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Notiziario Marketpress di Martedì 15 Dicembre 2009
 
   
  TRENTO: PRESENTATA IN CONSIGLIO DAL PRESIDENTE DELLAI LA FINANZIARIA 2010-2012 AL CENTRO DELL´ATTENZIONE FEDERALISMO FISCALE, SCUOLA, UNIVERSITÀ, AMBIENTE, LAVORO E IDENTITÀ NEL SUO INTERVENTO ESPRESSA "CONVINTA E TOTALE SOLIDARIETÀ AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, ON.LE SILVIO BERLUSCONI" PER L´AGGRESSIONE SUBITA

 
   
   Trento, 15 dicembre 2009 - Una relazione centrata soprattutto su alcuni passaggi-chiave per il Trentino dei prossimi anni - come l´applicazione del federalismo fiscale sulla base dell´accordo recentemente raggiunto con il Governo, la riforma della scuola, gli orizzonti dell´alta formazione e dell´inovazione - quella presentata oggi al Consiglio provinciale dal presidente Lorenzo Dellai per illustrate la manovra finanziaria 2010-2012. I contenuti specifici erano stati in precedenza esaminati nei lavori delle Commissioni consiliari, che avevano avuto anche l’opportunità di consultare varie espressioni sociali, economiche ed istituzionali. Ecco una sintesi dell´intervento pronunciato stamani in aula dal presidente Lorenzo Dellai. Gli scenari generali. In apertura, il presidente della Provincia autonoma di Trento ha affrontato alcuni aspetti di contesto, soffermandosi sul clima di preoccupazione che sembra caratterizzare questo nostro tempo. "Le grandi speranze suscitate dai nuovi assetti internazionali - ha ricordato Dellai - nonché dall’irrompere sulla scena globale di nuovi protagonisti sono state ampiamente compensate dall’emergere drammatico delle contraddizioni etiche ed economiche all’origine della grande crisi dalla quale ancora fatichiamo ad uscire. Le straordinarie opportunità legate alle nuove conoscenze scientifiche e tecnologiche, così come i nuovi paradigmi della interdipendenza trovano un tragico contrappeso in un mondo che sembra impazzito, fuori controllo della politica e, dunque, dei principi democratici; un mondo dentro il quale faticano ad estendersi i diritti umani, le pratiche democratiche, i principi di legalità. Anche i progressi, ai quali, nel nostro piccolo, in misura infinitesimale, pure noi trentini abbiamo contribuito, dei paesi del Sud del Mondo rischiano di essere annullati dall’incerto ed incoerente procedere della riforma dei commerci internazionali. Su tutto e su tutti, poi, incombe l’incognita dei cambiamenti climatici, di fronte ai quali, come si è visto nel recente vertice di Copenaghen, i sistemi politici ed economici globali faticano non poco a parlare lo stesso linguaggio. In questo alternarsi, che sembra ormai eterno, di luci e di ombre, di motivi di speranza ed insieme di turbamento, il nostro Paese vive la fase più travagliata della sua transizione politica. " A questo punto un passaggio sull´episodio occorso ieri a Milano che ha visto protagonista il presidente del Consiglio Berlusconi. "Voglio qui esprimere la convinta e totale solidarietà al Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Le Silvio Berlusconi, vittima ieri a Milano di una aggressione incivile, che condanniamo senza riserve e nel modo più fermo. Una aggressione che confidiamo sia un atto isolato, lontano in misura incolmabile dalla coscienza democratica di ogni italiano, di qualsiasi fede politica. E confidiamo nel contempo che questo grave fatto non concorra ad accrescere la tensione già molto forte nel circuito sociale e politico del nostro Paese. " Tornando agli scenari generali, Dellai ha esortato a "guardare oltre le secche dell’oggi, avere il coraggio di una visione responsabile di lungo periodo. Questa, che in fin dei conti è l’essenza della politica, è stata anche la principale preoccupazione che ha indotto la Giunta provinciale a perseguire e a sottoscrivere l’intesa con il Governo nazionale in materia di federalismo fiscale. " Il federalismo fiscale. "Questo era il momento di prendere una decisione - ha detto il presidente Dellai - prima che fosse troppo tardi, e noi ci siamo assunti la responsabilità di farlo. Avevamo il dovere di farlo. " In sintesi, il nuovo assetto finanziario delineatosi grazie all´accordo sottoscritto con i ministri Tremonti e Calderoli si basa su questi obiettivi di fondo, già messi a fuoco nei documenti preparatori e nella pianificazione generale della Provincia: la difesa dello spirito originario dello Statuto di Autonomia attraverso il recupero dei gettiti tributari attualmente non devoluti e la riduzione al minimo dei passaggi burocratici necessari per l’assegnazione delle somme spettanti; il superamento dei vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità con l’adozione del principio della salvaguardia dei saldi finanziari; l’acquisizione di maggiori poteri in ambito fiscale, sia dal punto di vista dell’azione di controllo sugli operatori economici, sia dal punto di vista della politica tributaria; il concorso agli obiettivi di finanza pubblica, oltre che con la cessazione delle attribuzioni non più coerenti con il federalismo fiscale, anche