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Notiziario Marketpress di Martedì 01 Dicembre 2009
 
   
  ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE: APPROVATO IN GIUNTA IL NUOVO DISEGNO DI LEGGE REGIONALE DEL PIEMONTE

 
   
   Torino, 1 dicembre 2009 - Centralità del sistema pubblico, più competenze alla Regione, valorizzazione dell’autonomia scolastica. Sono solo alcuni dei punti chiave del nuovo disegno di legge regionale sull’istruzione e istruzione e formazione professionale, approvato nella seduta di ieri di Giunta, su proposta dall’assessore all’istruzione Gianna Pentenero. La stesura di un nuovo testo di legge organico sull’istruzione nasce non solo dall’esigenza di dare equilibrio e coerenza alla normativa di riferimento in materia di istruzione e formazione professionale rispetto ai mutamenti in corso, ma anche di disciplinare gli interventi regionali in materia, soprattutto alla luce del nuovo Titolo V della Costituzione che assegna alla Regione una potestà legislativa generale in materia di istruzione e formazione professionale che prima era esclusiva dello Stato. Tale intervento di razionalizzazione si configura quindi come uno snellimento legislativo regionale, che evidenzia il ruolo di Governo della Regione ed imposta il rapporto con gli enti locali in modo più coerente con il principio di sussidiarietà, valorizzando l’autonomia dell’azione sul territorio e la possibilità di risposta diretta ed immediata alle necessità locali e dei cittadini. In particolare il ddlr si rivolge a giovani che intendono frequentare i cicli di istruzione secondaria superiore e di istruzione e formazione professionale, a giovani qualificati, diplomati, laureati che intendono specializzarsi, ad adulti che intendono rientrare nel sistema educativo ovvero a partecipare al lifelong learning, a soggetti a rischio di esclusione sociale e a tutti soggetti componenti il sistema educativo. Il nuovo disegno di legge, il cui primo articolo sancisce la centralità del sistema pubblico dell’istruzione, apporterà una serie di innovazioni molto importanti. Di seguito alcuni punti su cui vale la pena soffermarsi: · la programmazione regionale verrà definita attraverso un procedimento dal basso verso l’alto. La Regione e le Province saranno supportate tecnicamente, nella definizione degli atti di programmazione, da un Comitato regionale dell’istruzione e dalle Conferenze di Ambito territoriale. Tali Organi collegiali composti dagli stakeholders del sistema integrato dell’istruzione e dell’istruzione e formazione professionale sono deputati ad esprimere pareri nelle fasi cruciali di governo del sistema. In questo contesto le parti sociali, gli organi collegiali territoriali e la rappresentanza delle istituzioni scolastiche e formative svolgono un ruolo fondamentale nel processo di governance che si è delineato. Le istituzioni scolastiche a cui è affidato il compito di realizzare gli interventi, predisporranno il piano dell’offerta formativa in base alle esigenze del contesto culturale, sociale ed economico in cui esse operano, nel rispetto degli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi ed indirizzi di studi e degli atti di programmazione regionale e provinciali. · il passaggio delle competenze porterà al sostanziale azzeramento dell’Ufficio scolastico regionale e degli Uffici scolastici provinciali (Usr e Usp). Il testo prevede infatti che i presìdi dello Stato siano sostituiti da appositi uffici regionali e provinciali. In proposito è prevista la costituzione di apposita struttura regionale e di riflesso anche provinciali; · il successo scolastico e formativo sono elementi sempre presenti nel testo del ddlr che assegna un ruolo fondamentale all’istruzione tecnica e professionale. L’offerta formativa del diritto dovere all’istruzione e alla formazione professionale fino al diciottesimo anno di età è ampia ed esaustiva per soddisfare tutte le esigenze della popolazione giovanile. E’ prevista la capitalizzazione delle esperienze scolastiche e formative pregresse, di conseguenza i passaggi tra i sistemi tra un percorso di studi e l’altro saranno molto più semplici e naturali. In questo ambito un ruolo importantissimo e ricoperto dal sistema della formazione professionale che dispone di un patrimonio di strutture e professionalità molto qualificate che il ddlr tenta di valorizzare; · particolare rilievo assumerà il diritto all’apprendimento lungo tutto il corso della vita in una prospettiva di crescita personale, sociale, professionale e lavorativa. Tale diritto all’apprendimento sarà esercitato partecipando ai percorsi di apprendimento che si distinguono in varie azioni specifiche fra cui: la formazione continua, permanente, l’istruzione degli adulti ed i rientri formativi. E’ previsto il riconoscimento e la certificazione di competenze acquisite in ambiti diversi da quelli scolastici (es. Contesti lavorativi) ; · numerose saranno le azioni specifiche da mettere in atto per contrastare lo svantaggio e l’esclusione sociale, mediante percorsi finalizzati a supportare l’inserimento sociale dei soggetti a rischio esclusione, che saranno opportunamente promosse e realizzate dalla Regione e dagli enti locali nell’ambito delle rispettive competenze. Potranno quindi essere attivati percorsi specifici per disabili, per detenuti, per soggetti a rischio, per stranieri ed in genere per l’utenza più svantaggiata. “Per l’approvazione del nuovo disegno di legge, la Regione ha dovuto attendere che a livello nazionale fosse approvato e condiviso il documento sul decentramento delle nuove competenze indicate nel titolo V della Costituzione. Solo allora, abbiamo potuto procedere alla stesura di un testo normativo regionale - sottolinea l’assessore all’Istruzione Gianna Pentenero - L’intento era appunto quello di varare una legge di riforma del sistema di istruzione e formazione professionale nel suo complesso, che partisse dall’idea della centralità del diritto allo studio e all’apprendimento dei nostri giovani e dall’urgenza di rimuovere gli ostacoli al godimento di quel diritto posti dalla normativa vigente. Con il disegno di legge approvato questa mattina in Giunta, abbiamo quindi cercato di costruire un impianto che desse risposte concrete ad una serie di problemi fino ad oggi affrontati in modo inadeguato, cercando di garantire prima di tutto l’accesso ad un offerta formativa diffusa e qualificata, fin dai primi anni di scuola e di formazione, e valorizzando al massimo la centralità del sistema pubblico dell’istruzione, nel rispetto della libertà di scelta educativa”. .  
   
 

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