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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Ottobre 2006
 
   
  LA SORDITÀ INVALIDANTE IN ITALIA

 
   
  Milano 30 ottobre 2006 - La sordità invalidante, per la normativa italiana, è rappresentata dalle perdite uditive superiori a 75 dB per tutti i pazienti di età superiore a 12 anni e a 60 dB per l´età pediatrica. I dati a cui ci si riferisce riguardano poi i cosiddetti sordi preverbali (o sordomuti) cioè pazienti il cui deficit uditivo è insorto prima dei 12 anni, escludendo di fatto tutte le sordità acquisite in età verbale e tutte le sordità medie e medio gravi (inferiori a 75 dB per i soggetti di età superiore a 12 anni e 60 dB per i bambini). Sordità invalidante: tre diverse tipologie Con l´evoluzione della tecnologia e della medicina la cura della sordità ha subito significativi cambiamenti. L´effetto paradossale di tale evoluzione è stata la compresenza nella società di diverse categorie di sordi, che possono essere così schematicamente presentate: 1) i sordomuti, cioè coloro che non hanno avuto trattamenti sanitari, ma solo educativi e si esprimono con la lingua dei segni. 2) i sordi protesizzati o impiantati tardivamente, che comunicano in modo autonomo ma facendo uso soprattutto della lettura labiale. 3) i nuovi sordi, che possono raggiungere modalità comunicative quasi simili a quelle dell´udente. La società e lo Stato non hanno ben chiara questa diversificazione e tendono erroneamente a raggruppare tutte le categorie di sordi nel primo gruppo, cioè quello dei sordomuti. Le conseguenze sono pratiche oltre che culturali, poiché l´unico Ente che rappresenta formalmente tutti i sordi è l´Ens, Ente Nazionale Sordomuti. Tale rappresentatività non può essere accettata da tutti i sordi poiché i bisogni, gli interessi e la cultura possono essere assolutamente diversi. Il primo gruppo dei sordomuti è rappresentato dall´Ente Nazionale Sordomuti. I sordi oralisti sono rappresentati dalla Fiadda, Famiglie Italiane Associate per la difesa dei diritti degli Audiolesi, nella quale convergono anche molti nuovi sordi che vedono nell´Aguav, Associazione Genitori ed Utenti Audiovestibologia Varese, la rappresentanza più numerosa. I sordi acquisiti, cioè coloro che sono diventati sordi dopo l´acquisizione del linguaggio, non sono rappresentati da nessuna associazione specifica. L´ Ente Nazionale Sordomuti - L´ens è la più antica associazione di sordi presente in Italia. Essa prevede una sede centrale, con ruolo di coordinatore, e sedi periferiche, come luoghi di aggregazione. Tuttavia, recentemente, la sede centrale ha assunto anche un ruolo politico e di indirizzo, presentando 1´Ens come unico rappresentante dei sordi. D´altra parte la Corte dei Conti conferma tale rappresentatività senza documentarne, tuttavia, con dati oggettivi la plausibilità. L´ens, per sua dichiarazione, ha i seguenti fini: a) tutelare, rappresentare e difendere gli interessi morali, civili ed economici dei minorati dell´udito e della parola in osservanza dell´art. 2 della legge 21 agosto 1950, n. 698 e del D. P. R. 313. 1979; b) adempiere ai compiti previsti dalle Leggi dello Stato e delle Regioni, nonché ad ogni iniziativa ad esse riferite; c) promuovere la crescita, la piena autonomia e l´integrazione scolastica, lavorativa e sociale dei minorati dell´udito e della parola; d) tutelare e valorizzare la cultura dei Sordi e la Lineua dei Segni; e) svolgere e promuovere attività culturali, ricreative, formative, sportive e del tempo libero. L´ens rivendica quindi la lingua dei segni come lingua ufficiale della comunità dei sordi e la sola in grado di esprimere la cosiddetta cultura dei sordi. Principio che fa nascere il concetto di minoranza culturale, in contrapposizione alla comunità degli udenti e in cóntrasto con i sordi oralisti e i nuovi sordi. Importanti sono le azioni di gruppi di sordomuti stranieri ed, oggi, anche italiani, contro ogni tentativo di soluzione del problema sordità che non viene considerata una disabilità, ma una condizione etnica, pertanto da accettare come tale. Significativo è il concetto di "olocausto culturale" diffuso da alcune comunità di sordi del Nord America per ostacolare la pratica degli impianti cocleari che dovrebbero risolvere la disabilità comunicativa se correttamente applicati. L´ens, inoltre, considera la sordità invalidante solo nell´ottica del sostegno sociale e non dell´integrazione comunicativa che può essere ottenuta solo risolvendo la disabilità. Oltre a questo il bambino sordo non viene visto come un disabile sensoriale, ma ancora come un soggetto che deve essere seguito dal neuropsichiatra infantile e non già dall´audiologo o dall´otorinolaringoiatra. Questo significa un secco ritorno al passato. Gli iscritti Ens L´ens dichiara, nel marzo 2006, 32. 000 iscritti. La Corte dei Conti, utilizzando la classificazione della statuto Ens del 2001, nel 2003 ha identificato: 17. 200 soci effettivi, 1. 390 aggregati, 12. 960 aderenti (in questa categoria rientrano sia i familiari dei sordi che i sordi acquisiti, ma in ogni caso non i sordi secondo la definizione ufficiale di sordomuto), 740 sostenitori, per un totale di 32. 290 soggetti. Le dichiarazioni dell´Ens si riferiscono quindi alla totalità dei loro iscritti e non alla sua rappresentatività poiché i sordi iscritti nel 2003 erano 18. 590. La rappresentatività dell´Ens - Le indennità di comunicazione erogate nel 2005 dall´Inps sono state 41. 253. I sordomuti iscritti all´Ens sono stati 18. 590 nel 2003, ciò sta a significare che 1´Ens rappresenta meno della metà dei sordomuti (45%) nonostante l´adesione alla associazione sia facilitata dal fatto che l´Inps svolge la funzione di esattore delle quote, sottraendola automaticamente dall´indennità di comunicazione quando richiesto dal singolo, e dalla possibilità di ritenere l´iscrizione all´Ens, erroneamente, necessaria per ottenere benefici e provvidenze riservate ai sordomuti. Considerazioni conclusive I sordi grandi invalidi attualmente residenti in Italia sono circa 45. 000, di cui solo 18. 000 iscritti all´Ens. E´ probabile che le altre associazioni, in particolare la Fiadda, raggruppino quel folto gruppo di cui non si conosce l´appartenenza, ma resta il fatto che l´Ens si propone come unico rappresentante, e questo non è accettabile, soprattutto nei rapporti con le Istituzioni. In particolare è necessario che già da oggi tutte le categorie di sordi siano rappresentate nei rapporti con: Provveditorato agli Studi, Province, Comuni. Asl Commissioni di invalidità. Le richieste nascono da due elementari considerazioni di fondo: che i nuovi sordi vogliono essere curati, mentre i vecchi sordomuti vogliono mantenere la loro disabilità, non riconoscendo nella sordità una patologia; che tutte le categorie di sordi, ad eccezione dei sordomuti, vogliono esprimersi oralmente e non con il linguaggio gestuale. .  
   
 

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