con nuove competenze di spesa, attualmente a carico della finanza statale. "La sottoscrizione dell’accordo con il Governo dello scorso 30 novembre - ha ricordato il presidente Dellai - non rappresenta pertanto che la formalizzazione dei suddetti obiettivi che fin dalla presentazione della proposta di legge delega da parte del Governo questa Giunta si è posta. E’ vero che alla sua definizione si è giunti al termine di una lunga, complessa e riservata trattativa tecnico-politica, della quale l’Amministrazione provinciale si è fatta promotrice al fine di poter far trovare adeguato spazio alle proprie proposte di rafforzamento dell’autonomia; è altrettanto vero che tali istanze ben difficilmente avrebbero potuto trovare accoglimento, in particolare a livello politico, se avessimo aspettato passivamente che gli impianti finanziari di tutte le regioni speciali, ma anche di quelle a statuto ordinario, fossero oggetto di una profonda revisione. (. ) Grazie al ruolo propositivo assunto dalla Provincia, è stato possibile riprendere in maniera produttiva il confronto istituzionale con il Governo, portando alla definizione del meccanismo di attuazione dell’articolo 119 della Costituzione, in coerenza con quanto previsto dall’articolo 27 della legge n. 42/2009, e cioè con la previsione di tavoli di lavoro bilaterali, in cui ciascuna autonomia territoriale definisce con il Governo un ´Patto istituzionale´. I termini dell’accordo, ora inseriti dal Governo nel maxi-emendamento alla legge finanziaria, quando letti alla luce delle premesse sopra ricordate e degli obiettivi strategici elencati, non possono dunque che apparire pienamente soddisfacenti, e ciò per le seguenti ragioni: il nuovo assetto finanziario trova fondamento nella valorizzazione delle piene potenzialità dello Statuto con l’acquisizione di tutti i gettiti prodotti dal sistema trentino, recuperando quelli attualmente non spettanti o non ripartibili territorialmente, rivalutando in questo modo il principio fondamentale posto a base dello Statuto che vede nelle devoluzioni di tributi erariali l’elemento costitutivo dell’autonomia finanziaria. Un ulteriore elemento rilevante scatterà dal 1° gennaio 2011, con l’introito diretto dei gettiti tributari versati dai contribuenti: ciò permetterà una contabilizzazione immediata delle entrate di tale natura, eliminando l’intermediazione del Ministero dell’Economia che, con l’attuale meccanismo, provvede periodicamente al riversamento delle somme spettanti per acconti successivi, seguiti dal versamento del saldo anche diversi anni dopo l’esercizio finanziario di competenza; l’accordo prevede la conferma dell’attuale regime finanziario fino al 31 dicembre 2009 con la conseguente definizione delle pendenze in essere fino a tale data (a titolo di quota variabile, gettito riscosso fuori e funzioni delegate). Lo sblocco delle partite incagliate consentirà di alimentare i bilanci fino al 2018 per valori prossimi ai 4,4 miliardi, assicurando risorse tali da garantire una graduale transizione al nuovo regime finanziario; in relazione ai trasferimenti statali venuti meno, vale la pena evidenziare che l’accordo prevede il mantenimento dei trasferimenti per la copertura degli oneri per le funzioni delegate dallo Stato, per un valore di 50 milioni annui, per l’ottenimento dei quali viene azzerato ogni e qualsiasi iter burocratico; sempre in tema di autonomia finanziaria, il superamento dei vincoli alla spesa viene accompagnato da una maggiore responsabilizzazione dal punto di vista della verifica del rispetto degli obiettivi di finanza pubblica da parte della Provincia e degli enti collegati alla finanza provinciale. Voglio a questo riguardo rimarcare che l’adozione della logica dei saldi ha rappresentato per la Provincia di Trento una condizione imprescindibile del nuovo assetto finanziario provinciale in quanto, fermo restando il concorso agli obiettivi di risanamento finanziario del Paese, la piena capacità di governo e di utilizzo delle risorse costituisce elemento essenziale dell’autonomia finanziaria; altro obiettivo qualificante concerne i poteri di intervento in ambito tributario, che da anni è tra le priorità dell’Amministrazione provinciale. Per quanto riguarda la collaborazione con gli Uffici finanziari dello Stato, la devoluzione dei 9/10 dei tributi, che fa della Provincia il principale beneficiario del buon funzionamento della macchina fiscale, ha reso quanto meno opportuna la condivisione di alcune scelte strategiche nelle attività di contrasto all’evasione. Ebbene, il nuovo articolo 82 dello Statuto ha introdotto il principio del coinvolgimento della Provincia nelle attività di accertamento dei tributi sulla base di indirizzi e obiettivi strategici definiti attraverso intese con il Ministro dell’Economia e delle finanze ed i conseguenti accordi operativi con l’Agenzia delle Entrate. Dal punto di vista delle politiche fiscali, poi, la facoltà di modificare aliquote o disporre detrazioni e deduzioni prevista dal nuovo disposto statutario offre all’Amministrazione