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Notiziario Marketpress di Martedì 31 Ottobre 2006
 
   
  BENESSERE IN TAZZINA: LA COMUNITÀ SCIENTIFICA DICE SÌ AL CONSUMO DI CAFFÉ UNA MONOGRAFIA FIRMATA INRAN SUL RUOLO DEL CAFFÉ NELLA SALUTE PER FARE CHIAREZZA SULLE INFORMAZIONI CHE CREANO DUBBI E CONFUSIONI NELLA MENTE DEL CONSUMATORE

 
   
   Roma - E’ stato analizzato dall’Inran, nel corso di una conferenza stampa svoltosi il 24 ottobre 2006, presso la Residenza di Ripetta, un tema “sempre caldo” come è quello del Caffè. L’incontro non si è tenuto solo per presentare la monografia “Caffé e Salute”, ma per sottolineare quanto sia importante una comunicazione trasparente nei confronti di un consumatore che vuole essere informato correttamente. E la comunicazione in tema caffé ha dovuto combattere molte guerre, ma le ha vinte tutte! “Coffee for most, it’s safe. Coffee has been blamed for everything from moral turpitude to cancer. But none of the bad raps have stuck. Coffee may even be good for you”. (Harvard Medical School, 2004). (Il caffé, per la maggior parte di noi, è sicuro. Il caffé è stato accusato di ogni cosa, dalla turpitudine morale al cancro. Ma nessuna di queste maldicenze è rimasta in piedi. Il caffé può addirittura fare bene (Harvard Medical School, 2004). “Una frase, questa – introduce Ferdinando Romano, Presidente dell’Inran - che tutti dovrebbero rileggere, prima di accettare supinamente una qualsivoglia comunicazione di studio scientifico – soprattutto se mai comprovato e approvato dalla Comunità Scientifica Mondiale”. E prosegue: “il caffé, negli anni, è stato assoggettato a numerosi studi scientifici dai risultati positivi o, a volte ancora da approfondire, ma con essi, ha subito anche molti errori di decodificazione da parte dei media. Così che il consumatore, e anche la classe medica, si sono trovati a non comprendere se un rito tanto radicato (in Italia prima e ora anche nel mondo), potesse davvero essere così pericoloso. Fortunatamente è proprio la Comunità Scientifica che ha messo il punto alla annosa questione, facendo puntuali ricerche, presentando studi, comunicandone i risultati su autorevoli pubblicazioni, rendendosi disponibile al dialogo ogniqualvolta viene chiamata in causa, definendo in quali situazioni e condizioni (di salute o patologiche) il caffé, nelle giuste quantità, può diventare persino un vero alleato al nostro benessere”. “A nome dell’Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, che ho l’onore di presiedere – afferma Romano - ho voluto indire questo incontro con la stampa che si occupa di salute, per dare, una volta per tutte, un ruolo ben definito al caffé sia esso con o senza caffeina. Il ruolo di alimento, come merita, capace non solo di prevenire alcune patologie ma anche di non incidere in alcun modo, con un consumo moderato, su momenti fisiologici come la gravidanza piuttosto che sull’insorgenza di alcuni disturbi che attualmente funestano lo scenario sanitario internazionale (cardiopatie, carcinoma epatico, cirrosi, cancro colorettale, diabete di tipo 2, ipercolesterolemia). ” “E per ricordare – aggiunge Amleto D’amicis, Direttore della Unità di Documentazione e informazione Nutrizionale dell´Inran - che il caffé non è una semplice soluzione di caffeina e poche altre sostanze brune ma un “alimento”, sottoforma di bevanda, che contiene centinaia di specie molecolari. Fra queste alcune sostanze bioattive: oltre alla caffeina, anche minerali come il potassio, precursori delle vitamine come la trigonellina, antiossidanti, lipidi terpenici”. L’incontro con la stampa a Roma è stata l’occasione per presentare la monografia completa redatta dai ricercatori dell’Inran Laura Rossi, Fausta Natella, Stefania Sette, Andrea Ghiselli, con il coordinamento generale di Amleto D’amicis. “Questa monografia agile ma approfondita è il risultato di un attento lavoro di ricerca e di sintesi che è stato possibile – conclude D’amicis - anche grazie al contributo di altri enti, come l’Istituto Farmacologico Mario Negri, la Fondazione per lo Studio sugli alimenti e la Nutrizione ed il Coffee Science Information Centre che, in contatto con tutti i Centri di Ricerca mondiali, raccoglie gli studi scientifici pubblicati sulle più autorevoli testate scientifiche”. .  
   
 

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