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Notiziario Marketpress di Lunedì 18 Gennaio 2010
 
   
  LA DIETA PIÙ FACILE DA PORTARE A TERMINE? QUELLA PIÙ SEMPLICE!

 
   
  Bruxelles, 18 gennaio 2010 - Sono migliaia le persone che in tutto il mondo avranno da poco iniziato una dieta per riparare alle abbuffate del periodo festivo appena trascorso. Tuttavia, come dimostrano i risultati di una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Appetite, più la dieta è complicata, più alte sono le probabilità che la persona interessata la interrompa in tempi brevi. La maggior parte di coloro che si mettono a dieta sono convinti che volontà e impegno siano i fattori chiave per portare a termine una dieta, ma questo ultimo studio dimostra che il grado di complessità, per esempio la quantità di regole da seguire, incide profondamente sotto il profilo dell´impegno. I ricercatori dell´Istituto Max Planck per lo sviluppo umano, in Germania, hanno collaborato con un team di ricercatori dell´Indiana University (Stati Uniti) per confrontare le abitudini di due gruppi di donne che seguivano regimi alimentari dimagranti profondamente diversi. Ne è risultato che le donne a cui era stato assegnato un regime alimentare caratterizzato da una maggiore complessità tendevano ad abbandonarlo in tempi più rapidi. Una delle diete, conosciuta col nome di Brigitte e piuttosto popolare in Germania, è relativamente facile da seguire. La dieta consiste in una serie di liste della spesa che hanno il vantaggio di permettere alla persona interessata di sapere esattamente cosa acquistare e cosa cucinare. Nello studio è stata presa in considerazione anche la dieta Weight Watchers, la cui peculiarità è costituita da un sistema a punti, in cui a ogni alimento viene assegnato un certo numero di punti. Chi la segue è quindi invitato a "ingerire" solo una determinata quantità di punti al giorno. "I soggetti che seguono una dieta più complessa, ovvero che richiede di memorizzare la quantità di cibo e il tipo di alimenti assunti, hanno la percezione che sia piuttosto complessa da seguire e questo può portarli ad interromperla", ha affermato il professor Peter Todd, dell´Università dell´Indiana. I componenti del team e il primo autore dello studio, la professoressa Jutta Matta dell´Università di Standford (Stati Uniti), ritengono che l´effetto "complessità" entri in gioco anche nel caso in cui il soggetto sia fermamente convinto di poter seguire con successo un regime alimentare dimagrante. "Anche se si è convinti del buon esito della dieta, pensare che la stessa sia complessa sotto il profilo cognitivo può compromettere il proprio impegno", ha affermato. La professoressa Matta suggerisce di organizzare l´ambiente circostante in modo tale che faciliti la disciplina necessaria per attenersi alla dieta. È essenziale, per esempio, tenere fuori dalla propria portata dolciumi e snack salati. Un altro consiglio che arriva dalla professoressa è quello di valutare un´ampia gamma di diete per poi prendere nota della quantità di cose che è necessario ricordare per poterle seguire. "Se una persona sceglie comunque un regime alimentare dimagrante più complesso perché più interessante - ad esempio perché permette una maggiore flessibilità - è bene che la stessa valuti il suo grado di dimestichezza con i calcoli e la gestione del consumo degli alimenti idonei alla dieta", ha fatto notare. "Se questo dovesse risultarle molto difficile, cresce la probabilità che abbandoni la dieta prima di finirla ed è pertanto consigliabile che scelga un regime alternativo". Per maggiori informazioni, visitare: Appetite: http://www. Sciencedirect. Com/science/journal/01956663 Istituto Max Planck per lo sviluppo umano: http://www. Mpib-berlin. Mpg. De/ Indiana University: http://www. Indiana. Edu/ .  
   
 

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