nuovi spazi di azione per dotarsi di strumenti per l’attuazione di politiche finanziarie di sviluppo e sostegno economico (in luogo di contributi finanziari potranno, ad esempio, essere concessi crediti d’imposta con evidenti effetti di automatismo e di semplificazione delle procedure), per attuare politiche di sostegno a favore di settori in difficoltà o di settori o categorie meritevoli di particolare considerazione ovvero politiche finalizzate al perseguimento di significativi progetti di sviluppo attraverso riduzioni di aliquote od esenzioni d’imposta, per promuovere comportamenti virtuosi (aliquote premianti nel caso di crescita dimensionale delle imprese, sviluppo quali-quantitativo dell’occupazione); il nuovo modello finanziario conferma infine il concorso finanziario della Provincia al riequilibrio della finanza pubblica mediante l’assunzione di oneri relativi all’esercizio di funzioni statali, anche delegate, definite d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nonché con il finanziamento di iniziative e di progetti, relativi anche ai territori confinanti, complessivamente in misura pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2010. " Dellai infine, dopo avere ringraziato le strutture tecniche dell´amministrazione provinciale, ha dato atto ai rappresentanti del Governo "di aver mantenuto un atteggiamento di serietà e di correttezza, come è stato anche da parte nostra, ben al di là delle forti divisioni di orientamento politico e della radicale diversità di vedute circa l’impianto generale del progetto di federalismo fiscale. " Capitale sociale e identità Nel prosieguo della relazione il presidente Dellai ha affrontato il tema del capitale sociale, uno dei capisaldi del nuovo Psp-programma di sviluppo provinciale. "Abbiamo lavorato molto, in questi anni, sul tema dell’identità, incontrando ovunque una crescente attenzione alla riscoperta e alla rilettura della nostra storia locale ed una sempre più marcata coscienza che, senza la piena consapevolezza circa le nostre radici, la nostra stessa autonomia rischia di essere impoverita dall’interno. Per questo abbiamo voluto il progetto Gallerie di Piedicastello, realizzato dalla Fondazione Museo Storico del Trentino: proprio in questi giorni è stato aperto un allestimento permanente, rivolto soprattutto alle nuove generazioni, che ripercorre i punti fondamentali della nostra storia locale, con linguaggi che, speriamo, potranno essere interessanti e convincenti. Allo stesso modo, abbiamo sempre messo in evidenza che la vera forza del Trentino è costituita dal suo “capitale sociale”, da quella straordinaria rete di gratuità, di associazionismo, di volontariato competente e generoso, che rappresenta la vera marcia in più della nostra comunità autonoma. Lo vediamo ogni giorno qui; lo abbiamo visto e lo stiamo vedendo, dal 6 aprile scorso, in terra d’Abruzzo, con la straordinaria presenza delle nostre strutture e dei nostri volontariati. A questo capitale sociale, a questo respiro della nostra Autonomia, si ispira anche la grande ed operosa attenzione che il Trentino continuerà ad esprimere per far crescere la cooperazione internazionale e la cultura della mondialità, alla quale corrisponderà una coerente, seria ed equilibrata politica di accoglienza e di integrazione responsabile per i cittadini stranieri presenti nella nostra comunità. "Il Trentino è forte se non rinuncia, poi, a porsi sfide sempre più ambiziose - ha detto ancora Dellai - richiamando le due nuove deleghe concordate con il Governo, riguardanti l´Università, ovvero la conoscenza e gli ammortizzatori sociali, in particolare ciò che attiene alla qualità della risorsa lavoro. "Per quanto riguarda l’Università, la delega prefigura le condizioni per poter completare il disegno lungimirante del suo fondatore, che ha promosso la prima esperienza universitaria per il tramite di un ente della Provincia; ha poi attivato la statalizzazione dell’Ateneo, preoccupato da un lato dell’aspetto finanziario, in un momento nel quale le finanze della Provincia non erano certo quelle degli ultimi vent’anni e temendo, dall’altro, il rischio dell’isolamento e della autoreferenzialità, ma ha voluto che nelle norme di statalizzazione dell’Ateneo fossero messi i germi del suo “ordinamento speciale”. La delega alla Provincia delle funzioni statali in tema di università può costituire perciò la definitiva chiusura di questo ciclo di scommesse e di pensiero. " Venendo al lavoro, "per ciò che concerne la delega sugli ammortizzatori sociali, essa fonda la sua rilevanza sulla possibilità di delineare una politica organica di tutela e promozione della risorsa lavoro nel senso globale e trasversale del termine. Potremo costruire una politica del lavoro, nella piena corresponsabilità con le parti sociali, capace di riordinare, nella medesima filiera, scuola, formazione professionale iniziale e continua, strumenti universalistici di sostegno al reddito per chi perde il lavoro uniti a misure personalizzate di formazione e riorientamento occupazionale, misure