fa con queste inconsuete raffigurazioni, deflagrazioni spaziali che sembrano originarsi nel caos primigenio e, a loro volta, generando vortici vivificanti. Tutto appare in continuo ed esplosivo movimento entro il quale anche la figura umana, quando c’è, tende a sfaldarsi e a fondersi nello spazio. .  
   
 

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