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Notiziario Marketpress di Mercoledì 09 Dicembre 2009
 
   
  CALABRIA: SOTTOSCRITTO PATTO PER LA SALUTE 2010-2012

 
   
  Reggio Calabria, 9 dicembre 2009 - L’accordo che Governo e Regioni hanno sottoscritto il 3 dicembre sul Patto per la salute 2010-2012 rappresenta – informa una nota dell’ufficio stampa della Giunta - un deciso passo in avanti rispetto alle ipotesi iniziali del Governo. “L’aspetto più rilevante - ha affermato il vicepresidente, Domenico Cersosimo che ha partecipato ai lavori della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e poi alla Conferenza Stato-regioni - è la definizione delle risorse relative al Fondo Sanitario Nazionale che da una proposta di crescita zero per il 2010, ha incrementato di 2mild di euro arrivando a 106 miliardi”. Apprezzabile risultato si realizza anche nella parte relativa alle regole, passando d’attuale modello di governance centralizzato ad un sistema istituzionale più equilibrato con un potere regionale molto più marcato. “Si definisce in maniera precisa, che per le Regioni in disavanzo, nel caso di inadempienza all’obbligo di redazione del piano di rientro o di non raggiungimento degli obiettivi del piano – ha aggiunto Cersosimo - il commissario sarà il presidente della Regione stessa. Solo nel caso in cui il commissario non adotti gli atti previsti dal piano di rientro si nominerà un commissario ad acta per la realizzazione degli atti specifici. Scompare così la figura del sub commissario che finora ha funzionato da longa manus del Governo sulla gestione della sanità regionale”. Resta la criticità relativa al fatto che la nomina del commissario ad acta è di competenza esclusiva del Consiglio dei Ministri, sebbene sentita la Regione. Per quanto riguarda la parte tecnica è prevista le costituzione ex novo di una struttura tecnica di monitoraggio, presso la Conferenza Stato-regioni. “Ciò consentirà – ha sostenuto Cersosimo - di ridimensionare la curvatura esclusivamente economicistica del cosiddetto ‘tavolo Massicci’ conferendo una più adeguata sovranità di programmazione e di gestione dei sistemi sanitari da parte delle singole Regioni” Il patto sottoscritto non risolve tutti i problemi, permangono limiti e criticità. “Il Governo - ha detto inoltre il vicepresidente - si è mostrato sordo alle esigenze manifestate dalle regioni, rifiutando qualsiasi forma di aiuto alle regioni con disavanzo, costringendo a digerire il rospo di un utilizzare improprio dei Fas regionali per coprire i debiti sanitari, traslando dunque risorse importanti per lo sviluppo alla spesa corrente. Altrettanto penalizzante è il blocco automatico e indiscriminato del turn-over del personale del servizio sanitario regionale per due anni e il divieto di effettuare spese non obbligatorie diverse dalla sanità, per le regioni in disavanzo. Ciò è particolarmente penalizzante perché da un lato non consente la necessaria immissione di personale medico e sanitario giovane e dall’altro non consente le spese in settori vitali per le collettività, come l’assistenza e la cultura”. Resta ancora sospeso e critico un punto fondamentale che riguarda la ripartizione delle risorse finanziarie determinate nel Patto. “le Regioni meridionali - ha concluso Cersosimo - hanno chiesto di introdurre nuovi criteri che non penalizzino i sistemi economici più gracili e sottoposti a fenomeni di disaggio sociale diffuso. In particolare è iniquo un criterio basato sull’incremento demografico e sulla composizione della popolazione per fasce d’età. È infatti inevitabile che Regioni come quelle del Mezzogiorno caratterizzate da una precaria base economica finiscano per crescere meno sotto il profilo demografico e che allo stesso tempo siano interessate da una perdita di popolazione giovane a causa dell’emigrazione”. .  
   
 

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