di sostegno alle nuove forme di “lavoro” senza altri aggettivi. Anche questa delega, in un certo senso, completa il disegno lungimirante elaborato dal governo provinciale all’inizio degli anni ‘80 con la costituzione della prima Agenzia del lavoro. " Il Protocollo d´intesa con le forze economiche e sociali Dellai ha quindi menzionato un recente passaggio "di grande importanza. Associazioni imprenditoriali, sindacati, ordini e collegi professionali hanno accettato la proposta della Giunta di condividere un impegnativo Protocollo d’intesa, orientato proprio a rafforzare il Trentino, la sua coesione, la sua dinamicità economica. (. ). Lo sforzo corale delle parti sociali, economiche e professionali con le istituzioni è stato essenziale per affrontare fin dall’inizio la crisi finanziaria ed economica e rimane metodo fondamentale anche per il prossimo periodo. La manovra di bilancio 2010-2012 si colloca, infatti, in un contesto ancora piuttosto incerto che, pur in presenza di segnali positivi, non ci consente di ritenere definitivamente superata la pesante crisi economico – finanziaria mondiale. La situazione appare in deciso miglioramento solo a partire dal 2010: fanno ben sperare i dati economici previsti per il prossimo anno, che segnalano anche per l’Italia, così come per il Trentino, una graduale uscita dalla recessione. Si stima, infatti, una crescita del Pil provinciale intorno al +0,9% nel 2010, mentre nel 2011 la crescita dovrebbe consolidarsi intorno al +1,3%, per poi salire al +1,7% nel 2012. (. ) Non significa che dobbiamo abbassare la guardia. Al contrario, sia la crisi nel suo complesso che le risposte che abbiamo articolato a partire già dagli ultimi mesi del 2008 devono spingerci ad affrontare con determinazione i nodi ancora presenti nella realtà provinciale. " Dellai ha quindi ricordato l´impegno, contenuto nel Protocollo, a sottoscrivere tre patti strategici per il futuro: - un patto per la qualità sociale, finalizzato ad aumentare la coesione sociale nella nostra provincia; - un patto per qualificare la spesa corrente necessaria per i servizi di pubblico interesse, che sappia coniugare qualità e sostenibilità finanziaria; - un patto per la creazione di valore con azioni di sistema, riferito sia alla pubblica amministrazione sia alle forze sociali, al sistema delle imprese e ai soggetti della comunità, al fine di aumentare la capacità competitiva del nostro territorio. Capitale umano e riforma della scuola "La legge provinciale n. 5/2006 ha disciplinato in maniera organica il sistema educativo provinciale, reinterpretando gli stessi principi nazionali su cui si fondano le autonomie scolastiche, verso l’idea di una ´scuola di comunità´ e verso un modello in cui l’innovazione continua diventa una mentalità costitutiva degli operatori. In tale scenario, il cambiamento del modello curricolare e didattico, attraverso l’elaborazione dei nuovi Piani di studio, rappresenta una tappa obbligata in direzione di una scuola più inclusiva, fondata sulla centralità dello studente e sullo stretto rapporto con il territorio. (. ) Dobbiamo anche fare i conti con i vincoli rappresentati dal riordino in atto (anche se piuttosto contraddittorio) del sistema nazionale di istruzione; in particolare quello relativo al secondo ciclo, in quanto riferimento obbligatorio sia per le nuove tipologie di offerta formativa da attivare sia per i traguardi finali (gli esami di Stato). A fronte di questa condizione, la Provincia ha voluto assumere le responsabilità derivanti dalla propria Autonomia, prefigurando – pur con le prudenze del caso - un impianto del sistema formativo sicuramente inedito per l’Italia, ma coerente con i propri assunti normativi e strategici in materia di qualità ed inclusione, attento alle migliori pratiche emergenti in Europa, orientato alla collaborazione organica con il mondo del lavoro e con l’Università. Il sistema proposto poggia su tre “gambe”, come avviene in molti altri paesi europei: Licei; Istituti Tecnici; Formazione Professionale. A differenza di gran parte delle altre regioni italiane, il Trentino può contare, infatti, su una offerta non minoritaria di formazione professionale, che intercetta già ora quasi il 20% degli studenti. Questa situazione può consentire anche di attenuare progressivamente la tradizionale visione di tipo “discendente” del sistema formativo italiano, che tende a rappresentare gli studenti che si iscrivono ai vari tipi di scuola non in base all’origine socio-culturale, ma come frutto di una distribuzione ottimale dei talenti, secondo cui i più dotati si iscrivono ai licei, mentre gli altri si distribuiscono nei comparti “più bassi” di tipo tecnico e professionale. Ciò risulta distorcente in termini orientativi, è causa non trascurabile di dispersione scolastica e contribuisce ad aumentare lo scarso rispetto alle richieste di diplomati provenienti dal mondo del lavoro. Il nuovo modello mira a qualificare ulteriormente l’offerta formativa provinciale, non ad impoverirla. Le scelte prioritarie proposte si basano, infatti, sui