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Notiziario Marketpress di Lunedì 11 Gennaio 2010
 
   
  AL PICCOLO TEATRO STREHLER, DOPO IL ‘TUTTO ESAURITO’ DI DICEMBRE TORNA IL MERCANTE DI VENEZIA DI LUCA RONCONI

 
   
  Milano, 11 gennaio 2010 - Dopo le prime due settimane di repliche che, a dicembre, hanno fatto registrare il ‘tutto esaurito’, torna al Teatro Strehler Il mercante di Venezia di Luca Ronconi, nuova produzione del Piccolo per la stagione 2009-2010, testo ambiguo, crudele, “nero” e intrigante, in scena fino al 31 gennaio. “Nelle mie frequentazioni shakespeariane”, spiega il regista, “ho sempre scelto commedie problematiche: Troilo e Cressida, Sogno di una notte di mezza estate, Misura per misura. Il loro esito dipende dallo sguardo dell’osservatore: che cosa vede? Cosa lascia in ombra? Il mercante di Venezia rientra nella mia predilezione per questo Shakespeare mezzo chiaro e mezzo scuro, mezzo serio e mezzo grottesco…”. “Nel Mercante”, aggiunge Ronconi, “il concetto di duplicità è ancor più marcato rispetto al Sogno: se là esisteva una netta demarcazione fra il mondo di Atene e quello della Foresta, nel Mercante possiamo parlare di una continua alternanza tra due “location” equivalenti, un luogo realistico, Venezia, e un luogo fiabesco o romanzesco, Belmonte. Due luoghi sono anche il luogo dell’ebreo e quello del cristiano. Non stiamo parlando di un conflitto di religioni: a Shakespeare non interessava e il testo va lasciato così com’è, senza forzature. Un altro tema interessante è il rapporto tra eros e oro: la legge del danaro, e il modo in cui essa governa l’eros, è sorprendentemente presente. Siamo di fronte a una commedia piena di sfaccettature e di possibili punti di vista…”. Una scenografia, scarna ed essenziale, priva di qualsiasi connotazione storica, tesa tra due luoghi, Venezia e Belmonte. Comune è lo sfondo che recupera naturalmente il palcoscenico ‘nudo’ del Teatro Strehler, ridipinto in una tinta più chiara. E comune è soprattutto la costante, insistente presenza della bilancia, declinata in tutti gli elementi scenici, con un fiorire ovunque di pesi e di misure di tutte le dimensioni e tipologie. “La bilancia determina lo spazio”, dichiara Margherita Palli, “replicandosi all’infinito. Dopo il Sogno di una notte di mezza estate, un altro Shakespeare mi offre l’occasione per interpretare lo spazio vuoto del grande palcoscenico dello Strehler, non da riempire scenograficamente ma con una trama ideale di oggetti, un intreccio di segni e simboli”. L’esigenza di differenziare i due mondi, diversi ma speculari, di Venezia e di Belmonte, si riflette anche nei costumi, firmati da Ursula Patzak, che spiega: “Per Venezia, regolata dal denaro, dagli affari, ho pensato a costumi che riprendessero la rigidità di quel mondo con redingote scure, vagamente fine ‘800. L’altro, Belmonte, inventato, fantastico, dove a dominare sono le linee fluide, senza rimandi ad epoche storiche definibili, i tessuti leggeri e preziosi” . Le luci sono curate da Aj Weissbard e le musiche da Paolo Terni. .  
   
 

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