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Notiziario Marketpress di Venerdì 04 Dicembre 2009
 
   
  ESPLODE IL JUNKANOO, L’ANIMA DELLE ISOLE BAHAMAS!! NATALE E CAPODANNO ALLE ISOLE BAHAMAS VANNO A BRACCETTO CON IL JUNKANOO

 
   
  E’ un’antica eredità lasciata dagli schiavi africani del Xvii secolo, che il 26 dicembre (Boxing Day) e il 1 gennaio avevano un permesso speciale di lasciare le piantagioni per festeggiare le Feste Natalizie insieme alla propria famiglia. La forte tradizione è proseguita una volta raggiunta l’emancipazione nel 1838; durante la Ii Guerra Mondiale le autorità britanniche vietarono la festa per paura di sommosse e prima ancora fu contestata dai cristiani in quanto festa pagana, ma a tutt’oggi il Junkanoo continua ad essere alle Isole Bahamas la massima espressione di indipendenza e libertà. Qui nascono le danze, le musiche e i costumi che, rielaborati nel tempo, riempiono ogni anno le strade delle capitali di tutte le isole dell’arcipelago; la parata più famosa è quella che sfila lungo la storica Bay Street di Nassau ma anche a Freeport (Grand Bahama Island), Bimini, Eleuthera/harbour Island ed Abaco la grande magia del Junkanoo è altrettanto coinvolgente. La sfilata inizia poco dopo la mezzanotte e prosegue fino al mattino inoltrato, quando viene decretato il vincitore della competizione. I gruppi principali, formati da 500/1000 persone ciascuno, scelgono un tema e lo sviluppano - in gran segreto negli “Shack” già dalla primavera precedente - attraverso le maschere e i costumi, la musica e le danze, i colori, la coreografia e le rappresentazioni, secondo le regole dettate dal Manuale del Junkanoo. Il premio in denaro, offerto da diversi sponsor, è consistente e la competizione è accanita e produce ogni anno uno spettacolo sempre più ricco e travolgente che richiama oltre 50. 000 spettatori. Un serpentone sgargiante, vivace e variopinto, prevalentemente vestito di cartone, carta crespa e ornato di perline, diamanti artificiali, bracciali, lustrini. Feltro e piume, accende le notti di Santo Stefano e Capodanno esibendosi in danze tribali e coreografie spettacolari. Anche se i costumi sono una parte importante del Junkanoo, i più sono convinti che la sua anima risieda nella musica, prodotta da un vasto assortimento di strumenti “artigianali”, alcuni più convenzionali quali conchiglie di strombo, corni, percussioni in pelle di capra o campanacci da mucca, altri decisamente più bizzarri come taniche di benzina, cestelli di lavatrici, bidoni metallici, bottiglie riempite di chiodi. Il ritmo è ovunque travolgente e non ha nulla da invidiare ai più grandi carnevali del mondo; esiste un filone musicale ben preciso, profondamente diverso dai ritmi latino-americani delle isole caraibiche. E’ il “goombay”, che in lingua bantu indica il ritmo prodotto da uno speciale tamburo in pelle di capra, con suoni profondi che derivano dalla mescolanza fra la tradizionale musica a africana e le influenze occidentali portate nelle isole dai coloni europei . .  
   
 

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