seguenti elementi. * la semplificazione dell’offerta formativa, con il superamento degli istituti professionali, ormai depotenziati nella loro tradizionale identità dal riordino in atto a livello nazionale, a favore di un rilancio dell’istruzione tecnica (contro le tendenze di licealizzazione) e della formazione professionale, come opportunità alternativa per le diverse intelligenze dei giovani; * la focalizzazione sul curricolo verticale 6-16 anni, assumendo pienamente la valenza orientativa dell’obbligo di istruzione; * il dimensionamento del tempo scuola sulla base del principio di adeguatezza, cioè di idoneità a garantire agli studenti il raggiungimento di un livello di preparazione adeguato a quanto richiesto dagli esami di Stato, attraverso orari più sostenibili, in linea con la media europea e in grado di favorire la partecipazione alla vita familiare e sociale; * la revisione dell’offerta territoriale, ai fini di garantire la possibilità in tutti i territori della provincia di far accedere i giovani al maggior numero di indirizzi entro i 16 anni. L’impianto disegnato - cui peraltro altre regioni e lo stesso Ministero stanno guardando con estrema attenzione - si ispira in particolare ad alcuni criteri che la Giunta ritiene importante. In primo luogo, un curricolo più essenziale, finalizzato alla padronanza delle competenze chiave, culturali e di cittadinanza. Gli attuali curricoli nazionali sono enciclopedici, con un numero elevato di discipline che non tengono conto dei diversi processi di maturazione, delle vocazioni e degli stili di apprendimento dei singoli studenti. In ambito internazionale molti paesi già prevedono un nucleo ristretto di discipline da approfondire, ma i curricoli italiani – anche quelli in corso di ridefinizione - restano in ritardo su questo terreno. In questa prospettiva, i Piani di studio provinciali prevedono un nucleo essenziale di discipline (ad esempio Italiano, Matematica, Scienze e Lingue comunitarie) alle quali riservare un’attenzione speciale fin dal primo ciclo, al fine di fare acquisire a tutti gli studenti un buon livello di competenza in quegli ambiti ritenuti indispensabili per essere protagonisti attivi del proprio tempo e della propria comunità. Ciò si è concretizzato operativamente nel secondo ciclo nella proposta di un’ “area comune” di circa 24 lezioni settimanali (Italiano, Storia, Inglese, Tedesco, Matematica, Scienze, più Educazione fisica e Religione). In queste lezioni tutti gli studenti avranno la possibilità di consolidare un patrimonio comune di conoscenze, abilità e competenze, pur mantenendo la specificità dei diversi percorsi. Questo non significa voler abbassare i livelli di conoscenza, attraverso un biennio unico o “introducendo la quarta e quinta media”, ma creare le condizioni reali per assicurare a tutti un elevato livello di padronanza nelle competenze fondamentali. In secondo luogo, un curricolo mirato al successo formativo e all’inclusione sociale. L’eterogeneità della domanda formativa delle famiglie e dei giovani, nonché le esigenze del sistema economico trentino, richiedono un secondo ciclo più articolato e mirato al successo formativo, in modo da ridurre la dispersione scolastica e favorire l’inclusione. L’obiettivo strategico è quello di adottare la logica dell’accompagnamento attivo nella ricerca dell’indirizzo più congeniale ai propri interessi ed attitudini, ampliando nel contempo gli spazi di responsabilità dello studente. Per questo si prevede di potenziare le possibilità di accoglienza e di percorsi personalizzati fin dal primo ciclo, attraverso forme di sostegno e di didattica differenziata; di favorire i passaggi e le uscite laterali ai vari percorsi, in modo di consentire di raggiungere più livelli di qualificazione (qualifica triennale, diploma quadriennale e diploma di Stato quinquennale); di valorizzare l’alternanza scuola-lavoro; di configurare progressivamente un nuovo sistema di educazione permanente, anche in una prospettiva di integrazione interculturale. In terzo luogo, un curricolo basato sulla flessibilità e sulla personalizzazione dell’offerta formativa. La legge provinciale 5/2006 prevede la definizione di una quota di autonomia da riservare alle istituzioni scolastiche, in particolare per arricchire o adattare l’offerta formativa alla domanda sociale e territoriale. La proposta nazionale, non ancora definitiva, è invece piuttosto restrittiva al riguardo, in quanto condizionata di fatto dalle dotazioni organiche del personale docente. Per quanto riguarda il secondo ciclo, per il Trentino si ipotizza mediamente una quota di autonomia del 25 % per il primo biennio, riferita al monte ore biennale di ciascuna disciplina (a fronte di una media nazionale inferiore di almeno 5-10 punti reali), da espandere nel secondo biennio e nell’ultimo anno (al 30% e 35%, a seconda degli indirizzi). Questa autonomia potrà essere utilizzata dalle istituzioni scolastiche per redigere i propri piani di studio, sia adattando l’orario delle varie discipline previste dai