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Notiziario Marketpress di Giovedì 17 Dicembre 2009
 
   
  LA SCUOLA DI MUYEYE: TERAPIA E IMPEGNO SOCIALE DECOLLA L´ INIZIATIVA DEGLI UTENTI DEL SERVIZIO DI SALUTE MENTALE COORDINATI DAL PRIMARIO RENZO DE STEFANI

 
   
  Trento, 17 dicembre 2009 - Utenti, familiari, operatori del Servizio di salute mentale dell´Azienda provinciale per i servizi sanitari, coordinati dal primario Renzo De Stefani, impegnati in una nuova sfida, che mescola terapia, sapere scientifico e impegno sociale: la costruzione di una scuola professionale a Muyeye, in Kenya. Un nuovo viaggio - dopo quello in barca a vela attraverso l´Atlantico, quello in treno, sulla rotta della Transiberiana, fino a Pechino e quello dello scorso anno dal Friuli all´Etna - per conoscere e per conoscersi, per mettere in pratica il "fare assieme", ma anche per far capire al mondo che la sofferenza psichica non impedisce di svolgere una vita ricca e piena, di mettere le proprie energie al servizio degli altri. Un primo gruppo di 16 trentini è rientrato recentemente dal Kenya, dove si sta realizzando il progetto sostenuto dall´assessorato alla Solidarietà internazionale e dall´assessorato alla Salute della Provincia autonoma di Trento, dalla Regione Trentino Alto Adige e dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari; stamani, nel corso di una conferenza stampa, a cui ha partecipato anche l´assessore provinciale alla salute Ugo Rossi, ha presentato la sua esperienza. La scuola si inaugurerà nel marzo 2010. Il progetto "Fare assieme la nostra scuola a Muyeye" nasce nell´ambito de "Le parole ritrovate", un movimento nazionale di utenti, operatori, familiari e cittadini che porta avanti il metodo del fare assieme sia per i suoi risvolti terapeutici sul fronte della malattia mentale sia perché convinto dell´utilità concreta dell´impegno sociale. Quest´anno l´iniziativa è la realizzazione, assieme ad una piccola Ong - Itake, di Frosinone - di una scuola professionale a Malindi, Kenya, nel piccolo villaggio di Muyeye. Il dottor De Stefani spiega così il senso di questo impegno che porterà in Africa, da qui a marzo, almeno 300 persone, da ogni parte d´Italia, fra cui oltre una sessantina di trentini afferenti al Servizio di salute mentale e 22 studentesse del liceo Rosmini di Trento. "Crediamo che queste iniziative anche per la loro indubbia ricaduta mediatica, possano servire innanzitutto a correggere lo stigma negativo che ancora colpisce il disagio psichico, a creare una comunità più attenta e sensibile alle risorse delle persone, tutte le persone. Questo progetto non è comunque destinato a concludersi con la consegna della scuola di Muyeye ai ragazzi del Kenya, che oggi di speranze per il futuro ne hanno poche; esso proseguirà nel tempo nell´ambito di un gemellaggio non di soldi di ma di cuori. " "Noi non abbiamo molti meriti - ha detto invece l´assessore Rossi parlando a nome dei soggetti pubblici che sostengono l´iniziativa - ; Provincia e Azienda sanitaria hanno il dovere semmai di accompagnare queste esperienze che nascono dalla società civile, dalle persone. Qui c´è una logica del fare assieme che ci piace molto. Ma l´ esperienza ha anche una validità sul piano scientifico; stiamo esportando questo approccio alla salute mentale, questo modello terapeutico, in altri contesti, come ad esempio in Cina, grazie al viaggio compiuto nel 2007. Tutto ciò si sposa in questa circostanza con la cooperazione internazionale, quindi con la capacità di realizzare solidarietà vera, anche da parte di chi si porta dentro delle grandi sofferenze. " La parola è andata poi ad alcuni dei protagonisti del primo viaggio, durato una settimana e conclusosi qualche giorno fa con il rientro in Trentino dei suoi 16 protagonisti. Marco Fontanari, un utente del Servizio di salute mentale dell´Azienda sanitaria. "Sono molto contento di avere avuto l´occasione di vedere la realtà africana così dal di dentro, vivendo con loro mangiando con loro. Sono laureato in medicina, anche se da tanti anni non esercito a causa della mia malattia, ma mi è servito molto confrontarmi con le persone che abbiamo incontrato in Kenya. Siamo anche andati in un villaggio dove c´era una ragazza con problemi mentali, ci siamo interessati al suo caso, anche se la realtà africana è molto diversa dalla nostra; non possiamo fare miracoli, ma già ascoltare una persona è importante. Il fare assieme mi ha aiutato molto; qualche volta ho avuto qualche momento di crisi, ma l´aiuto del gruppo mi ha aiutato a superarle. Spero che questa esperienza mi aiuti anche ad apprezzare di più quello che ho. " Mirella, Faes, una familiare. "Sono tornata più serena di quando ero partita. Mi porto nel cuore l´accoglienza molto commovente che gli africani ci hanno riservato. Per i ragazzi di Muyeye questa scuola professionale è molto importante perché può assicurare loro un´avvenire. " Fabio Andreolli, un altro utente: "E´ stata l´esperienza più forte della mia vita. Vedendo le cose solo in tv non pensavo che potessero esistere veramente, non pensavo potesse esistere un mondo così ingiusto. Ho cercato di dare tutto me stesso in questo viaggio - patendone anche le conseguenze emotive - e soprattutto ho capito una cosa molto importante che mi aiuterà nel mio futuro, nell´affrontare la malattia. Ringrazio tutti coloro che mi hanno offerto la possibilità di conoscere questo mondo in prima persona. Da questa esperienza la troupe di Sergio Damiani e Jiuliane Reinert Biasi realizzerà un nuovo documentario, dopo il fortunato "Oceano dentro". Per informazioni: www. Leparoleritrovate. Com/ .  
   
 

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