Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 













MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web








  LOGIN


Username
 
Password
 
     
   


 
Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Gennaio 2010
 
   
  REGINA. FUTURISMO, ARTE CONCRETA E OLTRE IN MOSTRA ALLA FONDAZIONE AMBROSETTI ARTE CONTEMPORANEA PALAZZO PANELLA | PALAZZOLO SULL’OGLIO, BRESCIA

 
   
   Milano, 11 gennaio 2010 - La Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, in collaborazione con il Museo Regina di Mede, presenta la mostra “Regina. Futurismo, arte concreta e oltre”, ovvero l’intero percorso creativo della scultrice futurista lombarda Regina Cassolo Bracchi (Mede, 1894 - Milano 1974) dagli esordi degli anni venti alle ultime produzioni degli anni settanta, in una delle più complete antologiche mai realizzate, con oltre 140 opere tra sculture, disegni, taccuini e bozzetti, alcuni di questi assolutamente inediti e mai sino ad oggi esposti. La rassegna è curata da Paolo Campiglio, con il patrocinio della Regione Lombardia - Culture Identità e Autonomie della Lombardia, della Provincia di Brescia - Assessorato alle Attività e Beni Culturali Valorizzazione delle Identità, Culture e Lingue locali e del Comune di Palazzolo sull’Oglio - Assessorato alla Cultura, Comune di Mede. Dopo l’unica vera monografia di Regina curata da Luciano Caramel (Electa 1991), ormai irreperibile peraltro sul mercato librario, gli studi sull’artista, considerata tra le maggiori interpreti femminili del 900 italiano che dal Secondo Futurismo approda all’Astrattismo, si sono moltiplicati, tanto da sollecitare l’esigenza di una revisione critica del suo lavoro che include anche una vasta produzione grafica e di bozzetti su carta. Proprio i disegni e i bozzetti presenti in mostra alla Fondazione Ambrosetti seguono l´intera attività della scultrice e pongono l’attenzione sul momento progettuale, affiancandosi alle sculture vere e proprie in un costante richiamo tra disegno e scultura. L’esposizione, articolata in sei momenti principali, è organizzata seguendo un percorso cronologico. Gli anni della formazione e delle prime sculture, tra la fine degli anni venti sino all’inizio degli anni trenta, sono caratterizzati da una produzione ancora figurativa. Agli anni trenta appartengono invece le opere in alluminio ritagliato di ispirazione futurista e la produzione non figurativa, ed è proprio in questo periodo che, dopo aver conosciuto Marinetti nel 1931, Regina frequenta gli artisti del secondo futurismo milanese (Bruno Munari, Ricas, Cesare Andreoni e Giuseppe Scaini), firmando nel 1934 il Manifesto Tecnico dell’aeroplastica futurista e partecipando sino al 1940 a tutte le esposizioni di aeropittura. Negli anni quaranta Regina procede verso una maggiore astrazione, come evidenziano i disegni relativi agli studi sui fiori e, forte di questa esperienza, negli anni cinquanta aderisce al Movimento Arte Concreta (Mac), giungendo a de - materializzare sempre più la scultura. Nuovo è anche l’approccio ai materiali quali ferro, plexiglas, marmo e in linea con le premesse del gruppo appare l’adesione a un’estetica geometrica. Negli anni 1955 e 1957 Regina è invitata alla Biennale di San Paolo del Brasile, alla Prima rassegna italiana d´arte concreta, alla Biennale di Milano e alla Permanente. Negli anni sessanta continua le esperienze astratte e nel frattempo si interessa, con una serie di disegni e tavole, al linguaggio non verbale, ai suoni della natura e del paesaggio. Al periodo giovanile appartengono opere come Popolana (1925 ca. ), un ritratto inedito esposto originariamente alla I Mostra Sindacale Lombarda di Milano nel 1928. Con la definitiva maturazione intorno al 1930 e la sperimentazione di materiali nuovi quali latta e alluminio, che permettono una facile modellazione manuale e si allineano a un’estetica meccanica, nascono le prime opere futuriste come Spiaggia (1930), La signora provinciale (1930-31) e il Ritratto del nipote (1930-33). Il periodo più vivo dell’aereoscultura è invece testimoniato in mostra da progetti inediti per L’amante dell’aviatore, realizzata nel 1935. Nel 1934-35 la produzione della scultrice appare in clima con le ricerche non figurative che, da Fausto Melotti a Lucio Fontana, interessavano il contesto milanese gravitante attorno alla Galleria del Milione. Una sala è interamente dedicata a Il paese del cieco (1936), prima riflessione sul linguaggio e sulle sensazioni di un non vedente, lavoro emblematico che rappresenta un punto di arrivo nell´arte di Regina, con abbondanza di studi preparatori in carta e di varianti in alluminio. La ricerca degli anni quaranta è testimoniata da sculture astratte in gesso o in marmo come Fiore (1945), Scultura spaziale (1947) e Ritratto di Mariuccia Rognoni (1948), in cui la forma si semplifica e si libera in una composizione equilibrata e armonica col mondo della natura. La de-materializzazione scultorea si compie nelle strutture in plexiglas del periodo Mac, come le sculture multicolore sospese e le composizioni con fili di ferro ed elementi in plexiglas. Sempre agli anni cinquanta appartengono le opere Sputnik (1952) e Terra-luna (1955), suggestionate dalle nuove scoperte scientifiche in campo spaziale. La ricerca sul linguaggio non verbale, che in parte riprende gli studi degli anni trenta, è presentata, per la prima volta al pubblico, nella sala dedicata alle nove tempere su carta trasparente de Il linguaggio del canarino (1966), nelle quali Regina ha decifrato e illustrato il linguaggio del suo canarino. Proprio in queste opere il tema della traduzione del linguaggio degli animali in poesia visiva e disegno raggiunge l´acme più lirico dell´intera produzione dell´artista, da sempre rivolta anche al mondo degli animali e della natura. La mostra rappresenta indirettamente anche un omaggio a Vanni Scheiwiller che, grande estimatore della moglie del pittore Luigi Bracchi, ne conservò la memoria dando vita alle prime monografie dedicate all’artista, la cui cifra stilistica è sempre stata una moderna ‘avanguardia mentale’ così descritta dalla stessa Regina: «I miei pensieri non sono mai fissi, sono sempre disposta a cambiare opinione». Per l’intera durata della retrospettiva è previsto un programma di attività didattiche, sia per le scuole, sia per gli adulti con bambini, ideate e realizzate da Valeria Depalmi, Cinzia Cassinari ed Elisabetta Bernardelli della cooperativa Educarte. I laboratori prenderanno spunto dagli aspetti più significativi dell’iter artistico di Regina quali l’innovazione plastica, il disegno, la sperimentazione dei materiali, la suggestione delle tecnologie spaziali, per tradurre e dare vita a piccole architetture astratte, a decorazioni artistiche e sculture mobili. La mostra è accompagnata da un catalogo edito e realizzato dalla Fondazione Ambrosetti Arte Contemporanea, con il contributo della Fondazione Banca Popolare di Bergamo onlus. . .  
   
 

<<BACK