Piani di studio provinciali (con il limite di salvaguardare l’area comune, in continuità e coerenza con quanto stabilito con il Regolamento per il primo ciclo), sia introducendo nuove discipline, sulla base di un repertorio definito. Questi orientamenti, che la Giunta provinciale ha varato dopo approfondita discussione, sono di larga massima. Essi richiederanno - contrariamente a quanto è stato finora detto da più parti - da un lato una forte negoziazione con lo Stato, dall’altro una ampia e progressiva condivisione di responsabilità e di progettualità da parte degli istituti scolastici e formativi. " Università e sistema della ricerca Sempre riguardo al capitale umano Dellai ha parlato inoltre di Università e sistema della ricerca. "Partiamo - ha riconosciuto Dellai - dai risultati di questa impostazione consolidata, per guardare avanti e lanciare una sfida innanzitutto a noi stessi. Sappiamo bene che l’assunzione di queste competenze è destinata a pesare non poco sul bilancio della Provincia. Certamente più di quanto lo Stato ha fin qui garantito con il Fondo di Finanziamento Ordinario e la quota variabile attribuita annualmente dal Ministero del Tesoro in virtù delle legge istitutiva. Pensiamo tuttavia che l’intervento pubblico sul tema dell’alta formazione e della ricerca costituisca la prova migliore espressa dalle nostre istituzioni autonomistiche e il più efficace investimento sul futuro del Trentino. Questa opportunità può costituire la premessa per rafforzare il sistema trentino “alta formazione - ricerca – innovazione”, capace di migliorare la qualità delle nostre imprese, di attrarne di nuove ed innovative, di valorizzare i talenti dei nostri giovani migliori e di richiamare qui cervelli da tutto il mondo; un sistema forte delle sue qualità intrinseche, agevolate da sinergie ed integrazioni che lo rendano sempre più attrezzato e competitivo. L’obiettivo ambizioso ma possibile è di mutuare gli esempi di quei Lander tedeschi e di quelle Regioni del nord Europa che hanno saputo spingere verso sistemi integrati capaci ad un tempo di perseguire rigore e qualità scientifica e forte interazione con il proprio territorio. In una parola, vorremmo qualificare il Trentino come Regione europea della conoscenza. " Capitale produttivo. Su questo versante "l’obiettivo strategico è quello di stimolare la crescita del sistema produttivo, attraverso interventi che, da un lato, dovranno accompagnare le imprese nei processi di ristrutturazione e riconversione conseguenti alla crisi e, dall’altro, sostenere la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali. Per conseguire tale obiettivo, si intende innanzitutto proseguire negli interventi di rafforzamento patrimoniale delle imprese già promossi con la manovra anticongiunturale, valorizzando il ruolo degli enti di garanzia e promuovendo strumenti di private equity. (. ) Importanti nell’attuale congiuntura economica sono pure gli strumenti a disposizione del governo provinciale per l’utilizzo della domanda pubblica per alimentare la crescita economica del sistema delle imprese locali, con particolare riferimento ai settori dell’edilizia sostenibile, al settore energetico, alla società dell’informazione, alla sanità, nonché per stimolare la ricerca industriale delle imprese attraverso l’adozione di un sistema di incentivazione che premi le attività a più alto valore aggiunto e a maggiore contenuto innovativo. Strategico è il supporto alle attività di internazionalizzazione delle imprese locali. A tale riguardo, si intendono riorientare gli attuali strumenti di intervento attraverso una ridefinizione delle funzioni di soggetti e organismi di supporto presenti sul territorio. Nel settore turistico, l’attuale congiuntura impone, pur in presenza di risultati positivi, lo studio di interventi per migliorare l’efficacia del settore. Allo scopo è prevista una modifica normativa con l’introduzione di nuovi criteri di concessione dei finanziamenti provinciali alle Aziende per il turismo ed ai Consorzi pro loco. Si punterà ad una più precisa definizione dei ruoli dei singoli soggetti dell’organizzazione turistica, con l’obiettivo di ottenere maggiore efficienza nell’uso delle risorse pubbliche ed una crescita dell’apporto di risorse private. Il complesso delle risorse assegnate nell’anno 2010 alla promozione turistica resta comunque sulla quota considerevole di circa 50 milioni di euro. Per il comparto commerciale, è in fase di elaborazione una legge di riordino, mentre la manovra conferma gli strumenti per il sostegno ai piccoli negozi e propone una norma di salvaguardia per ripensare la collocazione nel territorio delle grandi superfici commerciali e per valorizzare l’attrattività dei centri storici e dei nuclei abitati. Nel settore agricolo le azioni programmatiche sono volte ad assicurare la prosecuzione degli interventi previsti dal Piano di sviluppo rurale, per il quale sono preordinate specifiche integrazioni di risorse. Obiettivo della politica provinciale è pure la valorizzazione commerciale della produzione