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Notiziario Marketpress di Giovedì 10 Dicembre 2009
 
   
  MICHAEL CASHMAN, "MR TRASPARENZA" DEL PARLAMENTO EUROPEO: "STA DIVENTANDO UN´OSSESSIONE"

 
   
  Bruxelles, 10 dicembre 2009 - E´ lui che ha scritto il regolamento sull´accesso ai documenti nell´Ue, nell´ormai lontano 1999. Ed è ancora lui, oggi, il responsabile della revisione di quel regolamento, per garantire ancor più trasparenza, apertura, e vicinanza ai cittadini. Molti ostacoli sul percorso, ma un alleato forte: il Trattato di Lisbona. Micheal Cashman, labour britannico alla terza legislatura, ci spiega perché. Onorevole Cashman, 10 anni fa preparava la prima legge sull´accesso ai documenti. Oggi sta lavorando alla sua revisione alla luce del Trattato di Lisbona. Che progressi abbiamo fatto da allora? Progressi ce ne sono stati, nel 1999 c´era la riluttanza culturale e istituzionale era generalizzata. Si pensava che l´accesso ai documenti avrebbe ritardato il processo decisionale, ne avrebbe minato l´efficienza. E c´era una certa paura del giudizio dei cittadini. Ma l´apertura aumenta la democrazia, non dovrebbe far paura. Il Regolamento, approvato nel 2001, prevede che tutti i documenti siano accessibili, e quando non lo sono, il rifiuto deve essere motivato. Questo significa che la "confidenzialità" non può essere più una scusa per negare l´accesso a un documento, ma si deve spiegare la ragione. Lo so. Sono diventato un po´ ossessivo su questo (ride). Ma resta molto da fare. In primo luogo rendere l´accesso ai documenti più facile. Se sei un giornalista a un esperto di affari europei, sai come trovare un documento. Ma se sei un cittadino normale, ti perdi. I documenti dovrebbero essere tutti accessibili online, e con un solo punto d´ingresso, un portale unico chiamato "Documenti dell´Unione europea" dove digiti la tua richiesta e ottieni il testo. Che cosa cambia con il Trattato di Lisbona? Il Trattato di Lisbona fa la differenza. Rafforza la trasparenza, affermando che i cittadini hanno il "diritto di partecipare alla vita democratica dell´Ue". Ma come ogni diritto, devi sapere che esiste per poterne usufruire. Se non sai come tracciare il percorso legislativo di un testo, se non conosci i meccanismi, se non sai a chi rivolgerti, in realtà non puoi davvero prendere parte attiva nel processo. Il diritto a partecipare è estremamente importante, dobbiamo aiutare i cittadini ad esercitarlo. Molta gente è scettica verso l´Ue, e la propaganda eurofobica guadagna terreno. Questo è dovuto al fatto che ogni decisione sembra presa a porte chiuse, negli oscuri corridoi di Bruxelles. Con il Trattato, l´apertura, la pubblicazione degli ordini del giorno e dei resoconti diventa obbligatoria. Quando questo avverrà, la gente, per esempio, in Italia, potrà vedere che le decisioni non sono calate dall´alto da Bruxelles, ma che sono frutto di discussioni a cui partecipano anche i loro governi. E quindi potrà votare in modo più consapevole anche a livello nazionale. Lisbona obbliga anche i parlamenti nazionali ad esaminare le proposte di legge europee. Quando qualcosa non li convincerà, i parlamentari nazionali potranno andare dal loro Ministro e dire "perché hai votato così a Bruxelles?!". E così le questioni europee entreranno nel dibattito nazionale. Un altro vantaggio: ci sono stati vari scandali finanziari a livello europeo. Io credo che più siamo aperti e trasparenti, più la gente si renderà conto che sì - esistono delle eccezioni, ma che nella maggior parte dei casi le cose funzionano bene e non ci sono abusi. A che punto è la revisione del Regolamento? Il Parlamento ha già proposto varie idee. Ma il documento è bloccato al Consiglio, e la Commissione ha proposto una revisione che tutti i gruppi politici considerano deludente. E´ vero, ci sono alcune istituzioni riluttanti. Vorrebbero tornare indietro, anche rispetto al Regolamento del 2001. Noi siamo pronti a discutere, ma senza rinunciare all´idea che tutti i documenti devono essere accessibili. Intanto la commissione Libertà civili voterà il 7 dicembre le modifiche al regolamento alla luce dell´entrata in vigore del Trattato di Lisbona. .  
   
 

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