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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Novembre 2009
 
   
  «DISUGUAGLIANZE E SQUILIBRI SOCIALI ALL´ORIGINE DELLA CRISI» LA LEZIONE MAGISTRALE DELL´ECONOMISTA FITOUSSI AGLI STATI GENERALI DELLA SOSTENIBILITÀ LA TOSCANA GUIDI LE REGIONI EUROPEE PER FAR C RESCERE L´ECONOMIA REALE

 
   
  Firenze, 30 novembre 2009 - «All´origine della più grave crisi dagli anni Trenta ad oggi, ci sono le disuguaglinze e gli squilibri sociali di un mondo in cui il 99% della popolazione è in grave difficoltà e l´1% sta accumulando fortune incredibili. Il Prodotto interno lordo dell´unione europea nel 2009 diminuirà del 3% rispetto al 2008 e nel 2010 se ne prevede un´ulteriore diminuzione dello 0,3%. Siamo in mezzo alla crisi e nessuno sa cosa accadrà domani. Per questo c´è grande necessità di interventi pubblici e realtà come la Toscana da sole non possono fare nulla, ma se vi metterete alla testa del gruppo di Regioni europee si potranno dare risposte in grado di incidere sulla crisi, ma se non si raggiunge un´intesa a livello europeo non sarà possibile fare nulla». Sono questi alcuni dei passaggi chiave della lectio magistralis dal titolo “La sostenibilità è il nuovo motore dell´economia” che l´economista francese Jean Paul Fitoussi ha tenuto il 26 novembre nel corso della prima sessione degli Stati Generali della sostenibilità organizzati dalla Regione Toscana svoltisi alla Fortezza da Basso di Firenze. «Molti economisti – ha aggiunto Fitoussi – considerano la crisi come se fosse una parentesi, chiusa la quale si dovrebbe continuare come prima. Invece dobbiamo riconoscere che abbiamo sbagliato, che eravamo di fronte alla grande bugia di un sistema finanziario che prometteva a tutti rendimenti più alti di quelli medi e dobbiamo far crescere l´economia reale e non quella finanziaria». Dopo aver osservato che la crisi economica e quella ambientale hanno le stesse origini, ha sottolineato come le disuguaglianze mondiali nell´ultimo quarto di secolo si siano accentuate perché eravamo in pieno “fondamentalismo di mercato”. Fitoussi ha concluso la sua lezione ammonendo che «se cresce il malessere sociale non ci sarà sostenibilità, ma che sarà possibile raggiungerla soltanto se saremo in grado di puntare al progresso sociale». .  
   
 

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