locale, la cosiddetta “filiera corta”, che può portare non solo alla creazione di fonti alternative di reddito per le imprese, ma anche a vantaggi di tipo ambientale. " Capitale sociale. "Le politiche pubbliche in questo settore - ha detto Dellai - saranno indirizzate a razionalizzare, riqualificare e, se necessario, potenziare l’offerta di servizi sociali e sanitari, garantendo la sostenibilità finanziaria del sistema nel lungo periodo. Il sistema di welfare in Trentino ha raggiunto nel corso degli anni soddisfacenti livelli, che tuttavia possono essere migliorati, soprattutto in ambiti quali le politiche socio-assistenziali e le politiche strutturali per il benessere familiare, la sanità e le politiche abitative. La rilevanza del settore è testimoniata dalla straordinaria dimensione delle risorse dedicate dal bilancio, pari ad oltre 1300 milioni di euro, che rappresentano oltre il 45% della spesa corrente complessiva. La Provincia intende consolidare il reddito di garanzia che colloca il Trentino, per le politiche di welfare, a livello avanzato nel panorama italiano e alla pari con la grande tradizione dei paesi nordici. Per il settore sanitario la Giunta ha varato la proposta di legge di riforma, che introduce nuovi strumenti per rafforzare l’integrazione socio-sanitaria, per attivare nuove forme di partecipazione delle istituzioni locali e delle professioni sanitarie e per assicurare la sostenibilità nel medio-lungo periodo della spesa. La riforma ridefinisce inoltre i diversi ambiti di competenza tra Provincia e Azienda sanitaria e gli strumenti di valutazione, controllo e monitoraggio. A ciò si connette il nuovo ospedale Santa Chiara di Trento, per la cui realizzazione, secondo la filosofia già nota, sono partite le relative prime procedure. La centralità della famiglia e l’esigenza di un approccio trasversale e organico alla sua promozione troveranno, poi, preciso riscontro nel disegno di legge che la Giunta ha già definito e depositerà in Consiglio entro il corrente mese. " Capitale identitario e culturale. Il capitale identitario e culturale per il presidente della Provincia autonoma "rappresenta un fattore fondamentale per lo sviluppo di una comunità e come tale va salvaguardato e potenziato. E’ necessario rafforzare l’identità collettiva del Trentino e, in particolare, tutelare e valorizzare le minoranze linguistiche, rafforzare le iniziative tese a garantire legami con le comunità trentine all’estero, rilanciare un programma integrato di interventi sulla cultura del paesaggio e sostenere la produzione culturale pubblica e privata, valorizzando le alleanze e le sinergie fra la cultura e gli altri settori, in primo luogo il turismo. Per quanto riguarda la tutela delle minoranze linguistiche, la manovra assicura le risorse necessarie a dare compiuta attuazione alla riforma organica adottata nella scorsa legislatura. In coerenza con le previsioni del nuovo Piano urbanistico provinciale, avvieremo i progetti per l’individuazione, il monitoraggio, la difesa e la valorizzazione degli elementi tipici del paesaggio, sia dei contesti urbani che del territorio aperto, e sosterremo, attraverso lo specifico Fondo, i progetti di recupero dei percorsi e degli itinerari significativi dal punto di vista edilizio, architettonico, agricolo naturalistico e culturale. Partiranno i progetti per la conservazione e la valorizzazione delle Dolomiti, bene naturale dell’Unesco, nonché per ampliare la portata culturale e l’impatto comunicativo internazionale della dichiarazione di valore universale. " Capitale ambientale e infrastrutture Il nuovo Programma di sviluppo provinciale individua per il capitale ambientale e infrastrutturale un ruolo fondante. "E’ pertanto strategico - ha detto Dellai - garantire, da un lato, la tutela dell’ambiente in tutti i suoi elementi costitutivi e, dall’altro, un sistema infrastrutturale costituito da reti logistiche e di mobilità funzionali, nonché da servizi di trasporto e da reti di comunicazione efficienti. Per quanto riguarda l’ambiente, sono noti e condivisi gli elementi di grande qualità che al Trentino vengono universalmente riconosciuti. Elementi di qualità che recenti leggi provinciali, con le relative pianificazioni, puntano a consolidare e migliore. Mi limito perciò ad una doverosa considerazione a riguardo dei recenti problemi emersi sul piano del controllo e della vigilanza. La Giunta ha già fatto tesoro delle indicazioni elaborate dalla Terza Commissione legislativa a questo riguardo e ha messo in atto sia nuove misure organizzative sia azioni di potenziamento dei propri apparati tecnici di controllo e di vigilanza, in modo coerente con la tradizione amministrativa con la nostra autonomia. La recente vicenda relativa alle Acciaierie di Borgo Valsugana ha riacceso in modo clamoroso i riflettori su questi aspetti, introducendo nell’opinione pubblica, in particolare della zona, forti e legittime preoccupazioni. La Giunta segue con attenzione gli sviluppi di questa vicenda, in parte connessi con l’iniziativa dell’Autorità