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Notiziario Marketpress di Mercoledì 16 Dicembre 2009
 
   
  BRAIN IMAGING: UNO SGUARDO NEL CERVELLO GIOVEDÌ 17 DICEMBRE ALLA SISSA SI DISCUTE DI METODOLOGIE E TECNOLOGIE INNOVATIVE UTILIZZATE NELLA RICERCA IN NEUROSCIENZE

 
   
  Trieste, 16 dicembre 2009 - È davvero possibile leggere nella mente altrui mediante la misurazione dell’attività cerebrale? E come devono essere gestiti e interpretati i risultati di esperimenti neuroscientifici? Negli ultimi decenni, le tecniche di visualizzazione cerebrale hanno favorito un enorme progresso degli studi sul cervello, sollevando contemporaneamente, però, non pochi interrogativi sugli aspetti etici e filosofici connessi alla gestione delle informazioni derivate dalle ricerche di brain imaging. Delle prospettive e delle problematiche connesse alle nuove metodologie e tecnologie di indagine del cervello se ne discute giovedì 17 dicembre alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, nel corso di un dibattito con Raffaella Rumiati, docente di neuroscienze cognitive alla Sissa, Stefano Cappa, professore di neuropsicologia all’Università Vita-salute San Raffaele di Milano, e Rossella Panarese, autrice e conduttrice del programma “Radio3 Scienza”. Dalle 14. 30 alle 17. 30 in aula D, presso la sede della Sissa in via Beirut 2/4. Le metodiche di neuroimmagine funzionale consentono di indagare l’attività cerebrale in soggetti impegnati nello svolgimento di compiti cognitivi. “La risonanza magnetica funzionale, che consente per esempio di localizzare le aree coinvolte in un compito cognitivo – come spiega Raffaella Rumiati –, è stata utilizzata per cogliere eventuali differenze tra il cervello maschile e quello femminile nello svolgimento di prove di matematica o di cognizione spaziale, per studiare i correlati cerebrali dei pregiudizi razziali, delle scelte economiche e politiche, delle esperienze spirituali, dell’orientamento sessuale. Noi neuroscienziati cognitivi dobbiamo renderci conto che ciò che facciamo ha implicazioni morali ed etiche e di conseguenza dobbiamo chiederci come interpretare e diffondere i risutati di tali ricerche”. Uno degli aspetti più discussi in relazione alla sempre maggiore diffusione delle metodiche di neuroimmagine cerebrale riguarda proprio la possibilità da parte di soggetti esterni di accedere direttamente ai contenuti mentali di un altro soggetto, mediante la “lettura” dei correlati neurali delle attività mentali. Le prospettive “applicative” di questo tipo di studi, con tutte le implicazioni etiche e sociali connesse, appaiono ancora lontane dalla loro effettiva realizzabilità, a causa soprattutto di limitazioni di tipo metodologico. Tuttavia, la possibilità di analizzare in gruppi di soggetti impegnati in compiti cognitivi l’attività cerebrale correlata, da un lato, sta fornendo una massa di informazioni che consentono di ipotizzare la presenza di processi di cui il soggetto non è necessariamente consapevole. E dall’altro, determina scenari futuri in cui è plausibile supporre che queste metodiche possano essere applicate in contesti di vita reale, a partire dal marketing e dall’economia. La psicologia sociale studiata con l’imaging: problemi etici e metodologici Raffaella I. Rumiati. Laurea in filosofia all’Università di Bologna, dottorato in psicologia all’Università di Birmingham, post-doc alla Sissa di Trieste. Attualmente è professore di neuroscienze cognitive alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste, dove si occupa soprattutto del rapporto tra sistemi motori e cognizione, in particolare di imitazione e uso degli oggetti. Ha circa 70 lavori tra articoli scientifici, capitoli, review e commentaries. Lettura della mente/lettura del cervello Stefano F. Cappa. Si è laureato in medicina e specializzato in neurologia presso l’Università degli Studi di Milano. È attualmente professore ordinario di neuropsicologia presso l’Università Vita-salute San Raffaele di Milano, dove è stato uno dei fondatori del Centro di neuroscienze cognitive, e dirige la Divisione neurologica del San Raffaele Turro. I risultati delle sue ricerche, dedicate in particolare alle basi neurologiche del linguaggio e alle malattie neurodegenerative sono stati pubblicati sulle principali riviste neurologiche e neuropsicologiche internazionali. .  
   
 

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