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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 20 Gennaio 2010 |
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ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI IN MONTAGNA: DECISA IN VENETO NUOVA ORGANIZZAZIONE STRUTTURE RESIDENZIALI CON - 60 P.L. PER MANTENERE QUALITA´ SERVIZI E RISPARMIARE COSTI
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Venezia, 20 gennaio 2010 - “Mantenere in attività e permettere il miglior funzionamento dei centri di servizio residenziali a favore dei nostri anziani non autosufficienti che vivono nella montagna veneta”. Questa la ragione di un provvedimento, approvato dalla Giunta veneta su proposta dell’Assessore alle politiche sociali Stefano Valdegamberi, con il quale è stata decisa la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi nelle strutture residenziali per anziani non autosufficienti ubicati in zona montana che hanno di solito capacità ricettiva inferiore a 60 posti letto. “Con ciò – precisa l’Assessore – salvaguardiamo l’indispensabile attività di questi centri ed evitiamo una penalizzazione inaccettabile e discriminatoria per la gente anziana che vive in queste numerose zone della nostra regione, dal bellunese al veronese, dal vicentino al trevigiano. Il mantenimento di questi servizi essenziali in territori, la cui accessibilità è più complicata che in altre parti del territorio, diventa un valore e un dovere ineludibili per la loro sopravvivenza sociale ed economica”. Valdegamberi spiega che l’applicazione letterale della legge regionale n. 22 del 2002 (autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie, sociali e sociosanitarie) e le successive deliberazioni regionali che hanno stabilito i requisiti minimi organizzativi e operativi tra cui una capacità ricettiva superiore ai 60 posti letto, avrebbe comportato nelle zone di montagna il rischio di penalizzare l’attività dei centri di servizio. “Per assicurare realmente l’uniformità e omogeneità della qualità dei servizi agli ospiti dei centri sull’intero territorio regionale, che è tra l’altro uno dei principi informatori della stessa legge regionale – sottolinea l’Assessore regionale – si è pertanto deciso di sperimentare nelle zone di montagna modelli organizzativi semplificati per fare economie di scala, riuscire ad abbattere del 20, 25% i costi della gestione complessiva dei servizi e delle strutture, e di conseguenza pesare meno sulla retta a carico degli ospiti”. In sintesi, la deliberazione regionale prevede: apposite convenzioni tra i centri di servizio nelle zone di montagna, di dimensioni inferiori ai 60 posti letto, e altri soggetti istituzionali di dimensioni maggiori (Ullss, Ipab, etc) allo scopo di ammortizzare i costi fissi; la definizione di modelli standard organizzativi e organizzativi alla luce di economie derivanti dalla ridotta dimensione dei centri di servizio montani. A tal fine, il provvedimento regionale propone la nomina di un gruppo di lavoro che monitori la sperimentazione fino al 31 dicembre 2010, producendo poi dettagliata relazione alla giunta veneta. . |
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