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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Gennaio 2010
 
   
  LAVORO FVG: PRESENTATO MONITORAGGIO OCCUPAZIONE DONNE

 
   
  Trieste, 20 gennaio 2010 - Nella nostra regione le donne sono prevalentemente occupate con profili impiegatizi nel settore dei servizi. Quelle, che hanno raggiunto posizioni medio-alte in aziende, investono maggiormente degli uomini nei percorsi formativi. Questi sono alcuni dei dati emersi dalla ricerca sulla situazione del personale nelle imprese del Friuli Venezia Giulia con oltre 100 dipendenti, che sono stati illustrati ieri a Trieste - alla presenza dell´assessore regionale al Lavoro, Alessia Rosolen - dalla consigliera regionale di Parità, Maria Grazia Vendrame, e dalla responsabile per i progetti di conciliazione presso la Regione, Chiara Cristini. Il monitoraggio, realizzato con cadenza biennale dall´Agenzia regionale del Lavoro, rappresenta uno strumento importante per osservare le dinamiche che muovono il mondo del lavoro, in particolare, quelle concernenti l´evoluzione della presenza femminile nelle grandi imprese. "Rispetto alla precedente rilevazione - ha sottolineato l´assessore Rosolen - vi è un incremento del 16 per cento del numero delle imprese che hanno partecipato alla ricerca: questo risultato è frutto del lavoro svolto negli scorsi anni dalla Consigliera regionale di Parità Vendrame". La raccolta dei dati, riferiti a circa 180 imprese (in totale oltre 73 mila addetti, pari al 14 p. C. Delle forze lavoro) e riguardanti il biennio 2006-07, dimostra una rappresentazione femminile del 50-60 per cento sul totale in alcuni settori del terziario (banche, assicurazioni, alberghi, ristoranti) ed una forte prevalenza (superiore al 70 p. C. ) delle donne nel commercio, nella sanità e nei servizi pubblici e sociali. Il divario di genere nella stabilità e durata dei rapporti di lavoro è di "soli" 4 punti percentuali: se sono infatti a tempo indeterminato il 92,8 per cento degli uomini, il dato femminile è in questo caso pari al 89,9 per cento. Se il "gender gap" non è tale da preoccupare eccessivamente, bisogna però tenere in considerazione come solo un terzo degli stabilizzati nel corso del biennio in questione sono donne: la mancata stabilizzazione può infatti in un periodo di crisi come quello attuale facilmente trasformarsi in disoccupazione. Sottolineando l´importanza di ampliare nei prossimi anni la partecipazione alla ricerca di tutti i tipi d´imprese, l´assessore Rosolen ha ritenuto importante evidenziare come addirittura il 70 per cento dei contratti di lavoro in essere nelle imprese con meno di cento dipendenti siano di tipo "precario". Oltre a mettere in evidenza come le donne siano prevalentemente impiegate e gli uomini operai, il monitoraggio presenta anche come le prime raggiungono, seppure in misura minoritaria, posizioni apicali in settori a prevalenza maschile. Infine, la ricerca mette in rilievo il fatto come l´orario lavorativo ridotto sia una questione specificatamente femminile. Il valore particolarmente elevato del part-time in certi settori fa però ipotizzare una situazione in cui questo corrisponda più ad una esigenza organizzativa che a una risposta ad esigenze di conciliazione. .  
   
 

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