giudiziaria, alla quale compete l’accertamento di eventuali reati sia da parte privata che da parte pubblica. Una prima ricognizione interna sugli atti adottati al riguardo negli ultimi anni dalla nostra Agenzia per l’Ambiente sembra indicare un comportamento amministrativo corretto, fatte salve evidentemente eventuali manomissioni dei dati da parte di terzi. Siamo tuttavia in attesa, con il doveroso rispetto, di eventuali conclusioni diverse alle quali, in una materia peraltro anche giuridicamente molto complessa, dovesse arrivare l’Autorità giudiziaria. Per quanto riguarda il forte allarme per la salute pubblica e per la qualità dell’ambiente, le informazioni ad oggi disponibili presso l’Amministrazione fanno ritenere ingiustificati e sicuramente sproporzionati gli scenari apocalittici evocati negli ultimi giorni. Tuttavia la salute pubblica è la priorità assoluta: per questa ragione, la Giunta ha disposto ulteriori ed approfondite indagini tecniche, che dovrebbero iniziare già nella giornata odierna ed ha richiesto alla stessa Procura della Repubblica di essere messa a conoscenza di informazioni ufficiali da essa eventualmente detenute e delle quali spesso fa accenno la stampa, che dovessero suggerire adempimenti amministrativi urgenti, anche radicali, a tutela della salute pubblica. Parallelamente, la Giunta ha incaricato l’Azienda sanitaria di aggiornare il quadro epidemiologico, che comunque, ad una prima analisi e per quanto ad oggi noto, esclude la manifestazione in zona di fenomeni patologici non in linea con le medie provinciali. " Relativamente alle infrastrutture, "l’impostazione programmatica è imperniata sul potenziamento delle reti di comunicazione nonché sullo sviluppo delle reti tecnologiche e dei sistemi di mobilità alternativa. Di particolare rilievo sono gli interventi relativi alla realizzazione di alcune tratte prioritarie del nuovo sistema di interconnessione ferroviaria denominato ´Metroland´, alla realizzazione del nuovo asse di trasporto pubblico di Trento, alla sperimentazione di forme di mobilità alternativa nelle zone montane a vocazione turistica, in particolare nelle valli di Fiemme e Fassa in relazione ai Mondiali di sci nordico del 2013, a Madonna di Campiglio e per il collegamento S. Martino - Passo Rolle. Si tratta di interventi per i quali nel 2010 si prevede di dare avvio alla progettazione preliminare e per i quali il bilancio provinciale 2010-2012 preordina risorse per circa 350 milioni di euro. Capitale istituzionale e autonomistico "Gli impegni su questo fronte - ha detto Dellai - non si misurano certamente nei capitoli di bilancio. Si misurano piuttosto, da un lato nelle scelte legislative e politiche riguardanti il sistema istituzionale dell’autonomia e, dall’altro, nella vita quotidiana delle nostre istituzioni e delle nostre comunità, nei processi democratici e partecipativi che ogni giorno interagiscono con la vita delle persone, dei corpi intermedi, delle varie articolazioni sociali. Per quanto riguarda il primo aspetto, un Trentino più forte si costruisce anche attuando una riforma istituzionale orientata a valorizzare e responsabilizzare i vari territori che compongono la nostra comunità. Solo così, garantendo nuovi poteri ma anche nuove responsabilità sul territorio, potremo pensare ad un Trentino “a trazione integrale”, veramente policentrico e capace di affrontare con grande unità le sfide di questo tempo di grandi cambiamenti. Il Trentino è forte, al tempo stesso, se non è solo. Per questo è di decisiva importanza quanto recentemente convenuto prima nell’incontro di Innsbruck dei tre organi esecutivi e, successivamente, nell’incontro di Mezzocorona delle tre Assemblee legislative del Tirolo storico. Questa deve essere la volta buona, per così dire, per costruire una vera e propria Regione Europea, utilizzando gli strumenti giuridici esistenti (. ). Per quanto riguarda il secondo fronte, quello legato alla partecipazione dei cittadini, la Giunta ritiene che sia certamente necessario individuare forme e strumenti che rafforzino la democrazia e i meccanismi di piena cittadinanza sia per i trentini di origine sia per tutti i cittadini che, provenendo da molti paesi del mondo, ci aiutano, sovente in modo insostituibile, a costruire sviluppo e qualità sociale. In chiusura, l´auspicio che sia possibile aprire con l´opposizione consiliare una stagione di rapporti di maggiore reciproca disponibilità e di maggiore attitudine a comprendere le rispettive ragioni. Un cenno anche ai recenti impegni di Dellai sulla scena politica nazionale. "Mi sento infine in dovere di assicurare al Consiglio che la recentissima mia assunzione di responsabilità politica a livello nazionale, nell’ambito di un partito che ho ritenuto di concorrere a fondare, non comprometterà in nessuna misura e maniera né i miei doveri di equilibrio verso tutti i partiti della coalizione di maggioranza né i miei doveri di attenzione e di presenza nell’attività di governo dell’Autonomia. " .  
   
 

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