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Notiziario Marketpress di Lunedì 30 Ottobre 2006
 
   
  A VILLA MANIN "EUROHOPE 1153. ARTE CONTEMPORANEA DAL BOSFORO"

 
   
   Passariano (Codroipo, Ud) 30 ottobre 2006 – E’ stata inaugurato sabato 28 ottobre A a Villa Manin di la mostra "Eurohope 1153. Arte contemporanea dal Bosforo", che si potrà visitare fino al 25 febbraio 2007. Curata da Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto, la mostra è organizzata dal Centro d´Arte Contemporanea che ha sede nella residenza dogale. Inaugurata nel tardo pomeriggio, la mostra è stata presentata stamani, dall´assessore regionale alla Cultura, Roberto Antonaz, dal presidente dell´Azienda Speciale Villa Manin e sindaco di Codroipo, Vittorino Boem, da Gianpaolo Carbonetto, ideatore e coordinatore del progetto "I Turchi in Friuli", e dai curatori. Proprio il rapporto con la Turchia è stato al centro dei vari interventi. Il 2006, infatti, ha visto l´organizzazione di una serie di mostre, che hanno interessato tutto il territorio regionale, dedicate al rapporto fra il Friuli Venezia Giulia e la Turchia, nel momento in cui quel Paese chiede di entrare nell´Unione Europea e si registra talora il riaffiorare di antiche paure o comunque di obiettive difficoltà di rapporto con il mondo islamico in generale. Allora, se per Boem la mostra di Villa Manin è un´occasione per aprirsi ad artisti giovani di altre parti d´Europa, per il direttore del Centro d´Arte Contemporanea, Francesco Bonami, essa è sì parte del percorso dei "Turchi in Europa", ma lo è anche del Centro stesso, tale da fare del Friuli Venezia Giulia "un laboratorio dei nuovi linguaggi artistici contemporanei europei". Il significato delle iniziative dedicate alla Turchia è stato messo in evidenza dall´assessore Antonaz: "la nostra è sempre stata una regione di confine: non solo a Est o a Nord, ma anche con il mare Mediterraneo, nel cui bacino insiste anche la Turchia, civiltà importantissima con la quale abbiamo avuto e abbiamo scambi economici e culturali". Oltre a ciò, "nel momento in cui vi sono molte diffidenze verso il mondo islamico in generale - ha affermato Antonaz -una migliore conoscenza sua e della Turchia in particolare può contribuire a limitare le spinte negative e a ridare slancio al rapporto fra civiltà occidentale e orientale, che tante contaminazioni ha conosciuto". Infine il ruolo dell´arte contemporanea: "essa è la chiave - ha concluso l´assessore - che pone il sigillo alle iniziative di quest´anno e attraverso essa si mettono in confronto italiani e turchi e assieme si capirà che le ansie e le attese degli uni e degli altri sono i medesimi. Inoltre questa mostra arricchisce l´offerta del Centro di Villa Manin, che con le sue proposte in questi due anni ha richiamato 200 mila visitatori e ha registrato 5 milioni di contatti nel sito internet". Attraverso la cultura, poi, si possono stimolare anche altri tipi di rapporti, in particolare quelli economici. Un tanto è accaduto grazie alle varie iniziative sui "Turchi i Friuli", il cui coordinatore, Carbonetto, ha detto che "il progetto è stato realizzato per presentare un quadro senza preconfezionare risposte: sta a ogni singola persona, attraverso la conoscenza giungere a delle conclusioni. Ci sono sollecitazioni a proseguire il discorso: allora questa mostra non è l´ultimo anello della catena, ma può divenire forse il ponte verso iniziative future". La presentazione di "Eurhope 1153" è stata anche l´occasione per parlare di un´iniziativa che affianca la mostra: "Gli Abi-tanti invadono Villa Manin". Si tratta di "ominidi" ideati da Manuela Corvino e realizzati con materiali di scarto da circa mille bambini di Udine e provincia. L´iniziativa prelude - come indicato da Bonami - alla realizzazione di un Dipartimento didattico del Centro d´Arte Contemporanea, che sarà coordinato da Centro Remida di Passariano. Circa le mostre future, per gennaio è attesa "Maninfesto" che vedrà l´esposizione di opere di otto giovani artisti regionali, scelti fra i numerosi partecipanti all´omonimo concorso; mentre per Pasqua la Villa sarà "trasformata" dalle foto di Hiroshi Sugimoto, uno dei più grandi fotografi viventi. Continua "Sculture nel Parco", alcune delle quali rimarranno stabilmente a confrontarsi con l´habitat naturale. Puntando sul gioco di parole "Eurhope", ovvero Europa e speranza, la mostra di Villa Manin - come hanno spiegato i curatori Francesco Bonami e Sarah Cosulich Canarutto - presenta un gruppo di giovani artisti turchi che utilizzano principalmente il video e la fotografia e che nel loro lavoro raccontano un mondo multiforme e dinamico, particolarmente rilevante in relazione agli attuali sviluppi artistici internazionali. Il titolo poi reca un numero: 1153. Esso fa riferimento alle miglia marine che separano il Golfo di Trieste dal porto di Istanbul. Un percorso simbolico che vuole ricalcare la storia, sottolineare il presente, ma anche ispirare i futuri rapporti tra due regioni di un mondo in costante trasformazione. La Turchia è una nazione che si esprime geograficamente come ponte tra Europa e Asia e che, particolarmente oggi, può essere principale luogo d´incontro e fondamentale territorio di dialogo tra oriente ed occidente. L´articolata realtà sociale e culturale di questo paese è matrice di un´identità forte caratterizzata tanto dalla sua eterogeneità quanto dalla sua unicità. L´esigenza di dare vita a narrazioni originali che riflettano i mutamenti avvenuti negli ultimi anni in Turchia, la necessità di utilizzare liberamente i diversi mezzi espressivi e il desiderio di sperimentazione sono alcuni degli aspetti che accomunano gli approcci e i linguaggi di questa mostra. Gli artisti esprimono un´ironia corrosiva che smaschera sia le mitologie nazionali che quelle quotidiane: dalla rielaborazione di un passato tanto ricco quanto complesso all´urgenza di analizzare le contraddizioni della società contemporanea, le loro opere forniscono profondi spunti di riflessione sui rapporti tra arte, individuo e società. Portando in Italia le visioni di questi artisti, "Eurhope1153" vuole essere uno strumento di scambio e di conoscenza di realtà differenti attraverso l´arte contemporanea. .  
   
 

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